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Dentro la canzone: sogno, malinconia e Beatles in Don’t Look Back in Anger degli Oasis

Nel 1995 gli Oasis ci avevano avvisati, ma noi fan non ci avevamo dato troppo peso. Ci eravamo follemente innamorati di quella band dalla forte attitude, e capace di parlare a una generazione intera. Ma loro ci avevano messo in guardia: “per favore non mettere la tua vita nelle mani di una band rock’n’roll, perchè la getterà via” cantavano in Don’t Look Back in Anger. Flash forward a quel 28 agosto 2009, quando a Parigi, dopo una violenta lite nel backstage, gli Oasis si sciolsero, spezzando il cuore di milioni di fan che, ancora oggi, sognano una reunion. Da una parte Liam Gallagher, frontman senza eguali al punto da essere considerato una divinità da molti, dall’altra suo fratello Noel, il genio musicale dei due, autore di canzoni e testi indimenticabili.

Proprio di quest’ultimo è la voce che sentiamo in Don’t Look Back in Anger, contenuto in quel capolavoro di album che è (What’s the Story) Morning Glory? del 1995. A questo brano dedichiamo questo quarto episodio di Dentro la canzone, la rubrica di Tech Princess che ogni domenica si propone di entrare all’interno dei brani che hanno fatto la storia. Preparatevi, perchè oggi si va a Manchester nell’epoca in cui ci si faceva battaglia a colpi di singoli da classifica.

Don’t Look Back in Anger: l’infanzia e la malinconia di due fratelli col rock’n’roll nel sangue

Peggy Gallagher, madre di due bambini chiamati Noel e Liam, una volta rimproverò i suoi figli durante una foto di famiglia. I giovani continuavano a fare facce imbronciate, e a coprire con i loro corpi il camino di casa. “Step beside the fire place” disse loro, cioè “spostatevi dal camino”, e “take that look from off your face” gridò a Noel, chiedendogli di smetterla con i bronci e sorridere per la foto. In questo contesto familiare di Manchester, in Inghilterra, i due fratelli Gallagher crescono, ascoltando ossessivamente i Beatles. I Fab4 sono però di Liverpool, e i mancuniani della fine degli anni 80, oltre al Manchester City, venerano una sola entità: gli Stone Roses. Questi i due riferimenti principali di Liam e Noel, che nel 1991 formeranno la loro band: gli Oasis. Ne sentiremo parlare.

In Don’t Look Back in Anger, Noel descrive una serie di immagini che puzzano maledettamente di malinconia: la ricerca di un posto migliore nel quale giocare, i luoghi d’infanzia che svaniscono nella memoria e la gioia nell’uscire in giardino quand’è primavera. E nella seconda strofa invece l’adolescenza: “portami con te, dove nessuno sa se è giorno o notte”. E ancora quella frase, tatuata indelebilmente nei cuori e sulla pelle di molti fan: “Please don’t put your life in the hands of a rock and roll band, who’ll throw it all away”. In quanti ci siamo sentiti delusi da un artista che abbiamo amato? E il modo in cui Noel canta quelle parole, con quella chitarra stridente di fondo che sembra urlare, la dice lunga. Quando nella musica c’è il dolore allora c’è tutto.

Chi è Sally?

Non aspettatevi risposte a questa domanda, anzi, preparatevi a rimanere delusi. L’epico ritornello, che parla di una donna di nome Sally, nasce per puro caso. Liam Gallagher, frontman del gruppo ma che nel brano si fa da parte per lasciare spazio al fratello maggiore, racconta che la band stava provando il brano durante un soundcheck. Il ritornello non esisteva e lui suggerì di inserirci quelle parole. Noel ha successivamente confermato questa versione in un’intervista ad NME dichiarando: «Stavo provando quella parte senza cantare e Liam disse: “Stavi cantando so Sally can wait?”. Io risposi “no” e lui disse: “Beh, dovresti…”.»

Molti fan rivedono il Sally un riferimento alla celebre Sally Cinnamon, storico brano degli Stone Roses, di cui gli Oasis erano grandi fan. Questa versione non è mai stata confermata ufficialmente da Noel, ma ai fan basta davvero poco per sognare. Quando nel 2005 la band pubblicò il singolo Lyla, Noel Gallagher affermerà che la Lyla del brano è in realtà la sorella di Sally di Don’t Look Back in Anger.

“Gonna start a revolution from my bad”: l’omaggio a John Lennon

Don’t Look Back In Anger si apre con due accordi di pianoforte che sono un chiaro riferimento a Imagine di John Lennon. Ma gli omaggi all’ex Beatle non sono assolutamente finiti. La frase “Gonna start a revolution from my bad,  because they said the brains I had went to my head”, oltre ad essere un chiaro richiamo all’iconica protesta bed-in di John e Yoko, vengono proprio da Lennon. Noel, autore, compositore e cantante del brano, ricorderà di aver ricevuto in dono una cassetta originale di Lennon che recita proprio questa frase nel suo appartamento del complesso Dakota, a New York.

L’ossessione dei fratelli Gallagher per Lennon è qualcosa che sconfina col divino. Se da un lato troviamo l’arroganza di Noel nel pronunciare frasi iconiche del tipo «io non sono come John Lennon che credeva di essere Dio, io credo solo di essere John Lennon», dall’altro Liam si ritiene ossessionato dalla figura dell’ex Beatles, al punto da avvertirne la presenza durante la notte. Il frontman ha addirittura chiamato suo figlio Lennon, e il suo album solista del 2019 si intitola Why me? Why not. Un omaggio a due quadri di John Lennon che ritraevano il cantante e Yoko Ono: nel primo c’era scritto Why me?, nel secondo Why not. Liam acquistò il primo quadro a Parigi e ricevette in regalo il secondo da Yoko Ono, decidendo di chiamare in questo modo il suo secondo album solista.

Il piccolo ma sostanziale riferimento David Bowie

Stone Roses e John Lennon non sono però gli unici artisti che hanno influenzato il brano degli Oasis. A partire dal titolo, infatti, la canzone cita Look Back in Anger di David Bowie, che a sua volta si rifaceva all’omonima opera per il teatro scritta da John Osborne. L’influenza del Duca Bianco sulla composizione del brano è stata confermata dallo stesso Noel, che parlando della canzone dichiarò: «mi ricorda un incrocio tra All the Young Dudes di David Bowie e qualcosa che potrebbero aver scritto i Beatles». Il riferimento a All the Young Dudes diventa palese nello stacco di batteria alla fine dei ritornelli.

Noel ha inoltre affermato di aver composto la canzone il 18 aprile 1995, a Parigi dove, ironia della sorte, la band si scioglierà nel 2009. La scrittura avvenne in un albergo parigino, dove gli Oasis si trovavano in tour insieme agli amici Verve. Quattro giorni dopo – il 22 aprile – la band la presenterà la canzone per la prima volta in un concerto a Sheffield, con un testo ancora in fase embrionale.

In merito all’origine della canzone il musicista dichiarò: «componemmo Don’t Look Back in Anger in un gran periodo, ricordo che quando entrai in studio di registrazione pensai “sarà un successone”»

Paul McCartney su Don’t Look Back in Anger: «È una delle melodie più belle di tutti i tempi»

Il brano uscì nel 1995, come quarto singolo del secondo disco della band: (What’s the Story) Morning Glory? Giusto per capire la portata del fenomeno: il terzo singolo era stato Wonderwall e quello successivo sarà Champagne Supernova. Don’t Look Back in Anger, fin dalla sua pubblicazione, sarà un brano fisso nelle scalette dei concerti della band, dove Noel era solito lasciar spazio al pubblico che cantava a squarciagola il ritornello. La rivista NME, nel 2018, la consacrerà come “canzone col ritornello più esplosivo di tutti i tempi”, mentre Rolling Stone la piazzerà al secondo posto come “miglior canzone dell’epoca Britpop”, subito dopo Common People dei Pulp (di cui parleremo prossimamente). Gli ascoltatori di Absolute Radio 90s la voteranno invece, nel 2020, come miglior canzone degli anni ‘90.

Un tale di nome Paul McCartney – che pure di musica qualcosa doveva capirne, avendo scritto capolavori assoluti come Yesterday e Let it Be – parlando di Don’t Look Back in Anger dichiarò: «ci troviamo davanti ad una delle melodie più belle di tutti i tempi».

“You can put your life in the hands of my Rock’n’Roll band” e altre esibizioni live storiche

Come detto, il brano rappresenta una delle produzioni più amate dai fan della band di Manchester, al punto da essere immancabile nelle scalette live. Nei due celebri concerti a Knebworth –  sulle quali a settembre 2021 è uscito uno stupendo film – Noel cambia significativamente la frase sul riporre la fiducia nelle band rock. Invece di “Please don’t put your life in the hands of a rock and roll band, who’ll throw it all away” Noel canta: “You can put your life in the hands of my rock and roll band, we’ll never gonna throw it away”. La storia, purtroppo, ci dirà il contrario.

Celebre è poi la versione eseguita al Wembley Stadium il 21 luglio 2000, poi ripresa nel live album Familiar to Millions, nella quale si può percepire tutta la passione dei fan che cantano il ritornello.

Il 4 giugno 2017, presso l’Old Trafford Cricket Ground di Manchester, si tenne un concerto benefico chiamato One Love Manchester. L’iniziativa nacque a seguito del tragico attentato terroristico avvenuto proprio a Manchester il 23 maggio 2017, al termine di un concerto di Ariana Grande, quando un attentatore suicida si fece esplodere uccidendo altre 22 persone e ferendone 250. Lo scopo di One Love Manchester era quello di raccogliere fondi per le famiglie delle vittime. All’evento parteciperà anche Liam Gallagher, che insieme ai Coldplay canterà un altro brano simbolo degli Oasis: Live Forever. La band di Chris Martin decise, insieme proprio ad Ariana Grande, di proporre una cover di Don’t Look Back in Anger, cantata con le lacrime agli occhi dall’intero stadio.

Durante una delle manifestazioni di commemorazione a Manchester, proprio pochi giorni gli attentati sopra citati, la folla prenderà a cantare il brano. La canzone diventerà l’inno una comunità intera colpita dagli attentati terroristici.

Infine, last but not least, sebbene la canzone sia originariamente cantata da Noel, esiste una rara esibizione di Liam che canta il brano nel 2017. Ben 8 anni dopo lo scioglimento della band, Liam, oramai avviato verso una carriera solista di successo, presenterà una propria versione acapella del brano al Glastonbury Festival, lasciando al pubblico la possibilità di mettere voce e anima nell’iconico ritornello. Anche in questo caso l’esibizione è stata dedicata alle vittime dell’attentato di Manchester di pochi mesi prima.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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