Scritta da autori sconosciuti, registrata da Lead Belly, riscoperta da Mark Lanegan e resa celebre dai Nirvana: oggi vi parliamo di Where Did You Sleep Last Night, in questo primo appuntamento di Dentro la Canzone, una nuova rubrica settimanale targata Tech Princess che ci porterà alla scoperta di storie, canzoni e aneddoti legati al mondo della musica.
Where Did You Sleep Last Night (o In The Pines)
Non sappiamo, e mai sapremo, cos’è successo di preciso quella notte. Tuttavia sappiamo com’è andata a finire. Qualcosa di molto brutto comunque. La richiesta ossessiva del protagonista alla giovane donna, presumibilmente di colore, è però evasa già dalla prima strofa: “non mentirmi, dove hai dormito la scorsa notte?” chiede lui. “In una foresta di pini, dove la luce del sole non batte mai, e ho avuto i brividi per tutta la notte” risponde lei. Proprio lì la ragazza ha presumibilmente sepolto suo marito, un uomo dedito al lavoro, dopo averlo decapitato. Di sicuro ne ha sepolto il corpo perlomeno, visto che quello non è stato mai trovato. La testa invece è stata rinvenuta sul sedile di un’auto. “Cos’hai fatto?” chiede insistentemente lui, e “dove andrai ora?”. “Vado dove soffia il vento freddo” risponde lei, quasi indifferente a un omicidio commesso e probabilmente premeditato.
Una murder ballad – ballata di omicidio – scritta presumibilmente negli anni 70 del 1800. Il titolo del brano è In the pines, chiamato anche Black Girl o ancora My Girl, anche se tutti la conosciamo col nome di Where Did You Sleep Last Night, per la cover stratosferica che i Nirvana fecero a chiusura di quello spettacolare MTV Unplugged, giusto un anno prima che Kurt Cobain decidesse di spararsi un colpo di fucile in testa. Come tutte le canzoni di una certa epoca gli autori sono sconosciuti, e le parole e il titolo variavano a seconda dell’esecutore. Insomma un classico esempio di musica tramandata per tradizione orale. Uno studio condotto dal musicologo Judith McCulloh, nel 1970, sostiene che ne fossero state incise almeno 160 versioni. In alcune ci sono riferimenti a un fantomatico treno, che potrebbe aver decapitato l’uomo. In altre, come nella cover dei Nirvana, il particolare è omesso.
Una canzone oscura, tanto nella tematica quanto nell’origine, che ha portato a dibattere anche sul nome stesso del brano. Le prime registrazioni della canzone risalgono agli anni 20 del 900, anche se le versioni più popolari (almeno fino al 1993) saranno quelle del bluesman Lead Belly, incise negli anni 40.
La riscoperta di Mark Lanegan e la versione dei Nirvana
A “presentare” il brano a Kurt Cobain fu il suo amico Mark Lanegan, istrionico cantante degli Screaming Trees, scomparso prematuramente lo scorso febbraio. Lanegan scoprì Where Did You Sleep Last Night grazie alla collezione di vinili di suo padre, e decise di registrarne una cover per il suo primo disco solista, The Winding Sheet, inciso nel 1989 e uscito l’anno successivo. Per la registrazione – che nella forma e nel titolo si rifà ad una versione di Lead Belly del 1944 – chiamò proprio Kurt Cobain, che per l’occasione fa da seconde voci e suona la chitarra elettrica. Il mood cupo e tetro del brano sembrava sposarsi perfettamente con le due voci che più di tutte hanno dato via al movimento grunge.
Cobain rimase così affascinato dal brano che decise di inserirne a sua volta una cover nella scaletta della band già dal 1989. Sia la versione di Lanegan che quella dei Nirvana presentano un testo nel quale le parole “Black Girl” vengono sostituite con “My girl”. Il critico Kurt Loder disse di aver discusso con Cobain all’epoca rispetto al titolo corretto della canzone, che per Loder era In The Pines (probabilmente facente riferimento alla versione di Bill Monroe), mentre Cobain preferiva il più didascalico Where Did You Sleep Last Night.
I Nirvana inserirono il brano come ultima canzone nella scaletta del celebre e iconico MTV Unplugged in New York, registrato il 18 novembre 1993 e uscito più di un anno dopo, quando Kurt Cobain aveva già deciso di togliersi la vita e privare il mondo del suo talento. “Quella di Kurt è la versione definitiva, spazza totalmente via la mia” dirà Mark Lanegan nel 1996 ai microfoni di MTV.
L’interpretazione di Cobain è indescrivibile. L’artista sussurra buona parte del brano, salvo tirare fuori il suo inconfondibile primal scream – min. 3:52 – nel chiedere, per l’ennesima volta, alla ragazza dove aveva passato la notte. Una reazione umana per tutti, quella di urlare, nel porre un quesito già proposto tre volte e rimasto inevaso. C’era qualcosa di macabro in quella storia, di violento e di terribile, e nessuna voce meglio di Kurt Cobain poteva raccontarla.
Nella parte finale Cobain sembra essere in trance, assorbito totalmente dal brano e dal dramma dell’omicidio appena svelato. C’è un attimo, uno soltanto, in cui pare riprendere contatto con la realtà – al min. 4:47 – quando spalanca quegli occhi azzurri e riprende fiato. Col senno di poi quello di Cobain sembra quasi essere un grido di aiuto. A tal proposito il musicologo Eric Weisbard, docente presso l’Università dell’Alabama, ha dichiarato che “nel modo in cui interpreta quella canzone sembra che stesse prevedendo la propria morte”. Dubbio anche questo che resta irrisolto, come quelli della canzone.
Ad ogni modo a noi resta il privilegio di avere testimonianza di un grande artista che ha interpretato, con voce e anima, una grande canzone. A Kurt Cobain, a Mark Lanegan, a Lead Belly. A chiunque abbia scritto quel brano. Grazie.
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