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Recensione Devil May Cry 5: Dante è tornato, e non è solo

L'amato Cacciatore di demoni fa il suo ritorno in grande stile su console

Era il lontano 2013 quando DMC approdava sulle console Playstation 3, Xbox 360 e PC, riportando le menti dei giocatori in un limbo di mostruosità demoniache da affrontare con l’aiuto di un giovane – e inedito – Dante. Nonostante quest’ultimo titolo fosse ambientato in un universo completamente parallelo e sconnesso dai precedenti, rivedere il cacciatore di demoni su schermo è basato a far battere i cuori, almeno fino ad ora.

L’8 marzo di quest’anno, infatti, i frenetici combattimenti demoniaci tipici della saga sono tornati, grazie all’arrivo di Devil May Cry 5. Il nuovo titolo di Capcom sarà riuscito a riportare in auge la storia del cacciatore? Cercherò di spiegarvelo in questa recensione.

Da dove riparte la storia

Partiamo facendo una premessa: la trama di Devil May Cry 5 non spicca per originalità. Tutto ha inizio da una improvvisa infestazione di demoni avvenuta nella cittadina di Red Grave, apparentemente collegata con la comparsa di un albero dalle radici talmente profonde da riuscire a raggiungere gli inferi.

In mezzo al panico generico della popolazione e al caos generato da tutte le mostruosità portate a galla dall’immensa pianta – chiamata Qliphoth, dalla Cabala ebraica – spicca Nero, personaggio già incontrato in passato in altri capitoli della saga.

Affiancato dalla (come definirla, particolare?) armaiola Nico e dal misterioso V, il ragazzo si ritroverà costretto a tentare di contenere l’invasione il più possibile, oltre che trovare il modo di distruggere la pianta e liberare la città.

Questa improbabile squadra, arricchita soltanto successivamente dall’amato Dante, si farà largo tra le schiere demoniache tramite una serie di accesi scontri che, però, risultano presto affiancati da una trama debole e non molto ricca di colpi di scena, apparentemente pensata per divertire e riportare su schermo i personaggi più amati.

Grafica e audio lasciano senza fiato

Appena entrati nell’universo del nuovo capitolo della saga non si può fare a meno di rimanere a bocca aperta. Per il gioco Capcom si è infatti affidato alle prodezze dello stesso motore grafico utilizzato per Resident Evil, le cui potenzialità non risultano estremamente evidenti quando si parla di ambientazioni.

Queste ultime mostrano infatti qualche incertezza per quanto riguarda la qualità delle texture e, a volte, finiscono per risultare fin troppo confusi alla vista.

La musica cambia quando, invece, ci si sofferma sulla caratterizzazione dei personaggi. Cut-scene a parte, anche nelle scene più confuse e negli scontri più veloci e accesi le animazioni non si confondono quasi mai, evolvendosi invece in mosse epiche degne di un film d’azione.

Nonostante la meraviglia, però, Devil May Cry 5 non è perfetto. La prima parte, ambientata soprattutto nella rocambolesca Red Grave City, è infatti capace di generare dei bei panorami, e di sfruttare al meglio il motore grafico. A ribaltare la situazione è la seconda metà dell’avventura che, svolgendosi all’interno dell’enorme albero che ha invaso la città, risulta molto meno piacevole alla vista, oltre che estremamente limitata e dalla struttura sicuramente poco sorprendente.

A fornire il giusto supporto sia alla bellezza delle espressioni sia alle divertenti battaglie è il comparto sonoro che, con le sue note spazianti tra hard rock e heavy metal puro, sembrano quasi accarezzare con dolcezza ogni mossa dei nostri personaggi, rendendo le combo ancora più devastanti.

Tre personaggi per tre stili

Devil May Cry 5 ha molti motivi per cui farsi notare, su questo non vi sono dubbi, ma a spiccare è senza dubbio la presenza non solo dell’iconico e amato Dante, ma anche di altri due personaggi, ovvero Nero e V (di cui parleremo nel dettaglio successivamente). Ognuno di loro è caratterizzato non solo da aspetti estetici notevolmente differenti, ma anche da un insieme di mosse e abilità diverse!

Primo personaggio che andiamo ad incontrare nel nostro percorso all’interno del titolo è Nero, il cui combat system non può che riportare la mente alla tradizione tipica degli altri titoli: tutto si basa su un singolo tasto d’attacco, con cui è possibile creare devastanti combo dalle fluide animazioni.

A spezzare il ritmo è spesso il Devil Breaker, il braccio meccanico costruito da Nico per il cacciatore, che permetterà a quest’ultimo o di sferrare colpi “normali”, o di aspettare per ottenere la carica massima e generare un attacco talmente potente da rompere lo strumento stesso, o di farlo esplodere per danneggiare i nemici circostanti.

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Questa meccanica presenta però un difetto: Nero può portare un numero limitato di queste braccia meccaniche che, oltre a rompersi a causa dell’attacco caricato, possono essere rotti anche dai colpi dei nemici. Ognuno di questi strumenti ha però delle caratteristiche diverse, e la mancanza della possibilità di equipaggiare uno o l’altro è una mancanza che, in battaglia, si fa sentire: per cambiare braccio bisognerà distruggere quello in uso!

Diversa è la situazione per quanto riguarda il protagonista eletto a principale dai cuori degli amanti della saga: il combat system di Dante torna infatti a sfruttare le unioni con le frecce direzionali, che permettono di attaccare, difendersi, schivare o colpire i nemici a distanza.

La natura del titolo si evidenzia soprattutto dalla quantità e dalla varietà di armi e abilità su cui il cacciatore di demoni può contare, tutte migliorabili!

Una novità non indifferente

A portare una ventata di novità in un titolo che richiama molto ai fasti dei capitoli precedenti è sicuramente la presenza dei tre personaggi precedentemente descritti.

Uno di loro in particolare, però, è davvero un’incognita totale, perché mai apparso all’interno della saga: si tratta di V, enigmatico ragazzo dallo stile tendente all’emo capace di riportare la mente allo stile acerbo del giovane Dante visto in DMC.

Il suo combat system risulta, fin dalle prime missioni sperimentate in sua compagnia, notevolmente semplificato rispetto a quelli di Nero e Dante. Il suo stile rappresenta infatti alla perfezione l’apparenza misteriosa ed evanescente del ragazzo, che tende per questo a puntare più su evocazioni a distanza che sugli attacchi diretti.

Questa caratteristica, una volta vestiti i panni di V, si sviluppa tramite le due splendide creature d’ombra Griffin e Shadow, rispettivamente volatile e pantera, che andranno ad occuparsi degli avversari al posto del diretto interessato.

A riportare nuovamente sullo stile di combattimento della restante parte di Devil May Cry 5 è la presenza, anche tra le mosse a disposizione di V, del Devil Trigger, utilizzabile sia per rendere gli attacchi delle due creature evocabili ancor più pericolosi o per portare in campo l’enorme golem Nightmare!

Devil May Cry 5, acquistarlo oppure no?

L’omonima saga a cui appartiene l’ultimo capitolo ha sempre avuto come punto forte la capacità di far innamorare il giocatore, tramite protagonisti misteriosi ma affascinanti, trame sicuramente non banali e modalità di combattimento ideate per rendere il titolo ri-giocabile, in modo tale da continuare a migliorare le proprie abilità.

In questo senso, Devil May Cry 5 non delude le aspettative, anzi: tra le innovazioni portate dalla presenza di ben tre personaggi e tre corrispondenti stili di combattimento, il gioco non manca della cattiveria tipica della serie, messa ancor più in evidenza dalla modalità “Figlio di Sparda”, che comparirà soltanto dopo aver terminato tutta la campagna per la prima volta.

L’ultimo capitolo di Capcom è capace di riportare su schermo tutti gli aspetti e le caratteristiche positive dei titoli precedenti e, nonostante vi siano alcuni difetti per quanto riguarda la debolezza della trama e il level design, tutto il resto fa battere talmente forte il cuore da rendere ogni imperfezione assolutamente superabile.

Devil May Cry 5

Pro Pros Icon
  • Tre stili di combattimento
  • Un motore grafico che lascia a bocca aperta
  • V porta una ventata di interessanti novità
  • I personaggi più amati della saga fanno il loro ritorno
Contro Cons Icon
  • Trama debole
  • Level Design poco piacevole nella seconda parte della campagna

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Maria Elena Sirio

Videogiocatrice dall'infanzia, innamorata del fantasy e dell'avventura (ma, soprattutto, di Nathan Drake), con una passione per il disegno, il cinema e le serie tv, che tenta di conciliare tutti questi interessi con la facoltà di Biotecnologie.

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