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Centinaia di dipendenti lasciano Twitter dopo l’ultimatum di Musk

Un hashtag sul social evidenzia il loro addio

Elon Musk aveva dato ai dipendenti di Twitter un ultimatum: accettare di lavorare con una cultura “estremamente hardcore”, oppure avrebbe accettato le loro dimissioni. Sembra che in centinaia abbiano scelto la seconda opzione, rifiutando di lavorare nel suo “Twitter 2.0″. E sulla piattaforma social hanno creato un hashtag dove postare l’ultima foto dalla propria scrivania e dire addio al proprio ufficio. Mentre sembra che Musk stia incontrando i dipendenti considerati indispensabili per chiedere loro di restare. E ha bloccato l’accesso agli uffici fino a settimana prossima.

Centinaia di dimissioni dopo l’ultimatum di Musk ai dipendenti

Appena arrivato negli uffici di Twitter, Musk ha sciolto il consiglio di amministrazione e allontanato il CEO insieme ad alcuni dei dirigenti, assumendo un controllo indipendente della società. Poi ha annunciato il licenziamento di metà dei dipendenti del social meno di una settimana dopo aver assunto il ruolo di amministratore. Negli ultimi giorni, mentre gli inserzionisti abbandonavano il social, ha licenziato un dipendente che lo ha corretto pubblicamente con tweet. E solo due giorni fa, ha proposto un ultimatum ai dipendenti: o accettano il suo nuovo stile e lunghe ore in ufficio, oppure possono trovare un altro lavoro.

I dipendenti potevano rispondere “sì” per accettare la “cultura lavorativa estremamente hardcore” di Elon Musk, oppure “no” per ricevere tre mesi di liquidazione. Non stiamo esasperando la situazione: c’era davvero un form online con due opzioni per decidere il futuro dei dipendenti di Twitter. Diversi dipendenti hanno optato per la seconda voce.

Un secondo esodo da Twitter?

Al momento Twitter non ha comunicato nessuna cifra ufficiale riguardo al numero di dipendenti in uscita. Prima della scadenza dell’ultimatum di ieri sera, dei 7.500 dipendenti di Twitter nell’era pre-Musk ne restavano circa 2.900. Ma da questa mattina sembra che tantissimi dipendenti, “centinaia” secondo The Verge, abbiano optato per la buona uscita.

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Anche se statisticamente poco chiaro, un modo per valutare quante persone stanno lasciando l’azienda è l’hashtag #LoveWhereYouWorked su Twitter. Tantissimi dipendenti stanno riportando che dopo anni di lavoro nella società stanno lasciando gli uffici per l’ultima volta.

Anche perché sembra che Musk abbia deciso che tutti i dipendenti di Twitter non potranno più entrare negli uffici fino a settimana prossima, lunedì 21 novembre. La BBC riporta infatti che Twitter ha sospeso tutti i badge, una mossa che potrebbe derivare dal fatto che che troppi dipendenti stanno lasciando la compagnia. Un dipendente ha detto alla BBC: “non mi sorprenderebbe se, quando la polvere si poserà, Twitter avrà meno di 2.000 impiegati”.

Le dimissioni dei dipendenti di Twitter fanno cambiare la posizione a Musk

Un altro membro dello staff di Twitter ha detto: “sembra che tutte le persone che hanno reso questo posto incredibile se ne stiano andando”. Nonostante lo stesso Musk abbia detto Le migliori persone stanno restando, quindi non sono super preoccupato”.

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Ma secondo il New York Times, privatamente la situazione è ben diversa. Il Times riporta che Musk e i suoi consiglieri stanno avendo colloqui personali con membri dello staff considerati “indispensabili” per le operazioni quotidiane. E pare che Musk stia riconsiderando anche la questione smart working, dopo aver detto che i dipendenti possono “tornare in ufficio o trovarsi un altro lavoro”. Ora sembra che i manager possono concedere lo smart working, purché siano responsabili delle prestazioni dei dipendenti. Come supponiamo siano tutti i manager in ogni ufficio del mondo, smart o no.

Nel frattempo sembra che i dipartimenti HR di Twitter stiano cercando di trovare nuovi ingegneri per far continuare le operazioni sul sito. Non è chiaro quali siano le offerte, ma la necessità di avere personale per gestire il social sembra evidente. Anche per Elon Musk, che voglia riconoscerlo pubblicamente oppure no.

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Source
The Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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