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Diversità a Wall Street: la rivoluzione parte dalle aziende tech

Almeno una donna e un rappresentante di una minoranza nei CDA

Le regole a Wall Street iniziano a cambiare a partire dalle aziende dell’indice Nasdaq, e sono fortemente orientate verso la diversità nei consigli di amministrazione. Lo scopo è evitare che siano presenti, ad esempio, unicamente individui di sesso maschile e pelle bianca al comando delle più importanti aziende tecnologiche.

Per essere quotati nell’importantissimo indice delle aziende tecnologiche, il Nasdaq, bisognerà certificare la presenza nel consiglio di amministrazione di almeno una donna e di almeno un rappresentate di una minoranza, o della comunità Lgbtq.

I controlli saranno periodici e ripetuti nel tempo, e se i giganti di Internet e della tecnologia non rispettassero le nuove norme, dovranno spiegare personalmente il perché. In questo caso, rischieranno come detto l’esclusione dall’indice.

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Diversità a Wall Street: si parte dalle aziende del Nasdaq

Si tratta di certo di un parametro di cui aziende come Facebook, Google, Apple o Amazon dovranno tener conto nella costruzione del proprio consiglio di amministrazione. Per chi non lo sapesse, il consiglio di amministrazione riunisce i principali dirigenti ai vertici della compagnia ed ha un elevato potere decisionale.

Il nuovo set di regole molto probabilmente verrà poi allargato anche ad altri settori, in modo da migliorare l’inclusività nelle aziende di tutti i settori. Questo tipo di norme, per quanto possa apparentemente sembrare forzato, mira a garantire equità e che anche le minoranze siano rappresentate nei colossi che, in un modo o nell’altro, gestiscono grandi aspetti delle nostre vite.

La lotta per i diritti delle minoranze

Negli ultimi anni, per fortuna, la lotta per i diritti delle minoranze e della comunità Lgbtq ha avuto un forte eco mediatico. Nonostante questo, i passi in avanti da fare, soprattutto nel nostro Paese, sono ancora molti e troppo spesso si verificano ancora episodi di odio e discriminazione.

Ci auguriamo che questo sia il primo passo per rendere il mondo degli affari e della tecnologia sempre più inclusivo e capace di agire nell’interesse di tutti gli individui, e non solo di quelli che fanno parte di una maggioranza.

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