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DuckDuckGo cede a Microsoft per il tracciamento

Sui siti di Redmond il browser della privacy permette i tracker

DuckDuckGo è un motore di ricerca e un browser incentrato sulla privacy, ma ha ceduto a Microsoft per quanto riguarda il tracciamento sui suoi siti. Infatti ha raggiunto un accordo con il gigante di Redmond per i siti come Bing o LinkedIn sul proprio browser, lanciato da poco.

DuckDuckGo cede a Microsoft per il tracciamento sui siti

Nato come motore di ricerca, per poi lanciare anche un browser dedicato, DuckDuckGo fa della privacy e della sicurezza una ragione di orgoglio. Il motore web infatti disabilita in automatico il tracciamento dell’attività nei siti e non memorizza le pagine che visitate. Una scelta che molti utenti apprezzano, visto come altri browser e motori di ricerca registrano invece ogni nostro passo online (di default).

Ma il ricercatore Zach Edwards ha scoperto che, sebbene DuckDuckGo blocchi in automatico tutti i tracker pubblicitari di Google e Facebook (e le altre piattaforme Meta), non fa lo stesso con Microsoft. Quindi quando visitate l’homepage con le notizie di Bing oppure scoprire post su LinkedIn, sarete tracciati.

DuckDuckGo browser

I dati non includono informazioni sensibili, semplicemente permettono l’inclusione dei cookies per tracciare l’attività in rete e poi fornire banner e annunci pubblicitari personalizzati. Come succede con gli altri browser e motori di ricerca. Il problema è che DuckDuckGo ha conquistato notorietà proprio dicendo di non essere come gli altri.

Il CEO di DuckDuckGo, Gabriel Weinerg, ha confermato l’esistenza di un accordo con Microsoft. Ma ha spiegato che la nuova policy sia applicata solamente al browser e non al motore di ricerca. La ricerca resta quindi totalmente anonimizzata, mentre se usate il browser per accedere ai siti Microsoft non avrete il tracciamento automaticamente spento.

Una decisione che probabilmente ha senso commercialmente per DuckDuckGo. Ma che nel lungo periodo potrebbe avere un impatto sulla fiducia dei suoi utenti, sempre più in aumento.

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Source
ANSA

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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