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Expo di Dubai: il Padiglione Italia diventa Scuola Restauro Tech

Si interverrà sulle opere d’arte nelle zone di guerra

Il Padiglione Italia avrà una seconda vita alla conclusione dell’Expo di Dubai.

L’esposizione universale ospitata al Dubai Exhibition Centre è stata inaugurata venerdì 1 ottobre, e chiuderà i battenti il 31 marzo del 2022. Ma il Padiglione Italia non sarà smantellato nella prossima primavera. Cambierà nome in Scuola Restauro Tech, e il nuovo appellativo indica già la sostanza di ciò che diventerà. Sarà un laboratorio per il restauro delle opere d’arte situate nelle zone di guerra, e potrà giovare di un alto livello tecnologico.

L’iniziativa ha preso spunto dal fatto che una delle maggiori attrazioni dell’intero Expo di Dubai è una copia in 3D del David di Michelangelo, esposta nel Teatro della memoria.

Scopriamo qualcosa in più su questa meritoria iniziativa. E vediamo più da vicino come è strutturato, e cosa ospita, il Padiglione Italia, tra i più scenografici di Expo 2020 Dubai.

Dubai Expo

Da Padiglione Italia a Scuola Restauro Tech

Dicevamo che il progetto di trasformare il Padiglione Italia in Scuola Restauro Tech al termine di Expo Dubai deriva dal lavoro di riproduzione del David.

E l’annuncio non a caso è stato dato dalla professoressa Grazia Tucci dell’Università di Firenze, alla guida del progetto di riproduzione del capolavoro di Michelangelo.

L’area specifica di intervento sarà quella che gli inglesi, con un acronimo, hanno chiamato Menasa (da Middle East, North Africa e South Asia). Di quest’area, Scuola Restauro Tech mapperà e digitalizzerà monumenti e opere d’arte.

Si tratta di una zona di civiltà millenarie ma allo stesso tempo teatro di guerre che hanno portato a gravi perdite anche di carattere culturale. In molti si ricordano della distruzione della città di Palmyra, in Siria. O di quella, avvenuta nel 2001 per mano dei talebani, dei due Buddha di Bamiyan.

Per arrivare ai filmati che hanno fatto il giro del mondo, e che hanno immortalato l’accanimento – nel 2017 – dei jihadisti contro le opere d’arte del museo di Mosul, nome moderno dell’antica Ninive.

Proprio partendo dall’esperienza di digitalizzazione del David di Michelangelo, e la sua successiva riproduzione come copia fedele in 3D trasferita a Expo Dubai, verrà creata una scuola. Dove, attraverso 300 ore di didattica, si affronterà il problema della conoscenza del patrimonio nelle aree a rischio di conflitto.

Le parole di Grazia Tucci

Grazia Tucci si sofferma a spiegare la riuscita della riproduzione del David. “Abbiamo la conoscenza dei beni culturali, abbiamo delle tecnologia all’avanguardia, unendo alla tecnologia il saper fare italiano. La conoscenza è il primo passo di eredità che ci lascia questo padiglione in futuro. Siamo partiti dalla digitalizzazione del David reale e siamo arrivati alla riproduzione della copia in 3D. Dal reale al digitale fino a riprodurre nuovamente l’oggetto, integrando la tecnologia più aggiornata con il saper fare italiano”.

Tucci esprime poi la sua opinione sulla polemica innescata la Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte ha stigmatizzato con la sua solita veemenza la scelta di nascondere le parti intime della riproduzione, definendola “un’umiliazione inaccettabile”.

Grazia Tucci ha così replicato: “Non è vero che il progetto è stato cambiato nel corso dei tre anni. L’idea era quella di guardare il David di Michelangelo negli occhi e questo obiettivo è stato raggiunto, offrendo un punto di vista inusuale. Può piacere o non piacere, ma questo era il progetto. Forse Sgarbi non ha valutato il contesto. Molti turisti degli Emirati Arabi e dell’area del Golfo vengono in Italia ad ammirare il nostro David”.

David

La copia del David

Ricordiamo che la copia del David è partita lo scorso aprile in direzione di Expo Dubai.

È stata realizzata partendo da una scansione tridimensionale, poi è avvenuta la stampa in 3D e infine è stata la volta dell’assemblaggio dei 14 pezzi. Il modello in scala 1:1 è alto 5,14 metri e pesa 400 chili. Per rendere la superficie il più possibile simile a quella dell’originale, l’opera è stata infine rivestita con uno strato di due millimetri di polvere di marmo di Carrara mista a colla.

Dubai. Con carta estraibile
  • Schulte-Peevers, Andrea (Autore)

Il Padiglione Italia

Il Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai ospita 50 aziende che offrono il meglio del patrimonio di eccellenze nazionali.

La scienza ingegneristica è rappresentata da Fincantieri, che ha creato la struttura esterna con la forma di tre scafi. Il gruppo Boero, rivestendo il padiglione con 17mila litri di vernici, ha composto il tricolore più grande del mondo.

Con la tecnologia di Mapei è stata creata una passerella e una duna di sabbia con materiali naturali di riciclo, mentre Tim ha dotato l’intera area di infrastrutture digitali e connessioni ultraveloci.

Le installazioni abbracciano diversi secoli: si va dall’orologio anatomico di Leonardo alla diagnostica per immagini del Gruppo Bracco.

Sono rappresentati anche cultura, arte, design, innovazione, sostenibilità e inclusione. Una vastità di prospettive ben sintetizzata dal titolo scelto per il Padiglione: “La Bellezza unisce le persone”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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