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Apple in difficoltà tra Antitrust, Epic Games e Cina

Tra processi e accuse, non è un momento favorevole per l’azienda di Cupertino

Il colosso di Cupertino negli ultimi tempi è stato attaccato su più fronti.

L’Antitrust Ue, che si è espresso contro Apple, è solo l’ultimo di una serie di soggetti che, per motivi differenti, ha contribuito a dare una serie di scossoni alla stabilità dell’azienda.

Che peraltro, per stessa ammissione del suo Ceo Tim Cook, in un futuro prossimo dovrà sciogliere l’importantissimo nodo della successione al timone della società.

Dopo l’illuminata gestione di Steve Jobs, infatti, sta per avviarsi alla conclusione anche la decade sotto la guida di Cook.

Ripercorriamo gli ultimi avvenimenti in qualche modo destabilizzanti per l’azienda fondata da Jobs. Partendo dal più recente, ovvero dalle accuse dell’Antitrust Ue nei confronti di Apple.

Apple

Apple e l’Antitrust Ue: nel mirino i pagamenti NFC

Come vi abbiamo già segnalato in un altro articolo, l’Antitrust dell’Unione europea accusa Apple. I dubbi della commissione riguardano le tecnologie di pagamento NFC (Near Field Communication): i pagamenti contactless, per intenderci.

La notizia è stata data in anteprima da Reuters, anche se le prime accuse dell’Antitrust europea verso Apple erano già state mosse nel giugno dello scorso anno.

Viene contestato all’azienda il fatto che i pagamenti avvicinando l’iPhone al Pos possono avvenire solo tramite Apple Pay. Ciò porterebbe a una posizione vantaggiosa rispetto ai competitor, ma soprattutto violerebbe le norme sui principi di concorrenza.

Reuters segnala che l’Unione europea si starebbe muovendo per inviare all’azienda di Cook una multa salatissima, stimabile attorno ai 27,4 miliardi di euro.

Apple e l’Antitrust olandese

C’è di più. Anche l’Antitrust olandese ha mosso ad Apple recenti accuse.

Nello specifico, l’Authority for Consumers and Markets olandese ha puntato il dito contro un presunto abuso di potere sull’AppStore. Pur senza aver fatto cenno a multe, l’Antitrust olandese ha chiesto ad Apple di intervenire per migliorare la situazione. A oggi infatti il sistema di pagamento in-app prevede commissioni tra il 15% ed il 30% per gli sviluppatori. E ciò potrebbe configurare il reato di abuso di posizione dominante.

Il processo Apple-Epic Games

Questo argomento ci porta inevitabilmente al recente esito del processo che ha visto Apple contrapposto a Epic Games.

La diatriba era nata perché Epic Games aveva aggirato l’obbligo di pagare le commissioni per lo scaricamento del suo fortunatissimo Fortnite. In conseguenza di ciò, Apple aveva rimosso il gioco dallo store.

In sintesi (per approfondire rimandiamo a un altro nostro articolo) i giudici hanno stabilito che l’azienda di Cupertino non può “proibire agli sviluppatori di includere nelle loro app e nei loro metadati pulsanti, link esterni, o altri richiami all’azione che indirizzino i clienti verso meccanismi di acquisto, oltre agli acquisti In-App.”

Peraltro la Corea del Sud ha recentemente approvato il Telecommunications Business Act, una legge che impone a tutte le maggiori società tech di consentire agli sviluppatori di utilizzare sistemi alternativi di pagamento.

Apple

Apple e la Cina

Conseguenze negative per Apple potrebbero arrivare anche dalla Cina, e dalla sua stretta sui videogiochi.

Il governo di Pechino ha infatti deciso di adottare misure drastiche contro la dipendenza da gaming. Sono 213 le aziende che hanno sottoscritto un accordo: saranno utilizzati software di riconoscimento facciale per identificare i minorenni che fanno uso di videogiochi. E che, nei giorni feriali, avranno accesso ai videogame per un massimo di novanta minuti, nella fascia oraria che va dalle 8 di mattina alle 22.

Queste norme rigide contrastano col fatto che proprio la Cina è il primo mercato al mondo del mobile game. Si pensi che, come ha ricordato il Wall Street Journal, tre dei cinque giochi più redditizi per l’App Store sono cinesi. Honor of Kings nel 2020 ha fatto ricavare 2,5 miliardi di dollari alla società statunitense.

E se la spesa totale per scaricare giochi dall’App Store, lo scorso anno, è stata di 45 miliardi di dollari, il 31% di quella cifra è stata versata da cittadini cinesi.

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Il dopo Tim Cook

Se tutti questi aspetti creano più di qualche incertezza ad Apple dal punto di vista legale ed economico, l’altra grande questione aperta è quella del dopo Tim Cook.

L’attuale Ceo ha infatti apertamente dichiarato che la sua permanenza a capo dell’azienda è quasi a termine. Insistenti sono le voci secondo cui l’ex braccio destro di Steve Jobs lascerà dopo il lancio di una nuova categoria di prodotti.

Se il passaggio da Jobs a Cook ha portato risultati eccellenti, è perché Steve Jobs ha saputo scegliere l’uomo giusto. E l’ha “obbligato” a sbarazzarsi della propria pesante eredità: “Fai di testa tua e non domandarti ogni volta: Cosa farebbe ora Steve?”

Ma Tim Cook saprà essere altrettanto lungimirante?

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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