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La questione Microsoft-Activision non è chiusa: l’FTC farà ricorso in appello

Dopo il verdetto dell’11 luglio che dava l’ok all’operazione

Un tormentone, per essere davvero tale, deve possedere almeno due caratteristiche.

Anzitutto, deve durare un tempo apparentemente infinito. Inoltre, una volta che sembra concluso, deve intervenire una notizia che ha le potenzialità per ribaltare la situazione e garantire nuova linfa al tormentone stesso.

Date queste due caratteristiche, possiamo certamente definire tormentone l’affaire Microsoft-Activision Blizzard.

Non più tardi di ieri, mercoledì 11 luglio, vi abbiamo raccontato in un articolo che la giudice Jacqueline Scott Corley ha respinto i dubbi dell’FTC. E ha quindi dato via libera all’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft. Torneremo sulla questione.

Ecco però che a poche ore dal verdetto (definitivo) sulla vicenda, la FTC ha dichiarato la propria volontà di fare ricorso in appello. Vediamo cosa è accaduto.

Microsoft Activision Blizzard 1

L’FTC farà ricorso in appello

Già nelle dichiarazioni rilasciate subito dopo il verdetto che rendeva possibile l’operazione Microsoft-Activision, l’FTC aveva fatto intendere che ci sarebbero potuti essere ulteriori sviluppi.

Douglas Farr, portavoce dell’agenzia, aveva detto: “Siamo delusi da questo risultato vista la chiara minaccia che questa fusione rappresenta per la libera concorrenza nel cloud gaming. Nei prossimi giorni annunceremo le nostre prossime mosse in questa battaglia per garantire la concorrenza e proteggere i consumatori.”

Ed eccole, le mosse paventate: l’FTC farà ricorso in appello.

I tempi stretti

I tempi però sono strettissimi, e gravitano intorno a due date a noi prossime. L’FTC punta a ottenere un prolungamento dell’ordine restrittivo attualmente in vigore sull’acquisizione, che terminerà alle 08:59 (ore italiane) di sabato 15 luglio. Quindi alle 23:59 (ora locale) di venerdì 14 luglio.

Con la proroga, l’FTC potrebbe annullare la finalizzazione dell’affare entro il termine ultimo concordato da Microsoft e Activision Blizzard, e fissato a martedì 18 luglio.

Questi tempi strozzati lasciano però due dubbi. Il primo è, naturalmente, se la richiesta dell’FTC verrà accolta. Ma anche in caso affermativo, la Corte d’Appello si pronuncerà nei tempi necessari?

Cosa è successo prima

FTC è la sigla di Federal Trade Commission. Cioè l’agenzia governativa statunitense che promuove la tutela dei consumatori, e l’eliminazione e prevenzione di pratiche commerciali anticoncorrenziali.

L’agenzia ha fatto richiesta di un ordine restrittivo temporaneo al tribunale della California sull’operazione Microsoft-Activision. L’ordine restrittivo sarebbe rimasto in vigore finché la corte non si fosse pronunciata sull’ingiunzione preliminare chiesta dalle autorità americane contro l’operazione.

L’FTC temeva che l’affare avrebbe danneggiato i consumatori perché avrebbe limitato fortemente la concorrenza.

Ma ora la corte si è pronunciata, ha respinto i dubbi dell’FTC e dato il via libera (con verdetto definitivo) al maxi affare da 69 milioni di dollari. E l’FTC, che non si è arresa, ha fatto ricorso.

Le dichiarazioni

Come si immaginerà, le reazioni alla dichiarazione dell’FTC di fare ricorso in appello sono state ben diverse da quelle, entusiastiche, rilasciate ieri dopo l’ok da parte del giudice.

Brad Smith, presidente di Microsoft, ha detto: “La sentenza della Corte distrettuale chiarisce in modo inequivocabile che questa acquisizione è positiva sia per la concorrenza che per i consumatori.

Siamo delusi che la FTC continui a perseguire quello che è diventata una posizione palesemente debole e ci opporremo a ulteriori tentativi di ritardare la possibilità di proseguire”.

E Lulu Cheng Meservey, CCO e EVO of corporate affairs di Activision Blizzard, ha aggiunto: “I fatti non sono cambiati. Siamo fiduciosi che gli Stati Uniti rimarranno tra i 39 Paesi in cui la fusione si può completare. Non vediamo l’ora di dimostrare di nuovo la solidità del nostro caso in tribunale.”

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Il no dell’CMA

Il secondo ostacolo all’operazione Microsoft-Activision è rappresentato dal CMA.

La Competition and Markets Authority, l’antitrust britannica, nel mese di maggio aveva espresso un parere negativo sull’operazione. Nel caso del CMA le perplessità sono legate al fatto che potrebbe crearsi una situazione di monopolio nel settore del cloud gaming.

Ma pare che nei giorni scorsi Microsoft ha avviato nuove trattative proprio con l’antitrust britannico, affinché rivaluti il suo verdetto. E la risposta dell’antitrust è all’insegna del dialogo: “L’autorità della CMA è pronta a prendere in considerazione qualsiasi proposta di Microsoft per rimodulare i termini della transazione, in modo tale da superare le preoccupazioni esposte nel nostro rapporto finale”.

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Autore

  • Claudio Bagnasco

    Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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