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Oggi si celebra la Giornata mondiale della radio

Gli ascoltatori giornalieri medi in Italia nel 2022 sono stati quasi 34 milioni

Oggi, lunedì 13 febbraio, è il giorno di una ricorrenza quasi eroica, dal momento che si celebra un mezzo di comunicazione tanto datato quanto ancora in splendida forma: è la Giornata mondiale della radio, o World radio day.

Scopriamo quanto e come, all’epoca dei chatbot conversazionali, si ascolta ancora la radio. E proviamo anche a domandarci perché.

Prima, però, diciamo qualcosa in più sulla ricorrenza.

La Giornata mondiale della radio

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Oggi, per la dodicesima volta, si celebra la Giornata mondiale della radio.

Il World radio day è una ricorrenza voluta dall’UNESCO, votata all’unanimità da tutti gli Stati membri durante la trentaseiesima conferenza, che si è tenuta il 3 novembre 2011.

La data prescelta ricorda il 13 febbraio del 1946, quando è stata istituita la Radio delle Nazioni Unite.

Una volta decisa la ricorrenza, l’UNESCO ha invitato gli Stati membri delle Nazioni Unite, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali e regionali, associazioni professionali e sindacati di radiodiffusione, oltre alla società civile, a celebrare debitamente la Giornata mondiale della radio.

Il consiglio ha inoltre chiesto al Direttore generale dell’UNESCO di portare la risoluzione all’attenzione del Segretario generale delle Nazioni Unite in modo che il World radio day sia approvato dall’Assemblea generale.

world radio day

Il tema della dodicesima edizione

Ogni edizione della Giornata mondiale della radio poggia su uno specifico tema.

Quest’anno, quasi inevitabilmente, l’argomento è “La radio e la pace”.

Per la sua essenzialità e per la sua vastissima diffusione, la radio è da sempre un bollettino di fondamentali informazioni anche durante i conflitti.

Nel sito ufficiale del World radio day vengono sottolineati due aspetti fondamentali della radio. Il primo è la sua democraticità: “La radio è un mezzo potente per celebrare l’umanità in tutta la sua diversità e costituisce una piattaforma per il discorso democratico. A livello globale, la radio resta il mezzo più diffuso. Questa capacità unica di raggiungere il pubblico più vasto significa che la radio può plasmare l’esperienza della diversità di una società, rappresentare un luogo virtuale in cui tutte le voci possono parlare, essere rappresentate e ascoltate.”

Secondo aspetto, la radio “continua ad essere uno dei media più affidabili e utilizzati al mondo, secondo diversi rapporti internazionali.”

Gli ascolti della radio

Sono svariati i report e le statistiche che periodicamente ci mostrano quante persone ascoltano la radio oggi.

Una recente ricerca riguarda i dati di ascolto nel nostro Paese nel corso del 2022. Si tratta di un’indagine promossa da TER (Tavolo Editori Radio) consistita in 120.000 interviste condotte tra il 25 gennaio 2022 e il 19 dicembre 2022.

I risultati ci dicono che lo scorso anno la radio in Italia è stata ascoltata mediamente da ben 33.809.000 persone maggiori di 14 anni ogni giorno. Il dato è pressoché sovrapponibile a quello del 2021.

Il 23,5% dei ricavi complessivi va alla Rai, seguita da Mediaset (13,9%) e Gedi (11,7%). E l’autoradio è ancora lo strumento più utilizzato.

Il Dab+

Forse non tutti i lettori sanno che oggi il sistema radio digitale Dab+ è integrato su tutte le autoradio prodotte dal 2020.

Si tratta di un acronimo per Digital audio broadcasting, che significa appunto Trasmissione audio digitale.

La tecnologia Dab+ migliora la qualità del segnale e resiste meglio ai disturbi. Le radio dotate di sistema Dab+ restituiscono la medesima qualità audio del CD ed eliminano la necessità di risintonizzare il canale quando ci si sposta.

Oggi il sistema Dab+, combinato con il glorioso Fm, raggiunge circa l’86% della popolazione italiana.

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L’intramontabile audio

Ma perché l’audio non tramonta mai?

Intanto, inutile dire che oggi gli strumenti di fruizione di contenuti audio, tutti in qualche modo figli della radio, si sono moltiplicati. Si pensi ad esempio ai podcast e agli audiolibri (in costante ascesa), oltre a piattaforme social come Clubhouse.

La radio e gli altri media prettamente sonori garantiscono una fruizione più intima ed essenziale. Ed è vero, come già abbiamo detto, che le fake news veicolate dal mezzo sonoro hanno molta meno possibilità di dilagare indisturbate: l’audio non mente, e se ci prova viene beccato.

Un altro motivo del successo di radio e podcast è che l’audio permette una dedizione solo parziale: si può ascoltare un programma spostandosi con mezzo proprio o pubblico, mentre si fa attività sportiva oppure mentre si sbrigano faccende domestiche.

Infine, ci piace pensare che i lusinghieri ascolti di radio e affini siano una sorta di reazione alla sovraesposizione di noi tutti ai social. Che saranno sempre più pirotecnici e sgargianti, ma sembrano sempre meno portatori di informazioni pure e semplici.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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