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Google fa marcia indietro: non eliminerà i cookies di terze parti su Chrome

Google fa marcia indietro sui cookies di terze parti: non li eliminerà dal proprio browser Chrome. Il colosso di Mountain View ha deciso di non eliminare questi piccoli file che permettono agli inserzionisti di tracciare i movimenti online degli utenti e fornire pubblicità più accurate. Precedentemente, Google aveva annunciato che li avrebbe eliminati entro la fine del 2024.

Google cambia rotta sui cookies di terze parti su Chrome

Nel 2020, Google aveva annunciato l’intenzione di eliminare i cookie di terze parti dal browser Chrome entro il 2022. Un piano ambizioso che rientrava nel progetto Privacy Sandbox, nato per rendere la navigazione web più privata. Dopo numerosi rinvii, l’azienda aveva fissato la deadline alla fine del 2024.

Oggi, però, assistiamo a un clamoroso dietrofront. Google ha comunicato sul proprio Blog (tramite Punto Informatico) che non eliminerà i cookie di terze parti, optando invece per una nuova strategia. L’azienda introdurrà in Chrome un’esperienza che permetterà agli utenti di fare scelte informate sulla propria privacy durante la navigazione.

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Questa decisione arriva dopo i primi test delle API Privacy Sandbox, che hanno mostrato il potenziale per aumentare la privacy online senza penalizzare eccessivamente gli inserzionisti. Tuttavia, Google ha ammesso che l’implementazione di queste API richiede uno sforzo significativo da parte di tutti gli attori coinvolti.

La nuova esperienza utente consentirà di gestire le preferenze sui cookie in modo globale sul browser, con la possibilità di modificarle in qualsiasi momento. Google sta già discutendo questa nuova direzione con le autorità di regolamentazione e si impegna a collaborare con l’industria durante l’implementazione.

Nonostante il cambio di rotta, l’azienda assicura che continuerà a sviluppare e migliorare le API Privacy Sandbox. Inoltre, sono in arrivo nuove funzioni per la privacy in Chrome, come la protezione IP per la modalità Incognito.

Resta da capire come evolverà questa situazione: bisognerà valutarne il funzionamento e come utenti, inserzionisti ed editori online accoglieranno la novità.

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Source
Google

Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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