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Recensione Hearthstone: La Sfida di Rastakhan, nel segno dei Loa

L'Anno del Corvo di Hearthstone si appresta a chiudersi, ma non prima di accogliere la terza e ultima espansione del 2018: diamo il benvenuto a Re Rastakhan e ai Loa!

Siamo ormai giunti alle battute finali del 2018, così come siamo vicini alla chiusura dell’Anno del Corvo. Ci riferiamo ovviamente al terzo anno del formato Standard di Hearthstone, quello che ha coinvolto milioni di giocatori del trading card di Blizzard Entertainment e che ha visto protagonisti i più recenti set di carte rilasciati dal Team 5. Abbiamo aiutato gli abitanti di Gilneas a difendersi da Hagatha la Strega e dalle altre minacce di Boscotetro e ci siamo improvvisati assistenti del buon Dr. Boom nella sua ambiziosa Operazione Apocalisse.
Ora è arrivato il turno dei Troll e dei potenti Loa: abbiamo accettato la Sfida di Rastakhan e sviscerato la terza e ultima espansione dell’Anno del Corvo. Certo, il nuovo evento è stato inaugurato solo pochi giorni fa, ma le sue carte hanno già avuto modo di stabilirsi all’interno dell’attuale meta, racimolando i primi pareri dei player e dando vita – nei casi più fortunati – a nuovi, interessanti archetipi. Vi raccontiamo tutto nella nostra recensione.

Benvenuti nell’Arena dei Gurubashi

Con La Sfida di Rastakhan, i giocatori di Hearthstone si addentreranno ulteriormente nell’affascinante lore di Warcraft, approfondendo la conoscenza di una delle razze più eccentriche di tutta Azeroth e ‘visitando’ località esotiche e tuttavia familiari – almeno per i veterani di WoW. Nel primo caso parliamo dei già citati Troll, guidati dal carismatico re che dà il nome a questa espansione e chiamati a raccolta per partecipare alla sfida più attesa da tutti i guerrieri: la location sarà dunque l’Arena dei Gurubashi, dove un pubblico affiatato assisterà a formidabili combattimenti e all’occasionale intervento dei Loa, spiriti e divinità pronti ad assistere gli sfidanti con i loro poteri.

Il background di questo evento è sintetizzato nelle 135 nuove carte del relativo set, in cui troveremo anche stavolta un vasto assortimento di servitori – suddivisi tra Comuni e Leggendari – e magie da adoperare nelle partite Amichevoli e Classificate. Se i Goblin e i Robot dominavano la collezione di Operazione Apocalisse, sono ovviamente i Troll dall’accento partenopeo a tenerci compagnia con la loro contagiosa vivacità – e con i talenti che ci permetteranno di avere la meglio in ladder.

Partiamo ovviamente dalla vera, grande novità de La Sfida di Rastakhan, ovvero la nuova abilità Annientamento, l’unica introdotta in questa espansione. Per innescare l’effetto indicato dalle carte che riportano questa keyword sarà necessario infliggere un quantitativo di danni superiore ai punti Salute di almeno un servitore nemico: in parole povere, se infliggerò 3 Danni a un minion con 2 punti Salute potrò attivare il bonus, come un’evocazione, una carta da pescare, una magia extra e così via. Annientamento si è dimostrata una buona implementazione, ma proprio come il Magnetismo di Boomsday Project non sembra voler stravolgere l’attuale bilanciamento di gioco, limitandosi piuttosto a movimentare lievemente il ritmo di gioco con nuovi e inaspettati effetti per i nostri match.

Discorso analogo vale per gli spiriti e i Loa. I primi sono semplici servitori – solitamente Rari – dotati di abilità passive che spingeranno il giocatore ad adottare tattiche specifiche, al fine di riempire rapidamente sia la mano che il proprio lato della board o per potenziare i minion più piccoli; aggiunte efficaci, ma nulla di troppo pericoloso per un Mago o Stregone equipaggiato con tutte le rimozioni possibili e immaginabili. I Loa affiancheranno invece le Leggendarie di classe nel (vano) tentativo di poter esercitare la propria influenza sul meta, sfoggiando abilità e statistiche da pesi massimi.

Prima di procedere con un’analisi più dettagliata delle carte occorre spendere qualche parola per la Sfida dei Loa, la nuova Avventura PvE inclusa nel nuovo pacchetto d’espansione.

Prendiamo le distanze dalla formula più sperimentale di Boomsday Project per riavvicinarci alle meccaniche di Boscotetro: avremo la possibilità di scegliere uno Spirito, che determinerà la classe – e, dunque, le carte – che utilizzeremo nel corso dell’intera sessione, distribuita in 8 differenti match. Per ogni partita conclusa guadagneremo carte bonus e la possibilità di sceglierne altre tre da aggiungere al mazzo in (continua) fase di costruzione. Il sistema di scelta introdotto con Coboldi & Catacombe risulta sempre azzeccato, ma in questo caso avremmo preferito qualcosa di più originale e ‘fresco’.

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Gli effetti di Rastakhan sul meta

Meta, dicevamo. Le carte de La Sfida di Rastakhan devono fare i conti con un sistema di gioco attualmente dominato da archetipi presenti già da diversi mesi nelle classifiche online, solitamente posizionati ai gradini più alti. Una situazione che non sorprende più di tanto una community che oseremmo definire annoiata, delusa dalle più recenti introduzioni sul fronte contenutistico – Operazione Apocalisse è ormai considerata un vero disastro – e da un bilanciamento fin troppo difettoso.

A tal proposito, il Team 5 di Blizzard non sembra intenzionata ad apportare modifiche troppo corpose all’attuale formula di Hearthstone. Di conseguenza le carte del Re Rastakhan non hanno portato quella ventata d’aria fresca a lungo desiderata dalla community, ma – se non altro – hanno già potuto arricchire numerosi deck, quelli più popolari tra i giocatori del formato Standard e quelli meno noti. Le nuove case di Troll sono dunque gli Odd Paladin e Mage, gli Spell Hunter, gli Even Shaman, i Zoolock, i Control Priest e i Malygos Druid. Per i novizi: no, non è arabo, ma fareste bene a memorizzare questi nomi se vorrete scalare i ranghi di Hearthstone.

Eviteremo di approfondire ogni singola classe per focalizzarsi su quelle tre che ci hanno davvero convinto, accogliendo alcune tra le migliori implementazioni dell’ultima espansione.

Nella nostra Top 3 partiamo dunque del Mago, che ha trovato in Jan’alai, il Dragonfalco un prezioso alleato per attuare la principale strategia dell’Odd Mage: avere il totale controllo della board, sfruttando le abilità dei servitori Elementali (con il supporto di Jaina il Lich del Gelo) e il Potere Eroe potenziato da Baku la Mangialune. Il Loa del Mago potrà evocare il potente Ragnaros se saremo riusciti a infliggere almeno 8 danni con il nostro Potere Eroe; non sarà fondamentale per finalizzare la nostra strategia, ma rappresenta senza dubbio un importante bonus che rafforzerà sensibilmente la nostra offensiva.

Passiamo poi al Cacciatore, classe un po’ bistrattata durante l’intero Anno del Corvo e che ha avuto non pochi problemi negli scontri con i più agguerriti Druidi e Stregoni – i ‘prediletti’ del 2018. Quello degli Spell Hunter è stato considerato uno dei modelli più originali e coraggiosi dell’ultimo biennio, grazie al debutto dell’Arma Leggendaria Rhok’delar, ma non ha mai avuto l’occasione di spiccare tra gli archetipi più solidi del meta. La situazione è leggermente mutata grazie a Zul’jin, nuova carta Eroe che, al costo di 10 Mana, rilancerà su bersagli casuali tutte le magie giocate durante la partita. Una soluzione che abbiamo ritenuto vincente, sia ai fini competitivi che a quelli prettamente ludici.

Concludiamo con il suddetto Druido, che non accenna a scollarsi dalla ladder. I Druid hanno recentemente ritrovato in Malygos il più potente alleato su cui fare affidamento: con +5 Danni Magici, il drago Leggendario può diventare una vera spina nel fianco e il peggior incubo di qualsiasi altra Classe, soprattutto se affiancato da Melmo il Melmoide. Questa lista ha visto l’ingresso di un altro potente servitore, il Loa Gonk, il Raptor, che si occuperà invece di focalizzarsi sugli attacchi fisici del Druido e sulla possibilità di guadagnare Cristalli di Mana extra con l’arma Ramo dell’Albero del Mondo.

La Sfida di Rastakhan: tiriamo le somme

Più che racimolare le principali impressioni su quest’ultima espansione, sarebbe più opportuno farlo in merito all’intero Anno del Corvo. Sarà anche vero che la terza annata del formato Standard ci terrà accompagna ancora per qualche mese – almeno fino alla Primavera 2019 – ma è innegabile che si sia trattata di un’amara delusione per la community di Hearthstone.

Boscotetro aveva introdotto una serie di corpose novità tutto sommato convincenti, a tratti persino entusiasmanti. I nuovi archetipi Pari e Dispari divertono e sono tuttora estremamente efficaci nei match competitivi, come dimostrerebbe un’istantanea dell’attuale meta di gioco. Meno elettrizzante è stata Operazione Apocalisse, nonostante le ottime implementazioni sul fronte dei dimenticati Mech, ma che non sono riuscite a soddisfare le più elevate esigenze della community.

Abbiamo già constatato come, con La Sfida di Rastakhan, gli sviluppatori abbiano preferito non correre rischi, concentrandosi sul perfezionamento del sistema di gioco con novità senz’altro interessanti, ma di scarso impatto nei confronti del meta. Fatto sta che i deck che ci hanno accompagnato nel corso del 2018 hanno accolto più che volentieri le nuove carte, alzando l’asticella del sano divertimento e, allo stesso tempo, potenziandosi con qualche gradito bonus che potrebbe ribaltare le sorti dei match PvP – ma tenendo sempre le dita incrociate, visto il sempre più persistente elemento RNG.

Pro Pros Icon
  • Annientamento funziona piuttosto bene
  • I Loa sono ottime aggiunte per le Classi
  • Modalità PvE divertente...
Contro Cons Icon
  • Poca sostanza sul piano contenutistico
  • Scarso impatto sul meta
  • ...ma poco originale

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Pasquale Fusco

A metà strada tra un nerd e un geek, appassionato di videogiochi, cinema, serie TV e hi-tech. Scrivo di questo e molto altro ancora, cercando di dare un senso alla mia laurea in Scienze della Comunicazione e alla mia collezione di Funko Pop.

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