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La bufala della settimana: l’incendio della biblioteca di Marsiglia (ma in realtà è accaduto tutto a Manila)

Una fake news simile ha riguardato un autodeposito

Chi abbia letto Il nome della rosa, o abbia visto il film con un “Sean Connery grandioso come sempre” (parola di Mereghetti), si ricorderà dello straziante incendio della biblioteca, con Guglielmo da Baskerville che cerca invano di salvare almeno qualcuno dei preziosissimi volumi in essa contenuti.

Come nei momenti più bui del secolo scorso, l’incendio dei libri è un doppio sfregio: fisico, perché appunto si distruggono opere spesso rare e di valore inestimabile. E simbolico, perché il rogo dei libri testimonia la volontà di soffocare determinate idee, quando non una determinata cultura o civiltà.

Eppure, almeno secondo i social, anche nelle settimane scorse sarebbe accaduto qualcosa di analogo. Sarebbe infatti stato appiccato un incendio alla biblioteca di Marsiglia.

Ma quando sarebbe accaduto il fatto, per opera di chi e soprattutto per quale motivo?

biblioteca

L’incendio della biblioteca di Marsiglia

Sulle piattaforme social, dicevamo, nei primi giorni di luglio si è diffusa un’immagine (o, in alternativa, un breve video) che ha fatto il giro del mondo, accompagnata da didascalie che esprimevano tutte un medesimo concetto.

Prendiamone una (tra le più fantasiose) in lingua italiana. Dove tra le altre cose leggiamo: “Questi rivoltosi non sono i francesi…ma gente pagata da Soros […] I rivoltosi hanno bruciato la più grande biblioteca in Francia. La biblioteca dell’Alcazar di Marsiglia comprendeva un archivio di un milione di archivi storicamente significativi.”

In altri post la coloritura è leggermente diversa, e si parla di “migranti”.

Altrove si sottolinea il fatto che “la biblioteca dell’Alcázar conteneva circa 1 milione di documenti, 350.000 dei quali erano di pubblico dominio. Manoscritti medievali…edizioni uniche, opere di grandi pensatori e filosofi…tutte distrutte.”

Comunque, la tesi della stragrande maggioranza di chi ha condiviso la notizia è una: si è trattato di un’azione di protesta da parte dei manifestanti che hanno invaso molte città francesi dopo l’uccisione del diciassettenne Nahel da parte della polizia.

La notizia riportata dalla Fondazione Erri De Luca

La pseudonotizia non ha solo fatto il giro dei social.

Ne ha parlato anche, ad esempio, la Fondazione Erri De Luca, che all’argomento ha dedicato un articolo pubblicato nella giornata di lunedì 3 luglio.

Dove tra l’altro si può leggere: “Un caso del tutto diverso è appena successo. Nella recente rivolta delle città francesi per l’uccisione di un giovane da parte di un agente di polizia, è stata bruciata una biblioteca comunale di Marsiglia. In una notte di scontri e di fuochi la collera l’ha accomunata ad altri edifici di potere. È un malcapitato equivoco.

Ogni rivolta ha bisogno di attingere a libri per fondare se stessa, oppure arde come un carro di paglia. Una biblioteca è l’arsenale di ogni voce in lotta, che trae forza dai libri, oppure grida a vuoto. La cenere della biblioteca comunale di Marsiglia disarma chi l’ha voluta in fiamme.”

Emotività e razionalità

Il fatto che anche siti ufficiali e credibili abbiano riportato l’ipotetica notizia dell’incendio alla biblioteca di Marsiglia dimostra una volta di più come l’emotività possa prendere il sopravvento. Anche se si è in buona fede.

Più facile pensare che invece, dietro l’ampia diffusione della medesima notizia in rete, ci sia la volontà di gettare discredito sui manifestanti francesi, derubricandoli come violenti e incivili.

In ogni caso, è importante ribadire come un controllo incrociato sia sempre, oltre che semplice e rapido, fondamentale.

Perché, ad esempio, nessuna testata giornalistica o telegiornale ha parlato dell’incendio alla biblioteca di Marsiglia?

Il vero incendio

Ma cosa è successo realmente?

Anche in questo specifico caso, e come accade pressoché sempre con le fake news, si parte da un dato di verità e lo manipola a proprio piacimento (e vantaggio).

Come ad esempio riporta il New York Times, il video e le immagini che hanno fatto il giro dei social ritraggono l’ufficio postale di Manila. Che è stato dato alle fiamme il 22 maggio scorso.

Una postilla: la biblioteca di Marsiglia, nel mese di giugno, è stata in effetti vandalizzata durante gli scontri a seguito dell’uccisione di Nahel (i quotidiani francesi hanno mostrato immagini di vetrine andate in frantumi). Ma è stata riaperta dopo pochi giorni.

L’incendio nel deposito di auto di Marsiglia

Analoga la dinamica per cui si è diffusa in rete la notizia dell’incendio a un autodeposito di Marsiglia. Incendio segnalato come ennesimo moto di rivolta conseguente all’omicidio di Nahel.

Anche qui: l’incendio è sì avvenuto, ma in Australia, a Perth, nel mese di aprile. E anche in questo caso non sono mancate le “vittime” eccellenti. La7, ad esempio, ha diffuso il video, come segnala la redazione di Open, anche se successivamente è stato rimosso.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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