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Scrivere musica per videogiochi: la nostra intervista ad Alessandro Galdieri

Compositore della colonna sonora di Daymare: 1994 Sandcastle

Disponibile dallo scorso 30 agosto su PC, PS5, PS4, Xbox Series X|S e Xbox One, Daymare: 1994 Sandcastle è l’ultimo lavoro dello sviluppatore italiano Invader Studio. Un survival horror, sequel di Daymare 1998, caratterizzato da una colonna sonora estremamente curata e immersiva.

Impressionati dal lavoro sulle musiche, abbiamo fatto quattro chiacchiere con chi quella colonna sonora l’ha composta e prodotta, vale a dire Alessandro Galdieri, proprio in occasione dell’uscita dell’OST su tutti gli store digitali.

Per chi non lo conoscesse, Alessandro Galdieri è un produttore, musicista e compositore italiano, anche noto per essere la metà maschile del duo In The Loop, insieme a Valentina Schiavo. Inoltre, se recentemente siete stati a qualche concerto di Giorgieness o Chiara Galiazzo, probabilmente lo avete visto alla chitarra.

Dopo aver firmato la colonna sonora del primo Daymare 1998, uscito nel 2019, Galdieri è tornato sul luogo del misfatto, proponendoci una serie di paesaggi sonori assolutamente maestosi nel sequel Daymare: 1994 Sandcastle. La colonna sonora originale comprende anche un brano chiamato Loneliness, impreziosito dalla potente voce di Cristina Scabbia dei Lacuna Coil.

Questa era la carta d’identità musicale di Alessandro. Tutto il resto ce lo racconta lui.

L’intervista ad Alessandro Galdieri

La collaborazione con Invader Studios è nata nel 2019, quando hai composto la colonna sonora del primo capitolo Daymare 1998, ce ne parli?

“In realtà è nato tutto per caso! Nel 2018, con gli In The Loop, abbiamo partecipato a X-Factor, e poco dopo la messa in onda di una delle puntate mi sono ritrovato sul cellulare un messaggio di Alessandro De Bianchi, uno dei fondatori di Invader Studios. Era rimasto affascinato dal mio modo di fare elettronica, proponendomi di collaborare alla colonna sonora di Daymare 1998, che sarebbe uscito l’anno seguente. Ho accettato subito, anche perchè sono da sempre un fan dei videogiochi. In questo momento, proprio dietro di me, ho una schiera di console collezionate negli anni” 

Com’è stato lavorare a qualcosa di così diverso rispetto alla canonica forma canzone?

“La forma è sicuramente diversa, ma il processo creativo non è così dissimile. In fin dei conti si tratta di esprimersi, di portare agli altri la propria scrittura. Farlo per un gioco, poi, è incredibilmente stimolante, perchè credo che il videogioco sia una forma d’arte a 360 gradi, a mani basse uno dei più interessanti veicoli multimediali di questo secolo. In un videogioco c’è l’aspetto attoriale, di doppiaggio, di design grafico, cinematografico, musicale. Il videogioco è arte pura.”

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A proposito di processo creativo: come nasce la colonna sonora di un videogioco come Daymare: 1994 Sandcastle? Ci hai giocato prima o avevi solo delle reference generiche?

“Sono partito dalla sceneggiatura, quindi ho dovuto immaginarmi buona parte dell’aspetto visivo. Diciamo che ho letto molto e visto poco. Tuttavia, essendo un gioco a tinte horror, sono partito con le idee abbastanza chiare sul mood da restituire. Per le cutscene ho avuto modo di vedere qualcosa, principalmente filmati in cui veri attori, in motion capture, simulavano i movimenti che poi fanno i personaggi nel gioco, ma per il gameplay è stato decisamente un lavoro più di immaginazione, soprattutto per le boss-fight, dove c’è uno schema compositivo diverso”.

Del resto la musica in un videogioco è quella che detta il ritmo, nelle scene di combattimento soprattutto.

“Assolutamente. Nelle boss-fight, ad esempio, era importante trovare lo schema giusto, dato che si tratta di loop che si ripetono con diversa intensità. Le cutscene, invece, sono esattamente l’opposto: lì il lavoro è quasi cinematografico, dato che c’è un minutaggio preciso da rispettare. Di conseguenza la composizione deve avere una struttura più vicina al classico schema di intro, climax e outro. Discorso ancora diverso invece per la sonorizzazione del gameplay, dove l’approccio è più ambient.”

Parli giustamente di approccio cinematografico, in questo senso quali sono state le tue reference?

“Con Alessandro De Bianchi ci siamo detti ‘riprendiamo quel sound sci-fi tipico degli anni ‘90’. Quel sound a là X-Files per intenderci, cercando di restituire quel senso di retrofuturismo che ha permeato la nostra adolescenza”.

C’è anche una predominanza di synth molto scuri, che immediatamente mi hanno fatto pensare al sound di serie come Stranger Things. Come cantava Manuel Agnelli “non si esce vivi dagli anni ‘80”?

“Si, gli anni ‘80 non se ne sono mai andati! Il richiamo a quel mondo c’è, inevitabilmente e anche inconsciamente, più che altro nell’aspetto elettronico. L’immaginario sonoro degli anni ‘80 è pervaso da synth analogici come ad esempio il Prophet. Per la colonna sonora di Daymare 1994 ho utilizzato molti sintetizzatori analogici, tra cui anche il Prophet stesso, ed è stato molto divertente giocare con le manopole”.

Oltre all’aspetto elettronico c’è anche tanta orchestra, me ne parli?

“L’aspetto interessante è stato proprio trovare il giusto bilanciamento tra due mondi così diversi che, mai come nelle produzioni di oggi, sono così vicini. Cinema, serie TV e videogiochi ci stanno abituando sempre di più a questa fusione.

Però qualche chitarra elettrica l’ho sentita. Non si resiste al richiamo delle sei corde?

“Ho dovuto resistere però. Nel primo Daymare ho lasciato più spazio all’aspetto puramente musicale, e quindi c’erano anche molte più chitarre. In questo ho preferito i synth modulari e i riverberi ampi. Volevo assolutamente restituire al meglio il senso di inquietudine della storia”

Chitarre che sono assenti anche in Loneliness, il brano con Cristina Scabbia. Dove tutti avrebbero acceso la distorsione tu hai riposto il manico, come mai?

“Sarebbe stato decisamente troppo stereotipato. Il brano ha una forte componente orchestrale, metterci anche delle chitarre lo avrebbe avvicinato al symphonic metal, e ci saremmo allontanati dal mood del gioco. Diciamo che, come dicono molti musicisti, bisogna imparare a togliere e non mettere”

Less is more! E per la voce? Loneliness ha una melodia bella impegnativa, impreziosita dall’espressività vocale disarmante di Cristina Scabbia. Quando l’hai composta sapevi già che l’avrebbe cantata lei?

“No, inizialmente ho solo composto il brano, registrando una demo piano e voce con un testo inventato in inglese maccheronico. Solo dopo mi sono chiesto chi avrebbe potuto interpretarla al meglio. Mi sono chiesto: ‘quale cantante italiana, appassionata di videogiochi, potrebbe valorizzare una melodia così ricca di sfumature?’. Non ho dovuto pensarci troppo, mi è venuta subito in mente Cristina Scabbia. L’ho proposto ai ragazzi di Invader ed è successo. Dopo meno di 24 ore stavo parlando su WhatsApp con Cristina, che era entusiasta del brano”

Qui Alessandro mi fa uno spoiler che non posso dirvi, quindi vi toccherà giocare a Daymare: 1994 per trovare la domanda. Vi lascio però la risposta, magari riuscite a ricostruire il tutto.

“Ci sono tanti rimandi in questa colonna sonora, alcuni anche ad avvenimenti del primo gioco. Sono un fan delle musiche contestualizzate, adoro collegare una musica a un personaggio o a una storia. In Italia abbiamo una grandissima scuola da questo punto di vista. Mi verrebbe da citarti Armando Trovajoli, o ancora i Goblin: quando pensi a Profondo Rosso o Suspiria hai immediatamente un richiamo sia sonoro che visivo”

Tornando per un attimo al lavoro in studio con Cristina Scabbia, raccontami com’è stato lavorare con una cantante così dotata vocalmente.

“È stato bellissimo. E non è solo una questione tecnica. È stato letteralmente emozionante, per tutti. Cristina si è immedesimata non solo nella canzone, ma nell’intero progetto”

La colonna sonora originale di Daymare: 1994 Sandcastle, composta e prodotta da Alessandro Galdieri, è disponibile da oggi su tutti gli store digitali. Il gioco è invece disponibile dal 30 agosto su PC (via Steam), PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S e Xbox One.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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