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La storia della Roland TR-808: il flop commerciale che ha rivoluzionato la musica

La Fender Stratocaster ha ridefinito l'iconografia rock, ma la TR-808 ha creato il sound hip-hop.

Sedici pulsanti colorati, un mastodontica manopola e un imprescindibile tasto giallo per far cominciare la magia. Parliamo ovviamente dell’iconica Roland TR-808, uno strumento divenuto leggenda, ma che al lancio fu un vero e proprio flop commerciale.

Ma cos’è di preciso la Roland TR-808? Come e in che modo ha rivoluzionato la storia musica? E perché inizialmente fu un flop? In questo nostro articolo vi racconteremo la storia della regina delle drum machine, omaggiando uno degli strumenti analogici più iconici di sempre.

Cos’è di preciso la Roland TR-808?

Mettiamola così: se il rock ha avuto la Fender Stratocaster, l’universo hip-hop e house è stato letteralmente ridefinito dalla TR-808. Si tratta essenzialmente un rhythm composer o, per usare un termine più comune, di una drum machine.

Una drum machine è uno strumento elettronico che viene usato per comporre un pattern ritmico, simulando ciò che acusticamente viene in genere fatto dalle batterie e percussioni.

Nello specifico la TR-808, nata dall’idea di Ikutaro Kakehashi, fondatore della Roland Corporation, è una drum machine analogica che sfrutta la sintesi per generare suoni percussivi. Una vera novità rispetto agli altri rhythm composer dell’epoca, che invece consistevano in campionamenti delle batterie acustiche.

Come funziona la Roland TR-808

La Roland TR-808 presenta un’interfaccia semplice e intuitiva, composta da manopole che consentono di modificare il tono, il volume, l’intonazione e il livello di decay di ogni strumento. Attraverso la 808 è possibile programmare fino a 32 diversi pattern ritmici grazie ai 16 pad che possono essere doppiati.

Per regolare il tempo si utilizza la manopola in alto a sinistra, mentre ai due bassi lati esterni ci sono due pulsanti gialli: a sinistra l’iconico Start/Stop (per avviare e fermare la riproduzione) e a destra un Tap per impostare manualmente i bpm.

La T808 è dotata anche di porte DIN SYNC (precursore del MIDI) per collegarsi con le altre macchine della serie TR. A proposito, qualora ve lo steste chiedendo, TR sta per Transistor Rhythm.

Il flop commerciale che la rese leggenda

Assurdo a dirsi oggi, ma quando venne lanciata nel 1980 la TR-808 fu un vero flop commerciale, al punto da essere rimossa dal mercato tre anni dopo. La Roland aveva infatti adottato una strategia particolare: produrre strumenti per gli amatori e non per professionisti. In tal senso la TR-808 nasce con un obiettivo chiaro: essere semplice e intuitiva. Tuttavia, per poter essere appetibile al mercato degli hobbisti, il prodotto doveva avere un prezzo basso e accessibile.

La TR-808 arrivò sul mercato al prezzo di circa 1200 dollari, cinque volte meno della sua principale concorrente, la Linn LM-1, che usava invece campionamenti digitali di percussioni reali per riprodurre i suoni in modo più realistico. Per abbattere i costi, Roland utilizzò dei transistor di bassa manifattura, alcuni addirittura difettosi, che influirono molto sulla qualità sonora.

Il risultato fu un disastro dal punto di vista commerciale: la TR-808 non suonava assolutamente come una batteria reale. I suoni erano palesemente sintetici e innaturali, e la drum machine venne snobbata dai professionisti del settore, che non la consideravano abbastanza realistica.

Tuttavia, come tutte le belle storie di musica, la protagonista di questo nostro racconto era solo troppo avanti per i tempi. Gli anni ‘80, infatti, videro il definitivo tramonto delle grandi band rock. I nuovi adolescenti, alle chitarre distorte di Jimmy Page e alle batterie di Kate Moon, preferivano le nuove sonorità disco. La musica stava cambiando e la produzione musicale con essa.

Nel giro di poco tempo quei rullanti elettronici così finti da risultare inutilizzabili divennero predominanti nelle produzioni, e la 808 divenne strumento imprescindibile per i nuovi producer. Non è facile stabilire chi fu il primo ad utilizzarla in una canzone di successo, ma tra i primi esempi ci sono sicuramente Sexual Healing di Marvin Gaye e Planet Rock di Afrika Bambaataa.

“It’s not hip-hop without 808”

Se con le nuove sonorità degli anni ‘80 la 808 cominciò a guadagnare consensi, è con l’arrivo della seconda ondata hip-hop che la drum machine divenne simbolo di un intero universo musicale. Precursori e leggende come Afrika Bambaataa, Beastie Boys, Public Enemy e Run DMC fecero della cassa della 808 un suono distintivo e riconoscibile, anche grazie alle intuizioni geniali di Rick Rubin.

Shocklee dei Public Enemy arrivò ad affermare, parlando della cassa della 808, che “it’s not hip-hop without that sound”. Letteralmente: non è hip-hop senza quel suono.

Sarebbe però banale e ingiusto affermare che la 808 abbia avuto successo solo nel mondo hip-hop. La drum machine diventerà di uso comune anche per molti altri generi musicali, venendo utilizzata da artisti molto diversi tra loro. Alcuni esempi? Solo per citarne alcuni: New Order, Daft Punk, Kraftwerk, Depeche Mode, Prince, Talking Heads e Whitney Houston. Avete presente poi le batterie di In the Air Tonight di Phil Collins e di Beat It di Michael Jackson? Indovinate un po’ da che strumento provengono.

Kanye West ha dedicato alla drum machine un intero album chiamato 808 & Heartbreak, nel quale ha utilizzato solo la TR-808 per le sezioni ritmiche.

La TR-808 oggi

Insomma la Roland TR-808 è a tutti gli effetti uno degli strumenti musicali più influenti e riconoscibili della storia. La drum machine è utilizzata ancora oggi, sia in versione VST (Virtual Studio Technology) che fisica, per gran parte delle produzioni hip-hop, pop, trap, house, techno e molto altro. Il suo suono ha contribuito a definire lo stile e l’identità di molti generi musicali e ha ispirato generazioni di musicisti e produttori.

La 808 è stata celebrata in documentari, libri, mostre e festival dedicati alla sua storia e al suo impatto culturale. Lo strumento ha anche forgiato il linguaggio comune: il termine “808” è comunemente usato per indicare un determinato suono di cassa (e anche in una fastidiosissima pubblicità su Spotify).

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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