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Com'è cambiato

Come sono cambiati: gli occhiali

L'evoluzione degli occhiali da vista nel corso dei secoli

Cari miopi, astigmatici, presbiti e lettori con disturbi visivi, la rubrica “Come è cambiato” oggi è tutta dedicata a voi. Dopo aver sciorinato la storia di alcuni degli oggetti di uso comune più noti di sempre, abbiamo deciso di concentrarci sull’invenzione degli occhiali. E a buona ragione. A quanto pare, infatti, gli studiosi ritengono che gli occhiali da vista siano tra le prime cinque invenzioni più importanti della storia dell’uomo. Al pari del fuoco e della ruota, per intenderci. Andiamo allora a scoprire chi è stato davvero l’inventore di questo oggetto meraviglioso che nel corso dei secoli ha permesso di risolvere i disturbi visivi a miliardi di persone.

L’invenzione degli occhiali: quando tutto ha avuto inizio

L’invenzione degli occhiali affonda le sue radici nel I secolo d.C. Già Seneca e Plinio, infatti, scrissero di alcuni metodi innovativi per correggere i disturbi della vista. Ma fu Ibn al-Heitam, studioso ed astronomo arabo, ad ipotizzare che un paio di lenti levigate potessero essere una buona soluzione ai fini del miglioramento – e ingrandimento – ottico. E nonostante non sia attribuita a lui la paternità degli occhiali da vista, il suo “Libro dell’ottica” fu di fondamentale importanza nella storia di questa invenzione. Tradotto in latino nel 1240, il testo cominciò ad essere apprezzato soprattutto all’interno delle comunità monastiche, dove i principi di al-Heitam si concretizzarono in un oggetto strepitoso, la “pietra da lettura”.

In realtà, questo oggetto assomigliava più ad una lente di ingrandimento che ad un paio di occhiali veri e propri, ma il principio di funzionamento era lo stesso. Si trattava di una lente dalla forma semi-sferica, realizzata in cristallo di rocca e quarzo, che permetteva di ingrandire le lettere poggiandola su una qualunque pagina scritta. Ora, non possiamo definire queste pietre da lettura come occhiali, ma come i loro più prossimi antenati sì. Anzi, a quanto pare questa invenzione è proprio attribuita ad un frate del monastero di Santa Caterina di Pisa, Alessandro Della Spina. Di lui si è scritto: “modesto e buono, il quale quello che fatto vedeva sapeva egli rifare. Gli occhiali (ocularia) che altri per primo aveva fatto e non voleva comunicarne il segreto, fece egli ed a tutti comunicò lieto (ylari) e volonteroso“. Un’invenzione portentosa, che sarà però migliorata soltanto nei secoli a venire.

invenzione occhiali

Dalle pietre di lettura agli occhiali: l’evoluzione di Murano

Dove altro poteva avere luogo l’evoluzione degli occhiali da vista se non a Murano, uno dei più noti centri per la lavorazione del vetro nell’Italia del XIII secolo? E fu proprio qui, in questa piccola isola a nord di Venezia, che per la prima volta si riuscirono a montare due lenti convesse in cerchi di legno, tenuti tra loro da un segmento e un rivetto. Nacquero così gli “occhiali a rivetto”. Questi, però, non avevano alcun elemento che li potesse tenere fissi sul naso, e dovevano essere tenuti con la mano davanti agli occhi dalla stesso portatore. Per quanto ancora non fosse pratico, l’uso di questi occhiali era molto diffuso. Tanto che Tomaso di Modena li raffigurò negli affreschi della Sala del Capitolo del convento domenicano di San Nicolò a Treviso. E questa è solo una delle tante testimonianze storiche della diffusione di questo oggetto.

Nel corso dei decenni, la richiesta di occhiali si fece sempre più massiccia, tanto che Venezia fu costretta a imporre rigide regole sulla lavorazione del vetro per evitare di perdere il suo primato nella produzione. E così, dopo il 1300 soltanto coloro che seguivano le regole dei produttori di Murano potevano fabbricare quello che era chiamato il “vetro per gli occhi“. Chiaramente, con il passare del tempo i mastri vetrai apportarono alcune interessanti modifiche agli occhiali. Tra queste la decisione di sostituire il legno con il piombo (più pesante e resistente). O quella di optare per un arco in sostituzione del segmento a rivetto. Oppure ancora di aggiungere un supporto che permettesse alle persone di indossare le lenti anzichè tenerle con le mani. E così, attorno al XVI secolo circa, gli occhiali cominciarono ad avere l’aspetto che conosciamo oggi. O quasi.

invenzione occhiali

L’industria degli occhiali da vista

Nonostante l’invenzione degli occhiali sia molto antica, soltanto nel XVIII secolo questi cominciarono ad avere l’aspetto che conosciamo oggi. Il vero grande dilemma dei mastri vetrai, infatti, era come riuscire a tenere le lenti aderenti al viso, così da permettere alle persone di leggere e vedere senza alcun fastidio. Fu allora che un po’ ovunque nel mondo si cominciò a cercare una soluzione affinchè gli occhiali potessero essere indossati in modo pratico. Una brochure dell’ottico inglese Scarlett, datata al 1728, mostra l’esistenza di occhiali dotati di un ponte sul naso e di un paio di aste che tenessero le lenti ferme poggiando dietro le orecchie. I cosiddetti “occhiali con aste“, comparsi nel 1800 e arrivati sino ai giorni nostri. Chiaramente con non pochi accorgimenti di design che li hanno resi più comodi e pratici da indossare.

Ma se da un lato ci si è concentrati sul design degli occhiali, dall’altro si è lavorato molto anche sulle lenti. A quanto pare, infatti, inizialmente gli occhiali furono pensati soltanto per i presbiti. E solo in un secondo momento si lavorò a un paio di lenti che potessero correggere anche il disturbo visivo della miopia. Solo nel Novecento, però, si cominciò a lavorare davvero sulla tecnologia degli occhiali da vista. Nel 1908, per la precisione, fu ZEISS a cominciare a lavorare su lenti che permettessero di godere della visione dell’intero campo visivo. Le ricerche furono seguite dagli scienziati Moritz von Rohr e Allvar Gullstrand – Premio Nobel -, che si concentrarono soprattutto sui problemi di vista di pazienti con cataratta.

Nacquero così le Punktal, le prime lenti a punto focale che permettevano finalmente di vedere anche attraverso le zone periferiche della lente stessa. Un traguardo importante, considerando che prima si era costretti a girare la testa ogni qual cosa si volesse vedere qualcosa fuori dal proprio campo visivo. Ma questa non fu la sola invenzione di ZEISS. Nel 1935, infatti, il gruppo lanciò sul mercato la prima montatura che rimaneva attaccata al volto di chi la indossava. E questo segnò l’effettiva creazione del primo paio di occhiali moderni.

invenzione occhiali smart

Dagli occhiali da vista agli smart glasses

Prima di riuscire a capire qual è stato il gigantesco salto evolutivo che ci ha portati dagli occhiali di ZEISS ai Google Glass, è bene precisare che l’evoluzione è legata alla nascita della Realtà Aumentata. Questa, a quanto pare, si fa risalire al 1966, quando Ivan Sutherland mise a punto il primo dispositivo AR della storia, “The Ultimate Display”. Nei decenni a venire, furono molto i ricercatori che lavorarono ad un dispositivo che permettesse agli utenti di percepire un mondo aumentato. E gli occhiali si rivelarono sin da subito una soluzione perfetta. Vuforla, ad esempio, è stato uno dei primi gruppi di sviluppatori a mettere a punto una tecnologia per occhiali che permettesse di riconoscere e mappare immagini e oggetti 3D in tempo reale. Poi, attorno al 2012, fu Valve a svelare un prototipo di occhiali per la realtà aumentata.

Nel 2013, poi, fu la volta dei Google Glass, gli occhiali smart più attesi di sempre. Un progetto che però “muore” nel 2016, dati i numerosi problemi incontrati per via della violazione della privacy da parte del dispositivo. Ma Zuckerberg intende subito il potenziale di occhiali che permettano di accedere alla Realtà Aumentata, e si mette a lavoro su un progetto simile. D’altronde, poter accedere dagli occhiali alle App di Instagram e Facebook, o alle funzioni di Google, è un enorme passo in avanti per i colossi del settore. Ma per quanto la tecnologia possa essere di supporto, gli smart glasses rappresentano anche un “pericolo” non indifferente per gli utenti. Ecco perchè ci vorrà ancora molto tempo prima di poter mettere le mani su un dispositivo tanto avanzato.

D’altronde, l’invenzione degli occhiali ci ha insegnato che la strada è lunga. E va percorsa lentamente se si vuole raggiungere un ottimo risultato.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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