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Medusa Deluxe, la recensione del film d’esordio di Thomas Hardiman

La nostra recensione del film distribuito da Mubi

Mentre, nei mesi estivi, piccoli e grandi centri propongono rassegne cinematografiche all’aperto (e potrebbe essere per molti l’occasione di riscoprire grandi classici o imbattersi in giovai registi di talento), anche le migliori piattaforme di cinema in streaming offrono belle sorprese ai propri utenti.

È ad esempio il caso di Mubi, la piattaforma più attenta al cinema di qualità, che è anche casa di produzione e distribuzione. Ve l’abbiamo presentata in un altro articolo.

E la pellicola di cui ci occuperemo oggi, Medusa Deluxe, è proprio distribuita da Mubi. Dove è disponibile per gli abbonati a partire dalla giornata di venerdì 4 agosto.

MEDUSA DELUXE Still 2

Medusa Deluxe: il regista

Medusa Deluxe è il lungometraggio d’esordio di Thomas Hardiman, giovane regista britannico che ha già all’attivo qualche lungometraggio (due dei quali saranno visibili su Mubi dal 14 agosto).

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Lungometraggi in cui già si vede, in embrione, quel gusto per la sperimentazione che innerva Medusa Deluxe.

La trama

Un grande e labirintico edificio ospita, anzi dovrebbe ospitare, una gara regionale per parrucchieri. Ma il contest viene interrotto per l’apparente e brutale omicidio di uno dei concorrenti, che viene trovato scotennato.

La tensione, tra parrucchieri, modelle e altre figure che a diverso titolo stavano dando il loro contributo alla riuscita della kermesse, è altissima.

E attraverso una fitta rete di dialoghi spesso iperrealistici (con più di una strizzata d’occhio a Quentin Tarantino) ciascun personaggio sospetta di altri, e allo stesso tempo lascia trasparire le proprie insicurezze e manie.

Un finto giallo

La trama gialla in Medusa Deluxe è un pretesto per far ribollire (ma mai esplodere, e in questo Hardiman è bravo a mantenere alta la tensione) sentimenti vari, e più o meno sottaciuti, che legano tra loro i personaggi.

Se i dialoghi palesano bene ogni nevrosi, due espedienti stilistici – assolutamente non gratuiti – danno originalità al film e ne esaltano l’atmosfera particolarissima. Quali sono?

MEDUSA DELUXE Still 3

Il piano sequenza e la saturazione dei colori

Il primo espediente ha un illustre predecessore in Nodo alla gola di Alfred Hitchcock (noto in Italia anche col nome di Cocktail per un cadavere).

Si tratta di un virtuosismo tecnico: quello di girare – o meglio, di dare l’impressione di girare – l’intero film in un unico piano sequenza. Ovvero senza mai staccare la macchina da presa dai personaggi. Qui questa scelta, avvalorata anche dalla tortuosità dell’edificio dove si svolge la vicenda, è come se moltiplicasse il grado di partecipazione emotiva dello spettatore, che segue le varie peripezie e i vari punti di vista dei protagonisti, quasi tutti accusatori ma anche possibili colpevoli.

Per l’intero svolgimento del film, poi, tutte le tinte sono estremamente sature (un plauso a Robbie Ryan, direttore della fotografia). La soluzione rispecchia il mondo degli hair stylist, anzi ne ingigantisce l’aspetto finzionale, sino a investire lo svolgimento stesso della vicenda. Quello a cui stiamo assistendo, viene da chiedersi, fino a che punto è vero?

Gli attori

Medusa Deluxe funziona grazie anche a un cast affiatatissimo, nelle vesti di un gruppo di personaggi quanto mai eterogenei e tutti ipercaratterizzati. Thomas Hardiman, inoltre, è bravissimo a dosare in modo quasi millimetrico lo spazio di ciascuno.

Abbiamo l’energica e aggressiva Cleve (Clare Perkins), a cui dobbiamo lo strepitoso monologo inziale. E poi l’eccentrica Divine (Kayla Meikle), il fulcro dell’evento – in quanto organizzatore della gara – René (Darrell D’Silva), l’inquietante addetto alla sicurezza turco Gac (Heider Ali), il diafano amante del defunto, Angel (Luke Pasqualino), oltre a una serie di modelle tanto splendide quanto strampalate.

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Perché vedere Medusa Deluxe

La trama gialla, dicevamo, è solo un pretesto. Ma la sceneggiatura tutto sommato ridotta all’osso non disturba, perché il vero motore della pellicola è lo scavo psicologico di un ambiente che dovrebbe offrire soluzioni quanto più vicine alla perfezione estetica. Ma i colori saturi, di cui abbiamo già parlato, sono il primo segnale che tanta bellezza soffoca (a fatica) profondi problemi personali e relazionali.

Le trovate tecniche in Medusa Deluxe non appaiono fine a se stesse. Tranne forse (ecco l’unico punto debole) nel finale, dove il film si trasforma in un musical che restituisce allo spettatore un happy end un po’ stonato, e che rischia di depotenziare tutta la tensione fin lì abilmente distribuita.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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