Nielsen, su commissione di Intel, ha svolto una ricerca chiamata “Italiani e Tecnologia“, con lo scopo di inquadrare l’esperienza e le aspettative dei consumatori per la tecnologia di oggi e di domani. Andiamo quindi ad analizzare insieme i risultati.
“Italiani e Tecnologia”
La tecnologia nei prossimi 50 anni
Gli italiani dimostrano di avere un rapporto positivo con la tecnologia, basato sulla fiducia. Il 58% infatti considera gli strumenti tecnologici importanti per la vita di tutti i giorni, mentre il 31% ritiene che la tecnologia aiuti a vivere meglio ogni aspetto della propria vita, e che non potrebbe farne a meno. La positività degli italiani si riflette anche nelle aspettative verso lo sviluppo futuro della tecnologia, visto con favore dall’86% del campione.
Guardando al futuro, i settori dove i consumatori si aspettano una vera esplosione sono le auto a guida autonoma, l’intelligenza artificiale e le terapie genetiche. Secondo gli italiani, infatti, in queste tre categorie rientrano i prodotti e i servizi più innovativi che saranno utilizzati nella vita di tutti i giorni tra 50 anni, rispettivamente con il 71%, 64% e 62% dei consensi.
Quando si parla invece di migliorare la vita delle persone le priorità cambiano: infatti l’opinione pubblica si aspetta che nei prossimi 50 anni i progressi della tecnologia aiuteranno a risolvere le grandi sfide globali. Gli sviluppi tecnologici in campo energetico e medico vengono visti come quelli che contribuiranno maggiormente a migliorare la vita delle persone. L’energia rinnovabile è al primo posto con il 69% dei consensi. Segue la medicina genomica per eliminare malattie rare e cancro (67%), mentre al terzo posto troviamo i trapianti di organi con tessuti artificiali (64%).
La tecnologia nei prossimi 25 anni
Se invece andiamo a considerare un orizzonte temporale più breve, di 25 anni, e ci focalizziamo sugli strumenti che ci si aspetta saranno più utili per lavorare, scopriamo che il mondo immaginato dai professionisti è fatto da grandi capacità di elaborazione, anche a distanza con potenti connessioni, e strumenti come PC e smartphone. Il 57% dei professionisti infatti vede i PC sempre al primo posto come strumento più utilizzato. Seguono il Cloud (55%), tecnologie e connessioni 5G (52%), gli smartphone (51%) e l’intelligenza artificiale (50%).
Qualche incertezza su AI e 5G
Riguardo alla diffusione dell’intelligenza artificiale, oggi il 52% dei consumatori dichiara di utilizzare dispositivi che supportano applicazioni basate sull’AI, percentuale che sale per i professionisti (58%.) Tra le soluzioni attualmente più usate dai consumatori troviamo i traduttori linguistici (57%), gli assistenti mobile (45%) e i dispositivi ad attivazione vocale (36%). Percentuali che diventano ancora più consistenti tra i professionisti (rispettivamente 60%, 57% e 43%). La realtà è però diversa rispetto alla percezione dei consumatori: infatti l’AI è impiegata in molti più campi di quelli identificati dagli intervistati. Dalla ricerca sul cancro alla lotta alle frodi finanziarie, fino al marketing e la data analysis, l’intelligenza artificiale trova già largo utilizzo anche in maniera non del tutto evidente agli utenti.
Allo stesso modo, anche per il 5G i dati mostrano una scarsa consapevolezza da parte dei consumatori per quanto riguarda i vantaggi e le potenzialità. È stato chiesto loro quali cambiamenti pensano che l’introduzione del 5G porterà con sé. Le risposte più votate sono una migliore banda per gli smartphone (popolazione totale 50%, professionisti 54%) e PC in grado di connettersi ovunque (popolazione totale 50%, professionisti 55%). Ma il 5G è molto più di questo: la nuova generazione di rete mobile connetterà miliardi di dispositivi ed oggetti intelligenti, rendendo Internet e le applicazioni da remoto ancora più pervasivi e fondamentali alla vita di tutti i giorni.
Il PC di oggi e di domani
Il PC si conferma uno strumento fondamentale, e che non perderà in futuro rilevanza. Il Personal Computer (desktop o laptop) resta oggi uno strumento assolutamente preferenziale per l’impiego di programmi che agevolano l’attività lavorativa (come i software per l’uffico o di produttività personale). A pensarla così è il 91% degli intervistati. L’80% utilizza il PC per sfruttare programmi specifici per il proprio lavoro (come ad esempio Autocad o Photoshop), mentre il 70% dichiara di utilizzare un PC per lo studio. Nel complesso, analizzando il modo in cui sono utilizzati, emerge che i PC oggi sono uno strumento indispensabile soprattutto per lavorare e creare contenuti. Restano tuttavia ampiamente usato anche per altre funzioni, come leggere e rispondere alle e-mail (88%) o cercare informazioni (76%).
Sei ore sono una soglia di durata che scandisce a grandi linee la differenza tra un uso professionale e un uso “casalingo”. Infatti, il 56% dei professionisti supera questo limite, e dichiara di utilizzare il PC per oltre 6 ore al giorno. Al contrario, guardando alla popolazione generale, il 63% non arriva mai a utilizzarlo più di 6 ore al giorno, e solo il 20% arriva effettivamente a sfiorare questo limite. Il 24% invece lo utilizza almeno 2 ore, e il 19% tra le 2 e le 4 ore al giorno.
Il PC del domani
Ad ogni modo, la durata della batteria si conferma fra le caratteristiche principali che i consumatori vorrebbero migliorare nel proprio PC, con il 30% dei consensi. La durata ritenuta oggi ideale è compresa tra le 12 e le 18 ore, a pensarla così ben il 58%, percentuale che aumenta tra i professionisti fino a 63 punti. Ma la maggior parte dei pareri da parte degli intervistati converge su un’altra caratteristica che vorrebbero migliorata nei PC: la velocità di calcolo e delle prestazioni in generale (31%).
Guardando in avanti alle possibili evoluzioni dei PC nei prossimi 25 anni, il quadro cambia. Le aspettative dei consumatori, in questo caso, si concentrano sulla leggerezza e sul formato. Il 29% prevede che la prossima evoluzione nel mondo dei PC riguarderà l’introduzione di portatili senza tastiera meccanica e interamente touch (29%), il 27% invece prevede PC sempre più leggeri e sottili, pur mantenendo uno schermo da 13 o 15 pollici.
Al terzo posto tra le evoluzioni possibili troviamo che consumatori (22%), ma soprattutto i professionisti (27%), già immaginano la diffusione del computing tascabile, ovvero piccoli moduli, schede o penne in grado di trasformare qualsiasi schermo in un PC. Una parte di loro (6%) invece pensa a dei mini-PC portatili, senza schermo e che si possano collegare ad un monitor.
Per maggior informazioni su Nielsen è possibile visitare il sito ufficiale della compagnia.
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