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La casa di carta: il caso non è solo quello della rapina | Perché guardarla?

Oggi andiamo alla scoperta di una delle serie Netflix di maggior successo di sempre.

Il caso de La casa di carta (scusate il gioco di parole) è uno dei più affascinanti degli ultimi anni per quanto riguarda il mondo seriale. Uno show che ha letteralmente travolto il mondo, diventando uno dei fenomeni più importanti del settore quasi completamente a sorpresa. È davvero difficile che non ne abbiate mai sentito parlare, ma magari non vi siete mai convinti a dargli una chance. E allora interveniamo noi come fossimo nuovi alleati del Professore per spiegarvi perché guardare La casa di carta.

La casa di carta, di cosa parla la serie Netflix?

il professore illustra il piano ne la casa di cartaMadrid, Fábrica Nacional de Moneda y Timbre o per dirlo in termini più semplici, la Zecca di Spagna. È questo l’obiettivo della grande rapina progettata da una banda di rapinatori davvero sui generis. Un insieme di personaggi caratterizzati da una grande teatralità, che si presentano con un’iconica divisa rossa e una maschera che riprende il volto di Salvador Dalì e che vogliono mettere al segno un colpo eccezionale, stampando milioni e milioni di euro per poi fuggire.

Seguiamo quindi le avventure di questi ladri d’eccezione che, un po’ come le Iene di Quentin Tarantino, scelgono di chiamarsi solo con pseudonimi. Niente colori però, ma città da tutto il mondo. A guidare l’impresa di Tokyo, Denver, Nairobi, Berlino e tutti gli altri c’è una figura carismatica, il Professore. È lui l’uomo che dirige le operazioni da fuori, che ha messo insieme la banda e che soprattutto ha messo a punto il piano. Una mente geniale capace di essere sempre un passo avanti rispetto alle Forze dell’Ordine. Ma sarà davvero così? E soprattutto, saranno capaci i rapinatori di mettere in atto quanto progettato sulla carta? Cosa succederà se qualcosa dovesse andare storto?

Di base, La casa di carta è definibile come un caper (detto anche heist), uno di quei racconti incentrati su un grande colpo da mettere a segno. In un’inversione dei ruoli tradizionali, ci troviamo a fare il tifo per i criminali, a caccia dell’impresa della vita che li renderà ricchissimi. Per farcela però dovranno superare incredibili difficoltà, imprevisti e seguire un piano intricatissimo, pieno di colpi di scena e sorprese.

Lo show al contempo da molto risalto alle vite personali dei personaggi e le loro relazioni. Nonostante le precauzioni, i rapinatori si troveranno presto legati tra loro da relazioni di diverso tipo, che sia amore o una semplice amicizia fortissima. E questi legami non saranno solamente interni alla banda, ma non vogliamo svelarvi troppo…

Perché parlare di un caso? Perché è una sorpresa

rio ne la casa di cartaLa casa di carta non è una serie che apparentemente era destinata al successo planetario che ha avuto. Innanzitutto perché si tratta di uno show nato in Spagna, una Nazione che non ha un’industria dello spettacolo così affermata oltre i suoi confini (con le dovute eccezioni illustri, come Almodóvar e Buñuel) soprattutto se confrontata a . Il problema della lingua si supera con doppiaggio e sottotitoli, ma l’influenza delle origini iberiche si sente comunque.

L’operazione che l’ha portata al grande pubblico mondiale è stata poi curiosa. Lo show ha infatti debuttato su Netflix settimane dopo la conclusione della messa in onda in patria della prima (e all’epoca unica) stagione. Non solo, ma è arrivata in una versione rimaneggiata, con i diversi episodi montati in maniera differente, aumentandone il numero. Addirittura, la parte finale è stata distribuita in un secondo momento, tenendo in sospeso per mesi il pubblico di tutto il mondo. A parte quello spagnolo, che già sapeva tutto.

Eppure, nonostante questo lancio bizzarro, è esplosa rapidamente. In poco tempo il passaparola l’ha resa LA serie di cui si parlava al bar, usciti con gli amici, riuscendo a restare al centro dell’attenzione anche piuttosto a lungo. Un successo che ha spinto Netflix a produrne altre due stagioni (o tre parti, che dir si voglia), finanziandole autonomamente.

Ma la più grossa sorpresa è proprio per La casa di carta in sé

tokyo insieme ai colleghi rapinatori di dalìQuando un prodotto diventa così popolare, è naturale nell’era di Internet che le opinioni si polarizzino. Con il passare del tempo soprattutto, a fianco dei fan sfegatati del Professore e dei suoi adepti sono emersi quelli che criticano violentemente questo show. E al di là dei toni accesi di cui faremmo volentieri a meno, è difficile dire che siano completamente nel torto. Insomma, diciamocelo chiaramente: La casa di carta non è un esempio di televisione eccezionale.

Rispetto ad altre serie TV di cui abbiamo parlato in questa rubrica, questa è da un punto di vista critico decisamente inferiore. Se da un lato tecnico tiene piuttosto bene (considerato anche il budget ridotto della prima stagione), già qualcosa di più scricchiola dal lato della scrittura. Non mancano infatti svolte di trama quantomeno forzate, scelte difficili da giustificare e dialoghi non particolarmente brillanti.

Soprattutto è contestabile il ricorso continuo all’amore per creare conflitto tra i personaggi. È un potente driver narrativo, ma andrebbe usato con maggior moderazione, soprattutto in una storia come questa, che ha un contesto diverso. Il paragone con le soap opera è sicuramente impietoso, ma il fatto stesso che venga evocato è un problema di per sé.

Perché quindi La casa di carta ha avuto successo? E perché dovremmo guardarla?

la squadra de la casa di carta
Foto: Roberto Garver

Non siamo qui però per smontare questo show, ma anzi per spiegare perché meriti di essere visto e la risposta è piuttosto semplice: perché sa prendere.

Per quanto abbia indubbiamente dei problemi, anche oltre a quelli che abbiamo citato qui sopra, la verità è che sa coinvolgere a pieno e fa venire voglia di scoprire come va avanti. Da una parte perché è dotato di un’iconografia potentissima capace di catturare da subito l’attenzione. Dall’altra perché è capace di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, dando contentini sia a chi è più interessato alle storie d’amore che a chi vuole semplicemente seguire l’andamento della grande rapina.

E ancora, aiutano sicuramente determinati personaggi estremamente riusciti, da entrambi gli schieramenti. Si pensi ad esempio al ‘villain’ Arturo Román, direttore della Zecca, una delle figure più istantaneamente odiabili dai tempi di Joffrey Baratheon. Oppure dall’altra parte al cervellotico Professore, che ha dalla sua l’abilità incredibile di risolvere ogni problema e mostrarsi sempre più avanti degli altri.

Se tutto questo ancora non bastasse, la vera ragione per cui La casa di carta va visto (o almeno merita una chance) è che è un fenomeno talmente particolare e gigantesco che non può non essere conosciuto e studiato. Indagare sul perché questo show funzioni così bene, su quale sia stato il contributo di Netflix in questo risultato eccezionale è appassionante quasi quanto scoprire se il Professore riuscirà o meno a portare a termine il colpo.

Insomma, anche solo per poterne parlare con gli amici quando uscirà la conclusione attualmente in lavorazione, dovreste provare a dargli una chance. Chissà che questi rapinatori non riescano a rubare anche il vostro di cuore.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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