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In arrivo LeCoVax2, vaccino sviluppato dalla Statale di Milano

Allo studio un innovativo siero contro il Coronavirus. Sarà possibile assumerlo per via orale

LeCoVax2 è in fase di ottimizzazione all’Università Statale di Milano, che lo sta sviluppando in collaborazione con VisMederi Research.

Si tratta di una nuova tipologia di vaccino contro il Covid-19, diverso dagli attuali. E si candida a essere l’importante contributo italiano alla lotta alla pandemia da Coronavirus.

Cos’è LeCoVax2

Abbiamo detto che LeCoVax2 mostra elementi di novità rispetto a tutti i sieri che si stanno inoculando in tutto il mondo. Proviamo a capire perché.

L’attuale composto, del quale sono stati depositati due brevetti lo scorso febbraio, si differenzia da quelli finora somministrati. Che, in breve, prevedono la produzione di proteine del virus nelle cellule dei vaccinati.

Invece, LeCoVax2 si basa su un microrganismo unicellulare modificato, in grado di produrre e trasportare le proteine virali che fungono da antigeni e stimolano la produzione di anticorpi nel vaccinato. Il microorganismo in questione è la Leishmania tarentolae, non patogena per l’uomo e somministrabile in forma inattivata.

LeCoVax2

LeCoVax2 e il ruolo del microorganismo

Sono i coordinatori dello staff di ricerca a spiegare il ruolo centrale della Leishmania tarentolae.

Dice Sara Epis: “Leishmania tarentolae è una sorta di micro-fabbrica, utilizzabile per la produzione di proteine molto simili a quelle prodotte nelle cellule di un mammifero, ad esempio da un virus durante l’infezione o da un vaccino a Rna. Una volta inoculate, le proteine virali prodotte nella Leishmania agiscono come antigeni virali in grado di stimolare la produzione di anticorpi”.

Il microorganismo, spiega Claudio Bandi, “penetra nelle cellule dendritiche che intervengono nelle prime fasi della risposta immunitaria. Pertanto, l’uso di Leishmania permette di veicolare queste molecole direttamente alle cellule centrali nell’induzione della risposta immunitaria”.

LeCoVax2 e la somministrazione per via orale

Gian Vincenzo Zuccotti aggiunge un dato importante sulla commercializzazione di LeCoVax2. Le sue caratteristiche lo rendono particolarmente adatto alla somministrazione nei Paesi via di sviluppo. Perché, dichiara Zuccotti, “può essere sviluppato in preparati liofilizzati reidratabili. E può essere pensato per una somministrazione per via mucosale, ad esempio orale, cosa che ne faciliterebbe l’utilizzo, aspetto importante se la vaccinazione anti-Covid dovesse essere ripetuta nel corso degli anni.

Nelle prossime settimane procederemo con le indagini precliniche su LeCoVax2, soprattutto per la definizione della formulazione più idonea per l’utilizzo negli studi clinici”.

LeCoVax2: chi lo sviluppa, a che punto siamo

LeCoVax2 è frutto di un lavoro di ricerca coordinato da Bandi, Epis e Zuccotti del Centro di Ricerca Pediatrica Romeo ed Enrica Invernizzi dell’Università degli Studi di Milano. Lo sviluppo sta avvenendo in collaborazione con Emanuele Montomoli, responsabile scientifico di VisMederi Research srl oltre che docente presso l’Università di Siena.

Due i brevetti già depositati lo scorso febbraio, anche se a oggi non c’è ancora alcuna pubblicazione. I ricercatori prevedono tuttavia che un primo report uscirà nelle prossime settimane.

Nel frattempo la sperimentazione è a livello preclinico e le prime prove, raccolte su modello animale, hanno avuto un esito positivo.

A esprimersi sugli esiti delle prime sperimentazioni è Emanuele Montomoli di VisMederi Research. Queste le sue parole: “Sulla carta, LeCoVax2 risultava promettente sin dalle prime fasi di sviluppo. Ma solo nelle ultime settimane abbiamo ottenuto i risultati sperimentali che hanno provato la sua efficacia come induttore di una risposta anticorpale specifica. Lo studio è stato effettuato su modello murino (la più diffusa sottofamiglia di topi) e ha permesso di rilevare la produzione di anticorpi in grado di neutralizzare il virus SARS-CoV-2”.

vaccino covid

Il finanziamento del progetto

Lo sviluppo di LeCoVax2 è stato reso possibile grazie al finanziamento della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, che nel 2016 ha consentito la costruzione del Centro di Ricerca Pediatrica Romeo ed Enrica Invernizzi dell’Università Statale di Milano.

Le attività di ricerca hanno avuto il supporto di numerosi ricercatori dell’Università di Milano e dell’istituto di ricerca VisMederi Research, ma anche della Direzione Innovazione e valorizzazione delle conoscenze, sempre della Statale.

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Dopo il vaccino di ReiThera

Per quanto ancora agli inizi dello sviluppo, LeCovax2 potrebbe rappresentare il grande contributo italiano alla lotta contro il Covid, oltre che l’ennesimo successo in ambito scientifico dei ricercatori nostrani.

Il siero della Statale andrebbe così a cancellare una pagina finora controversa: quella del vaccino di ReiThera, altro siero made in Italy.

Ricordiamo che il finanziamento al Grad-Cov-2, questo il nome del vaccino di ReiThera, è stato bloccato dalla Corte dei conti per forti dubbi sull’utilizzo del denaro pubblico.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

Un commento

  1. Trovo questo studio sperimentale del vaccino in oggetto, sicuramente chiaro negli intenti con una impostazione della ricerca pratica, umanizzata, con finalità di sicura efficacia per una prassi vaccinale sotto alcuni aspetti, divenuta a dir poco sospettosa. Formulo per il gruppo di lavoro gli auspici del successo atteso, ricordando che moti vaccini si sono persi per strada per gli adiuvanti tesi ad una eccessiva stimolazione del T1 e del T2, se il messaggio è chiaro il sistema immunitario risponde bene!

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