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Si chiude lo scontro Apple-Epic Games: la Corte Suprema respinge i ricorsi di entrambe le aziende

La diatriba era iniziata nel 2020

Ce ne stavamo quasi dimenticando, ma l’annoso scontro fra Apple ed Epic Games, iniziato nel 2020, doveva ancora chiudersi. L’ultimo nostro aggiornamento risale alla fine di settembre del 2023.

Ci ha pensato la Corte Suprema degli Stati Uniti, e lo ha fatto – se vogliamo – nella maniera più equa possibile: respingendo i ricorsi di entrambe le aziende. E così, se è vero che dopo quattro anni si può mettere la parola fine alla querelle, è altrettanto vero che non è possibile decretare un vincitore assoluto.

Vediamo dunque qual è stato il verdetto della Corte Suprema, e ripercorriamo sinteticamente i motivi dello scontro.

La Corte Suprema chiude lo scontro Apple-Epic Games

Dicevamo che la Corte Suprema ha chiuso lo scontro fra Apple ed Epic Games respingendo entrambi i ricorsi. Cosa chiedevano, dunque, le due aziende?

Epic Games (come riportato a suo tempo da Bloomberg) aveva chiesto alla Corte Suprema il riesame della sentenza del 2021, che in pratica aveva assolto Apple dall’accusa di violazione delle leggi antitrust. Secondo Epic, l’azienda di Tim Cook avrebbe violato la legge sulla concorrenza sleale della California, impedendo agli sviluppatori di indirizzare gli utenti verso sistemi di pagamento di terze parti.

Nel 2021 il giudice si era espresso confermando che le pratiche di Apple provocano “un effetto anticoncorrenziale rilevante che danneggia i consumatori”, ma non così grave da far valutare l’ipotesi di violazione dell’antitrust.

E il bello, o il paradossale, è che Apple aveva chiesto il riesame della medesima sentenza. Il motivo? La contestazione proprio dell’accusa di atteggiamento anticoncorrenziale, per cui l’azienda di Cupertino è arrivata a parlare di una sentenza “incredibilmente ampia” e “incostituzionale.”

Insomma:  dietro la richiesta di riesame da parte di Apple c’era il tentativo di impedire che negli Stati Uniti il suo App Store apra ai pagamenti di terze parti.

apple epic

Né vincitori né vinti

Entrambe le richieste di riesame, dicevamo, sono state respinte dalla Corte Suprema.

Certo, l’azienda sconfitta appare Epic Games, che non ha potuto dimostrare l’abuso di posizione dominante di Apple, né il monopolio di App Store. È infatti amaro il commento di Tim Sweeney, amministratore delegato di Epic. Sweeney ha scritto su X: “La battaglia legale per aprire iOS ai negozi e sistemi di pagamento concorrenti è persa negli Stati Uniti. Un triste esito per tutti gli sviluppatori”.

Ricordiamo peraltro che Fortnite, titolo principale di Epic Games, è stato tolto dall’App Store nell’agosto del 2002 e a oggi non è ancora stato reintegrato.

Tuttavia, Apple non ha stravinto. Certo, ha scongiurato il peggio, ma non ha potuto evitare che gli sviluppatori delle applicazioni per iOS indichino modalità di pagamento alternative, esterne all’App Store. Evitando così di pagare il 30% che Apple trattiene sulle transazioni fatte all’interno dell’app.

Lo scontro Apple-Epic Games in sintesi

L’inizio dello scontro fra Apple ed Epic Games risale all’agosto del 2020, e riguarda proprio il gioco Fortnite.

Che Apple ha bandito dall’Apple Store, perché Epic aveva aggiunto metodi di pagamento alternativi per bypassare la già citata percentuale trattenuta dall’App Store. Da lì l’articolato processo, nel quale Epic Games ha dovuto pagare 3,5 milioni di dollari per la violazione del contratto con Apple.

Ma l’azienda di Cupertino, come dicevamo, non può più “proibire agli sviluppatori di includere nelle loro app e nei loro metadati pulsanti, link esterni, o altri richiami all’azione che indirizzino i clienti verso meccanismi di acquisto, oltre agli acquisti In-App” (è uno stralcio della sentenza).

Ora che la Corte Suprema ha rigettato entrambi i ricorsi, in tempi record Apple ha già modificato le regole dell’app store Usa, introducendo la possibilità di metodi di pagamento alternativi.

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Apple ed Epic Games uniti nel licenziare

Duole dirlo, ma se Apple ed Epic Games si sono fronteggiati per anni su questioni economiche, sembrano andare d’accordo sull’idea dei tagli al personale.

Nel settembre dello scorso anno, lasciando a casa 830 dipendenti, Epic aveva decurtato il proprio organico addirittura del 16%. Inoltre ha venduto Bandcamp, una piattaforma musicale online.

Nelle stesse settimane, Apple ha licenziato proprio alcuni dipendenti dell’App Store (ma, va detto, per loro comportamenti illeciti). Tuttavia, secondo una recente indiscrezione di Bloomberg, dopo il taglio del 5% dei dipendenti di Audible l’azienda di Cupertino starebbe pensando di chiudere il team Siri & AI di San Diego, in California.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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