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Talk to Me: com’è il film horror di Danny e Michael Philippou

Talk to Me arriverà nelle sale italiane il 28 settembre grazie a Midnight Factory, etichetta horror di Plaion Pictures.

Nel panorama horror dello scorso decennio, un ruolo di rilievo lo ha sicuramente avuto Babadook, film di Jennifer Kent che scavava nella paura e nella suggestione per compiere una toccante riflessione sul lutto e sulla sua elaborazione. Temi che ritornano in Talk to Me, altro brillante horror con più di un punto di contatto con Babadook. Ad accomunare i due progetti ci sono infatti alcuni produttori ma soprattutto gli youtuber Danny e Michael Philippou (noti con lo pseudonimo di RackaRacka), già impegnati nella produzione del film di Jennifer Kent e qui chiamati alla loro prima regia cinematografica, in programmazione nelle sale italiane a partire dal 28 settembre.

Anche in questo caso al centro della vicenda c’è un lutto, nello specifico quello provato dall’adolescente Mia (una strepitosa Sophie Wilde) per la prematura scomparsa della madre. Per sfuggire alla tristezza e alla solitudine, nel secondo anniversario di questo tragico evento Mia si reca a una festa, dove si trova coinvolta in una sorta di bizzarra seduta spiritica. La porta verso il paranormale è costituita da una mano mummificata appartenuta a un medium: chi la stringe e pronuncia le frasi “parlami” ed “entra in me” viene posseduto da un pericoloso e spaventoso spirito; è fondamentale però interrompere il contatto entro 90 secondi, perché in caso contrario l’entità può prendere pieno possesso del corpo ospitante.

L’animo spericolato degli adolescenti, accompagnato dalla voglia di apparire sui social network, porta però a rompere questa regola, con conseguenze nefaste per la stessa Mia e per i suoi affetti più cari, fra cui l’amica Jade e suo fratello Riley.

Talk to Me: il sorprendente e doloroso horror di Danny e Michael Philippou

Talk to Me 2

Come nel già citato Babadook, anche in Talk to Me l’orrore è il pretesto per parlare di altro. Di lutto certamente, ma soprattutto del disagio esistenziale tipico degli adolescenti di oggi, in bilico fra il desiderio di guadagnare illusoria notorietà e la tendenza a partecipare a pericolose e autodistruttive sfide, che purtroppo sempre più spesso riempiono le pagine di cronaca. Lo stesso lasso di tempo di 90 secondi in cui si può stringere la mano mummificata senza riportare conseguenze ci riporta alla breve durata tipica di reel, shorts e altri contenuti in voga sui principali social network. Il tempo che separa il disimpegno dall’approfondimento, il transitorio dal persistente.

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Un parallelismo importante e attuale, su cui i registi costruiscono un racconto abbastanza convenzionale, che attinge alla lunga tradizione dei film a tema possessione e spiritismo, senza eccedere con i jump scare e assestando qualche buon colpo di scena. Il risultato è un lavoro intenso e stratificato, che adempie al compito di fare sincero e genuino intrattenimento ma allo stesso tempo sa spingersi anche oltre, traendo il meglio da personaggi ben caratterizzati e dalle tante suggestioni legate a Mia e al suo doloroso percorso esistenziale.

Un nuovo horror di culto?

Giunto nelle sale italiane con la nomea di uno dei migliori horror dell’anno, con un importante risultato al botteghino internazionale (70 milioni di dollari di incasso a fronte di un budget di 4,5) e con il marchio della A24, responsabile della distribuzione, Talk to Me ha effettivamente tutte le carte in regola per fare presa anche sul pubblico nostrano, trascinato nuovamente al cinema da titoli come Barbie e Oppenheimer ma in carenza di titoli forti a causa dello sciopero di sceneggiatori e attori. Il passaparola e la forte connessione del racconto con le problematiche giovanili potrebbero fare il resto, regalandoci il primo sorprendente cult di questo incerto autunno cinematografico.

I meriti di Talk to Me vanno però oltre al marketing e al riscontro del pubblico. Danny e Michael Philippou tratteggiano infatti il dolente ritratto di una generazione schiava della tecnologia e dell’autopromozione, riuscendo nel non facile intento di non fare deragliare un materiale narrativo che in mano a registi meno abili sarebbe sfociato ben presto nel ridicolo involontario. Il tutto consegnando allo spettatore diverse immagini dal forte impatto emotivo e una sensazione di perenne inquietudine, capace di resistere anche a qualche calo di ritmo e ad alcune svolte narrative grossolane e frettolose.

Talk to Me: non solo paura e raccapriccio

Talk to Me

Talk to Me non parla solo di paura e orrore, ma anche di solitudine, perdita e disperazione, entrando così in perfetta sintonia con la nostra epoca difficile e crepuscolare. La parabola di Mia e dei suoi coetanei atterrisce ma tocca anche il cuore, mostrando quanto sia labile il confine fra gioco e tragedia e tracciando un cupo e realistico ritratto della fragilità tipica di chi ha perso una parte di sé e della sua esistenza. Non basta per dire che con Danny e Michael Philippou siamo di fronte a due veri e propri autori cinematografici, ma è sufficiente per ricordarci che il talento si cela nei posti più inaspettati e che anche le dinamiche narrative più logore e rodate possono sempre essere reinventate e attualizzate.

Talk to Me arriverà nelle sale italiane il 28 settembre grazie a Midnight Factory, etichetta horror di Plaion Pictures.

Babadook (Blu-Ray)
  • Essie Davis, Noah Wiseman, Daniel Henshall (Attori)
  • Jennifer Kent (Direttore)
  • Audience Rating: G (audience generale)

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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