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Sostituire il metallo delle auto con componenti in polimeri: leggerezza e sostenibilità

Il metal replacement secondo Oldrati è il futuro per una mobilità sostenibile

L’abbiamo detto già molte volte: la mobilità sta cambiando.
E mobilità da diversi anni ormai fa rima con sostenibilità: mobilità green, impronta ambientale zero, mobilità elettrica.
Tutto molto bello e molto giusto, ma quasi tutti dimenticano che una delle più grandi componenti per rendere un mezzo di trasporto sostenibile è limitarne il peso.
Un’auto, una moto o una bici leggera necessitano di minor energia per essere mosse, riducendo quindi l’uso di carburante o energia.
La leggerezza quindi diventa un punto chiave della mobilità del futuro, e tantissime aziende propongono la loro idea di leggerezza e sostenibilità.
Proprio come il Gruppo Oldrati, azienda bergamasca leader nella produzione di gomme e siliconi, che propone la sua idea di metal replacement.

Ovvero, essere capaci di proporre un’alternativa al metallo in grado di garantire la stessa sicurezza, rigidità e forza di componenti in metallo, ma pesando sensibilmente meno ed abbattendo le emissioni di CO2 prodotte durante la sua produzione ed, indirettamente, quelle del veicolo su cui andrà montata.

Perchè l’auto è migliore se leggera?

C’è un famosissimo detto di un ingegnere inglese, un certo Colin Chapman, che parlando di auto e di peso stigmatizzava sempre dicendo “Less is more“. Parafrasando: togliendo, si aggiunge.
Certamente, il fondatore della celebre casa inglese Lotus si riferiva alle prestazioni velocistiche in pista o nel piacere di guida più puro.
Questo mantra però si rivela incredibilmente attuale, andando a riassumere perfettamente la prossima sfida di fronte alle Case automobilistiche.

Metal replacement lotus

Pensando sia alle auto termiche ma, soprattutto, a quelle elettriche, oggi si parla di potenza, capacità delle batterie, consumi ed autonomia, ma mai di peso.
Dal punto di vista fisico, il peso di un oggetto è un componente principale del suo movimento.
Un oggetto pesante, per muoversi alla stessa velocità di uno leggero, avrà bisogno di più potenza, e quindi di consumare di più, sia che vada a benzina che ad elettricità.

Metal replacement swift

Ci sono in questo senso esempi di automobili leggerissime che ottengono consumi incredibili.
Basti vedere alcuni recenti prodotti di Suzuki o di Mazda, che con semplici motori benzina aspirati ottengono consumi superiori a 20 km/l.

Metal replacement i3

La sfida per le prossime auto, sia elettriche che termiche, sarà proprio questa.
Limitare al massimo il proprio peso, aggravato al momento per le EV dalla importante massa delle batterie, per ottenere auto più leggere, che necessitano di motori meno potenti e garantiscono maggiore autonomia.
Ci sono diverse strade percorribili: l’uso di materiali compositi come la fibra di carbonio, la riduzione del peso delle batterie, oppure il metal replacement.

In che cosa consiste quindi il metal replacement?

Quest’idea dell’italianissima Oldrati, da anni partner di diverse aziende automotive, può davvero prendere piede nell’industria automotive, sempre più interessata a modi per contenere il peso.
Il metal replacement, letteralmente “sostituzione del metallo”, è un concetto secondo il quale è possibile sostituire il metallo utilizzando diversi tipi di polimeri ad altissima resistenza.

Il Gruppo Oldrati, grazie alla grande esperienza nella produzione di gomme e siliconi, afferma sia possibile sostituire in molte componenti i metalli con particolari polimeri realizzati ad hoc, capaci di garantire la stessa resistenza agli urti e rigidità di un composto metallico, riducendo però peso ed emissioni di anidride carbonica.
Sfruttando poi magari strumenti come le stampanti 3D, sarà possibile produrre in poco tempo pezzi anche molto complessi non solo in fabbrica, ma magari anche in officine di riparazioni.

Questo perchè spesso non viene considerato l’aspetto ambientale nella produzione del metallo.
Quando si sprona l’acquisto di nuovi mezzi, che siano questi auto, moto o biciclette, tutti i metalli usati nel settore dei trasporti vengono fusi e modellati a seconda delle esigenze.
Che si fondano leghe “vergini” o si utilizzino materiali riciclati, l’impronta ambientale delle fonderie è davvero imponente.
Riuscire a limitarne l’uso all’essenziale, quindi, è un altro modo per rendere più sostenibile la mobilità, anche in modo apparentemente indiretto.

La produzione di questi particolari polimeri è infatti decisamente più rispettosa dell’ambiente.
Ci sono inoltre ulteriori margini di miglioramento sotto questo aspetto.
La stessa Oldrati, nel 2019, ha aumentato del 6% la propria efficienza energetica, ed è stata in grado di ridurre le emissioni di C di 325 kg. Mica male.

Anche agli acquirenti interessa un prodotto ecosostenibile

Riuscire ad abbattere emissioni dirette ed indirette non interessa solamente ai meri “addetti ai lavori”, ma anche agli acquirenti finali.
Secondo uno studio della Banca europea per gli investimenti (Bei), in collaborazione con YouGov, il 79% degli italiani su una media europea del 67%, quando compra un prodotto tiene conto anche del potenziale impatto sul clima.

Le dichiarazioni del CEO di Oldrati, Manuel Oldrati, vanno in questa direzione:
“Investiamo costantemente in risorse e processi con l’obiettivo di strutturare un’economia circolare della gomma e migliorare il life cycle assessment dei prodotti.
Minimizzando scarti ed emissioni di CO2 vogliamo porre l’attenzione non solo sulla prevenzione delle esternalità ambientali negative ma anche sulla realizzazione di nuovo valore sociale e territoriale.”.

Il futuro dell’automobile, di qualsiasi forma, dimensione ed alimentazione, sarà proprio questo.
Riuscire ad abbattere in tutti i modi possibili l’impronta ambientale, sia facendo uso di fonti sostenibili, sia mediante la riduzione del peso o altri accorgimenti.
Perchè le elettriche da oltre 2 tonnellate a cui siamo abituati oggi da ogni Casa automobilistica o quelle con meno di 200 km di autonomia non saranno il futuro della mobilità.
Automobili leggere, economiche e sostenibili saranno il futuro, quello vero.

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Giulio Verdiraimo

Ho 22 anni, studio Ingegneria e sono malato di auto. Di ogni tipo, forma, dimensione. Basta che abbia quattro ruote e riesce ad emozionarmi, meglio se analogiche! Al contempo, amo molto la tecnologia, la musica rock e i viaggi, soprattutto culinari!

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