In occasione dell’edizione 2021 del CES, Mobileye, azienda sussidiaria di Intel, ha delineato lo stato dell’arte attuale riguardante la guida autonoma e le prospettive future riguardanti quest’ultima. In particolare si è parlato dei pilastri del lavoro portato avanti da Mobileye, ovvero scalabilità, ridondanza e trasparenza.
Mobileye e Intelper la guida autonoma a CES 2021
La conferenza, condotta da Edward Niedermeyer, Industry Pundit e Direttore delle Comunicazioni per Partners for Automated Vehicle Education (PAVE), ha visto come protagonista il professor Amnon Shashua, vicepresidente senior di Intel e CEO di Mobileye. Quest’ultimo ha parlato direttamente dal garage lab dell’azienda, situato in Israele.
Il primo punto trattato per quanto riguarda i progressi fatti nell’implementazione della guida autonoma riguarda il REM (Road Experience Management). Si tratta di una tecnologia per mappare in maniera accurata l’ambiente circostante e raccogliere le informazioni necessarie alla navigazione automatica. Non si tratta banalmente di un sistema di mappatura come quello attualmente disponibile in app come Google Maps e Apple Maps. Si tratta piuttosto di una raccolta dati estremamente precisa, fatta a priori dei test di guida autonoma in una certa area, che punta a ridurre il numero di variabili ignote di cui il software decisionale a bordo dell’auto deve tenere conto.
La ridondanza tecnologica
In secondo luogo si è parlato dei sensori di bordo, che rendono l’auto consapevole dell’ambiente circostante, e dell’importanza della ridondanza. Esistono infatti diverse tecnologie, implementate e integrate a diversi livelli a seconda della vettura. Si va dalle normali ma economiche telecamere a sistemi di radar, fino agli avanzati lidar, ovvero gli analoghi laser dei radar. Se in alcuni progetti queste tecnologie sono implementate fin dall’inizio in maniera sinergica, raggiugendo un livello di autonomia accettabile solo però nel complesso, Mobileye ha puntato a un strada diversa. L’azienda vuole infatti che ogni sistema sia da solo in grado di gestire un sistema di autonomia accettabile, per poi appoggiarsi agli altri per ottenere una ridondanza.
Questo permette anche di “giocare” con diversi livelli di integrazione, ottenendo una progressione graduale. Visto che un livello di autonomia completo (il cosiddetto livello 4) potrebbe richiedere ancora un decennio per diventare una realtà commerciale accessibile ai consumatori, le aziende impegnate in questo settore possono comunque a puntare livello intermedi (come la guida assistita del livello 2) implementata con solo un sistema di videocamere, che è tecnologicamente economico e quindi implementabile in veicoli commerciali.
Nel frattempo la tecnologia può avanzare e offrire strumenti nuovi e migliori. Al momento siamo alla prima generazione di radar e lidar per il settore automotive. Tra pochi anni, però, vedremo innovazioni come il LIDAR FMCW (Frequency-Modulated Continuous Wave), grazie anche ai chip fotonici di Intel, e l’imaging radar, ovvero un radar ad alta risoluzione capace di creare vere e proprie immagini bidimensionali.
La responsabilità delle decisioni
L’ultimo fattore fondamentale quando si parla di veicoli autonomi riguarda l’aspetto legislativo, o meglio: quale livello di sicurezza siamo disposti ad accettare per permettere la circolazione di veicoli autonomi? Non ci si può infatti limitare ad un livello di bravura paragonabile a quello umano. Noi esseri umani, infatti, siamo in realtà terribili guidatori, almeno dal punto di vista del numero di incidenti fatti ogni anno rispetto alla distanza percorsa e le ore di guida. Applicare lo stesso tasso di incidenti ad un veicolo autonomo porterebbe a un prodotto non accettabile.
A determinare questa valutazione differenziata è il confronto tra la responsabilità individuale imputabile ad un guidatore e l’autonomia decisionale di invece un algoritmo. Per assicurarsi di avere un processo decisionale accettabile e compatibile con un futuro panorama normativo, è necessario delineare in maniera chiara ciò che è un comportamento prudente e ciò che invece è incosciente, in modo da tracciare una linea chiara.
Mobileye ha provato a delineare questo processo con il Framwork RSS (Responsibility Sensitive-Safety). Si tratta di un modello matematico, adottato ormai da molti produttori di veicoli, che mostra in maniera chiara e trasparente la ratio dietro ogni decisione. E probabilmente è il punto di partenza più importante per un futuro standard condiviso riguardante la guida autonoma.
Maggiori informazioni sul lavoro e i prodotti di Mobileye disponibili sul sito ufficiale.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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