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Sanremo Story: 10 momenti iconici del Festival

Dal playback di un indispettito Freddie Mercury a Pippo Baudo che risponde per le rime ad Elton John: oggi vi presentiamo 10 momenti iconici avvenuti a Sanremo.

Dal playback dei Queen a Dov’è Bugo: 10 momenti iconici della storia di Sanremo

Scegliere 10 momenti iconici dell’intera storia di Sanremo è come entrare in una pasticceria di 20 piani e scegliere solo 10 dolcetti da assaggiare. Del resto il Festival della Canzone Italiana, che si appresta tra qualche giorno a dare il via alla sua 72a edizione, ne ha viste letteralmente di tutti colori. Ecco perchè abbiamo deciso, prima di intraprendere questo viaggio, di darci delle regole. In realtà la regola è una sola: prenderemo in considerazione solo momenti che riguardano direttamente gli artisti o la musica. Quindi sorry farfallina di Belen del 2012 e niente Pino Pagano che minaccia di lanciarsi dalla balconata. Bypasseremo anche l’episodio del 1992, quando un disturbatore conosciuto come Cavallo Pazzo salì sul palco affermando “Questo festival è truccato e lo vince Fausto Leali”. Profetico? Per nulla: Leali arriverà appena nono.

Ma non temete: gli artisti nelle loro esibizioni sono stati di creare momenti cult e indimenticabili.

Peter Gabriel come una scimmia con tanto di liana (1983)

Nel 1983 pochi artisti erano istrionici come Peter Gabriel, avviato verso una spettacolare carriera solista dopo aver abbandonato qualche anno prima i Genesis. Quell’anno Sanremo sceglie proprio lui come ospite internazionale, con il suo nuovo singolo Shock the Monkey. L’esibizione, ovviamente in playback, è in pieno stile Gabriel early 80’s, con una forte componente visiva e teatrale.

L’artista inglese si aggrappa ad una fune volando, letteralmente, sulle teste degli shockati spettatori delle prime file. Il volo però finisce con l’ex Genesis che sbatte violentemente contro una delle casse monitor del palco. Ma hey: parliamo di Peter Gabriel. Infatti il cantante, come se niente fosse successo, si rialza e lascia basiti gli astanti all’Ariston. Era il 1983, certe cose non ci appartenevano.

Vasco Rossi in un playback Spericolato abbandona il palco e arriva ultimo con un brano iconico (1983)

Ancora 1983 e ancora, non sarà l’unica volta che ne parleremo in questa lista, playback. Già perchè in quegli anni, oramai non è più un segreto, si esibivano in slip-sync anche gli artisti in gara. Sanremo 1983 passerà alla storia non solo per un incredibile ultimo posto di Vasco Rossi con Vita Spericolata, ma anche perchè il cantaurocker emiliano, in aperta polemica con gli organizzatori, abbandonerà il palco prima dell’ultimo inciso, rivelando al pubblico che gli artisti in gara sono in realtà in playback.

A Freddie Mercury non piace esibirsi in playback (1984)

Siamo nel 1984 e solo un anno dopo i Queen avrebbero incantato il Wembley Stadium allo storico Live AID. Intanto la band inglese viveva un periodo niente male, godendosi il successo globale del singolo Radio Ga Ga, uscito a gennaio di quell’anno. Gli organizzatori pensarono quindi di invitarli come ospiti internazionali. L’idea in realtà piace a tutti ma c’è un problema: la RAI impone il playback. Si tratta di una dinamica ben nota agli addetti ai lavori: gli artisti internazionali in tour hanno un calendario fittissimo e all’Ariston non c’è il tempo per incastrare il soundcheck della band. Per una questione di praticità allora, il più delle volte, si opta per la soluzione più semplice ma meno amata dai performer.

Freddie Mercury proprio non la prende bene e a metà di Radio Ga Ga smette di fare lip-sync al microfono palesando la finta esibizione in corso. Poi, indispettito, corre sul proscenio lanciando fiori sanremesi sulla platea. A fine esibizione volta le spalle a Pippo Baudo e va via. Perdonaci Freddie, non sapevamo quel che facevamo.

Loredana Bertè e il finto pancione che indispettisce i conservatori (1986)

Femminismo e progressismo non erano certamente temi mainstream nell’Italia del 1986, ma Loredana Bertè non è mai stata un personaggio mainstream. L’artista, in gara con il brano Re firmato da un giovanissimo Mango, si presenta sul palco dell’Ariston con un finto pancione sotto un attillatissimo vestito. Una provocazione chiara: sono una donna e la mia vocazione di madre non mi impedisce di ballare e divertirmi. Il brano si piazzerà solo nono ma poco importa: la performance passerà alla storia come uno dei momenti più iconici di Sanremo.

Pippo Baudo poco apprezza i divismi di Sir Elton John (1995)

Siamo nel 1995 ed Elton John si appresta a festeggiare i 25 anni di carriera. L’artista, che era stato ospite anche l’anno precedente, viene così reinvitato a Sanremo per celebrare le nozze d’argento con la sua musica. Tutto è pronto: l’orchestra prepara un omaggio sulle note di Crocodile Rock e c’è addirittura una torta con tanto di 25 candeline. Manca solo lui che, a puntata inoltrata, decide di non presentarsi e di tornarsene a Londra. Il motivo sarebbe, secondo i tabloid, un litigio con il suo compagno. 

Pippo Baudo appare indispettito, però la prende con filosofia.“Lo festeggiamo lo stesso perchè noi siamo più gentleman di un gentleman inglese” afferma il conduttore, non senza un pizzico di ironia.

Quando la tecnica incontra il genio: Neanche un minuto di non caco (1996)

Una delle peculiarità dell’edizione 1996 di Sanremo era una novità nel regolamento: durante una delle serate gli artisti in gara avrebbero dovuto eseguire solo un minuto del proprio brano. Inutile dire che tutti hanno optato per la soluzione più logica: cantare una strofa e un ritornello. Tutti tranne Elio e le Storie Tese, in gara con La Terra dei Cachi. La band infatti, fedele al proprio approccio anticonformista, a questa soluzione ne preferisce un’altra: suonare il brano per intero ma al triplo della velocità. A fine esibizione Elio, cronometro in mano, esclama “55 secondi!” mentre Pippo Baudo, dando voce al pensiero di tutti gli italiani in quel momento, grida “Voi siete matti”.

Neanche ai Placebo piace il playback: infatti distruggono chitarre amplificatori (2001)

La scelta degli ospiti internazionali dell’edizione 2001 ricade sugli ottimi Placebo, una delle band più in voga del periodo. A differenza della pacatezza di Freddie Mercury però ai Placebo non piacciono i compromessi. I membri della band prima eseguono il singolo Special K prendendosi gioco della situazione e mostrando il dito medio alla telecamera, e poi distruggono i propri strumenti sugli amplificatori. Alla fine, prima di essere scortato fuori dal teatro dalla sicurezza, il frontman Brian Molko risponde con gesti eloquenti ai fischi e agli insulti della platea.

L’avvenimento verrà citato più volte durante quell’edizione del Festival, spesso in modo decisamente poco gentile da parte di numerosi esponenti della televisione italiana.

Elio e le Storie Tese cantano Figa…ro + duetto con Rocco Siffredi (2008 / 2013)

Seconda apparizione degli Elii in questa speciale classifica. In realtà sarebbe la terza, perchè abbiamo deciso di accorpare due momenti avvenuti a distanza di 5 anni che proprio non ce la sentiamo di lasciar fuori.

Nell’edizione 2008, vinta da Giò Di Tonno e Lola Ponce, Elio e le Storie Tese sono ospiti speciali. Vestiti come dei signori del 700, la band esegue una propria interpretazione del Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini. L’omaggio è musicalmente elevatissimo, ma gli Elii sono famosi per il saper unire le capacità strumentali all’ironia senza freni. Ecco quindi che nell’incredibile climax del brano, quando tutti chiamano Figaro, Elio decide di mettere una pausa fiato strategica proprio nel mezzo del nome. Il risultato è un irresistibile “Figa” urlato in diretta nazionale su quello che è palco più istituzionale della musica leggera italiana. Un tocco di classe, a suo modo, da parte della band italiana più irriverente che abbia mai calcato quel palco.

Spostandoci nel 2013 invece, edizione che vede la band di Elio e soci trionfare con La canzone mononota, il gruppo decide di ospitare sul palco l’amico e pornoattore Rocco Siffredi per la serata cover e duetti. Siffredi, poco prima dell’inizio dell’esibizione, si riferisce al pubblico dell’Ariston con un maliziosissimo “Scusate se sono così rigido”. Poi la band esegue, vestiti da versioni mini di sé stessi e suonando strumenti in scala ridotta, il brano Con un bacio piccolissimo, portato alla ribalta da Robertino a Sanremo 1964.

L’orchestra strappa gli spartiti in segno di protesta (2010)

Noi l’orchestra di Sanremo, alla quale non si darà mai abbastanza credito per l’incredibile lavoro, ce la immaginiamo calma e pacata. Una sfilza di professionisti della musica che esegue i brani alla perfezione prescindendo dal gusto personale. Beh in un certo senso è così, ma quando è troppo è troppo. L’edizione 2010 verrà ricordata per la rivolta degli orchestrali, indignati dall’annuncio dei tre finalisti. Il risultato è uno dei momenti più iconici della storia di Sanremo.

Antonella Clerici, nell’annunciare che a giocarsi quel Festival sarebbero stati Valerio Scanu, Marco Mengoni e il discutibilissimo trio composto da Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici, scatenò involontariamente una vera rivolta da parte dell’orchestra, la quale protestò lanciando sul palco gli spartiti. 

Gli orchestrali contestavano alcune eliminazioni eccellenti in favore di nomi che, fatta eccezione forse per il solo Mengoni, non erano proprio da podio. In particolare fecero molto discutere le eliminazioni di Malika Ayane e Noemi.

Dov’è Bugo? (2020)

Ogni volta che ripenso a questa scena l’ilarità del momento – e dei meme che ne sono conseguiti – lascia spazio ad un profondo dispiacere per Cristian Bugatti, in arte Bugo. Il cantautore, dopo una sostanziosa gavetta durata 20 anni, si è visto rovinare il momento più importanti della sua carriera in diretta nazionale. Ad ogni modo la storia la conosciamo tutti: i dissapori tra i due amici Bugo e Morgan, che sono in gara come duo per l’edizione 2020 di Sanremo, arrivano al culmine e, dopo insulti scambiati pochi istanti prima di salire sul palco, l’ex Bluvertigo cambia il testo in diretta nazionale cantando accuse e ingiurie nei confronti di Bugo. Quest’ultimo non ci sta e abbandona il palco dinnanzi ad una platea incredula.

Neanche da casa è chiaro cosa sia successo. “Che succede? Dov’è Bugo?” sono le domande che Morgan si pone sul palco, ma che in realtà ci siamo posti tutti durante quei momenti. Il giorno dopo arrivano le prime dichiarazioni ufficiali e il quadro diventa più completo. Però ormai la frittata è fatta: i meme “Dov’è Bugo?” hanno invaso il web e l’avvenimento è entrato di diritto nella lista dei momenti più iconici della storia di Sanremo.

Leggi anche: Regolamento di FantaSanremo 2022: un gioco per grandi, piccini e Pippo Baudo

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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