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Quando la transmedialità diventa il punto di incontro tra musica e videogiochi

Molti artisti hanno realizzato videogame per l'uscita di un EP, per un loro videoclip o addirittura sono i personaggi del videogioco stesso.

Due mondi diversi che si influenzano a vicenda: si può oramai affermare che musica e videogiochi sono sempre più compatibili tra di loro. È risaputo quanto sia importante il sound design nei videogiochi: permette al giocatore di immergersi completamente nell’esperienza che sta vivendo. Inoltre, molte colonne sonore presenti nei videogiochi sono capolavori scolpiti nella memoria dei giocatori.

Succede anche il contrario: vari artisti, italiani e non, si rivolgono all’universo videoludico per dare una rappresentazione visiva alloro musica. Un esempio è il videoclip del brano “Do the Whirlwind”, della band Architecture in Helsinki, realizzato con la grafica di un videogioco in 16 bit. Quali altri musicisti sono protagonisti nei videogiochi? Scopriamolo in questo approfondimento.

Musica e videogiochi: Luca Qualunque, il suo EP “Farmaci” diventa un gioco in 8 bit

Dopo un periodo di incertezza e smarrimento Luca Milani, in arte Qualunque, ha ritrovato se stesso con la produzione del suo EP “Farmaci” uscito a novembre 2020. A questo punto di arrivo, ma anche di partenza, è giunto grazie all’aiuto dei due artisti che lo hanno accompagnato musicalmente (Fabio Grande e Pietro Paroletti) e grazie alle sedute dalla sua terapeuta.

musica videogiochi qualunque farmaciOltre la musica, un’altra grande passione di Qualunque è il mondo dei videogiochi. Da qui nasce l’idea di mettere insieme queste due realtà. Con il supporto della revisione in 8 bit delle sue canzoni create da Salice, Luca ha realizzato un videogame che lo vede protagonista e che sponsorizza l’uscita del suo EP.

musica videogiochi mostriLa modalità con cui accedere al gioco di Farmaci è stata pensata in maniera originale: una carta da gioco dei Pokemon, raffigurante l’artista cartonato, riporta le sue caratteristiche. Realizzata dalla designer Veronica Moglia, la carta da gioco ha un QR code da scansionare per iniziare il videogioco. E il gioco l’ho davvero cominciato.

luca qualunque ep farmaci carta pokemonIl protagonista è appunto Qualunque e il gamer lo deve guidare con l’obiettivo di sconfiggere i mostri che sono il riflesso delle sue paure e delle sue ansie. Nel frattempo incontra diversi personaggi, come Bulbasaur e la sua psicologa, con i quali interagisce. Ho trovato il gioco estremamente interessante prima di tutto perché è stato realizzato per un motivo quasi catartico. Luca ha espresso tramite un videogioco un periodo infelice in cui tutti, più o meno, ci siamo ritrovati almeno una volta nella vita. E il fatto di esser stato realizzato da lui stesso rende il suo lavoro ancora più originale e intriso degli elementi musicali che ritroviamo poi nel suo EP Farmaci.

La band Architecture in Helsinki ci catapulta in un mondo pixelato fatto di 16 bit

musica videogiochi do the whirlwindNon solo promozione della musica, ma anche realizzazione di videoclip ispirati ai videogiochi: la già citata band indie pop Architecture in Helsinki ha realizzato il video musicale del brano “Do the Whirlwind” in 16 bit nel 2005. I personaggi del clip video sono i componenti della band che passano da uno scenario fantastico e irreale a un altro, mentre suonano a cantano.

Pixel, colori e 16 bit sono gli ingredienti che rendono piacevole e interessante la visione di questo videoclip ai nostalgici gamer degli anni ’80-’90. A rincarare la dose, c’è la sequenza finale ispirata al mondo di Pac-Man.

Una giornata atipica di un impiegato su un platform game per Wait for Me di Moby

musica videogiochi wait for me mobyIl musicista Moby ha realizzato il brano “Wait for me”, tratto dall’omonimo album, e il videoclip è un classico platform game cartonato. La storia è quella di un impiegato che vive una giornata apparentemente uguale a tutte le altre, e invece no. Tra ostacoli da evitare, vite a forma di cuore che calano, il suo boss che lo richiama in ufficio e un rapporto oramai naufragato con la moglie, il nostro protagonista non avrà altra scelta se non quella del “Game Over”.

Che sensazione lascia quella scritta “Game Over”? Sicuramente amara, dovuta dalla situazione quasi patetica che il protagonista sperimenta nel gioco. Infatti, fin dalle prime sequenze la moglie non gli rivolge la parola e lui, tra silenzi imbarazzanti e disarmanti, le dice lo stesso “I love you”, guardandola ma non venendo ricambiato neanche di uno sguardo.

Stessa sensazione che ritroviamo per tutta la durata del videoclip/videogioco. Il nostro impiegato si imbatte nello stesso ostacolo tutte le mattine, come lui stesso sottolinea, quasi ad indicare una certa normalità del suo disagio quotidiano. Non è neanche capace di cambiare la situazione frustrante in cui si trova da chissà quanti anni.

Come è nata l’idea del videoclip di Wait for Me? È stato Moby stesso a indire un concorso per il migliore videoclip musicale per la canzone e il vincitore e realizzatore del video in stile platform game è stato Maik Hempel.

“Californication” in modalità videogioco

red hot chilli peppers californication videogameAltro esempio doveroso da citare e che tutti ricordiamo con nostalgia in quanto rappresentante della nostra infanzia (o giovinezza per i più anziani) è il brano “Californication” della celeberrima band pop rock Red Hot Chilli Peppers. Il video musicale del brano è stato realizzato in computer grafica, tecnica che in quegli anni conosceva la sua massima fortuna: siamo nel 1999.

In un’epoca dominata a livello videoludico dai vari Tomb Raider, Resident Evil e Crash Bandicoot, solo per citarne alcuni, i Red Hot cavalcano l’onda del 3D e del suo recente avvento su home console. Il videogame di Californication inizia con la scritta “now loading” e partono così delle immagini in sequenza che rappresentano i membri dei RHCP  in varie location tipiche californiane.

Obiettivo del gioco è superare vari ostacoli, come le forze dell’ordine, boscaioli assassini e squali e trovare gli asterischi rossi, simbolo dei RHCP stessi. In Californication siamo catapultati nella grafica anni ’90 tanto amata e anche i giochi sono i titoli usciti in quel periodo.

Musica e videogiochi: chi sono i musicisti protagonisti

Non solo videoclip per promuovere un EP o un brano, ma veri e propri personaggi famosi presenti nei videogiochi. Alcuni dei nomi del pop e del rock mondiale hanno avuto questo piacere, quello di essere protagonisti in diversi videogiochi. Vediamo i due più famosi.

David Bowie in “Omikron: the Nomad Soul”

Davide bowie omikron videogiocoProdotto da Quantic Dream, il videogioco “Omikron: the Nomad Soul” ha anticipato molti degli elementi che si vedranno successivamente in altri grandi lavori riusciti dalla casa di produzione francese, come Fahrenheit, Heavy Rain e Detroit: Become Human.

Ed è  proprio nel gioco “Omikron: the Nomad Soul” che vediamo la comparsa della rockstar David Bowie in un setting tutto futuristico. La sua non era un’apparizione fugace, anzi era addirittura possibile seguire un suo concerto in uno dei locali presenti nel videogame. Inoltre, è autore della colonna sonora “Angels of Promise” presente nel gioco.

Uscito nel 1999 prima su Windows e poi su Dreamast, Omikron ha visto l’interpretazione del Duca Bianco in due ruoli. Il primo è Boz, un rivoluzionario ricercato dalle autorità e il secondo è il front leader della band musicale “Dreamers”, che tiene concerti illegali a Omikron. Ha inoltre contribuito alle scelte di design del videogioco oltre che della musica. Poco dopo la morte dell’artista nel 2016, Quantic Dream aveva deciso di omaggiarlo dando la possibilità agli utenti di scaricare di gioco gratuitamente.

Quello che risalta di David Bowie è la transmedialità artistica. Cantante, musicista, attore, personaggio di un videogioco e anche innovatore tecnologico. È stato il primo artista ad aver creato un service provider su internet chiamato BowieNet che permetteva ai fan di rimanere aggiornati sulle news del Duca Bianco. Mille maschere, mai una uguale all’altra, tutte che gli appartenevano: David Bowie era tutto ed era nessuno ed era tra i più amati della musica rock contemporanea.

50 Cent in “Bulletproof” e “Blood on the Sand”

50 cent bulletproof videogiocoIl noto rapper 50 Cent è stato produttore di due videogiochi che lo vedono protagonista: “Bulletproof” e “Blood on the Sand”, due action-shooter nei quali il rapper è boss di una gang chiamata G-Unit. Il primo videogioco è uscito per Play Station 2 e Xbox. Le vicende sono incentrate sulla storia dei componenti della gang che cercano di rintracciare un loro amico catturato dai criminali rivali.

Il secondo videogioco, Blood on the Sand, è uscito per Play Station 2 e Xbox 360. La trama parte dal viaggio che la G-Unit ha affrontato per arrivare in Iraq con l’obiettivo di organizzare un concerto rap. Dopo aver suonato di fronte alla folla in delirio, 50 Cent si reca dal promoter della serata per chiedergli l’incasso. I soldi però sono stati rubati da un noto spacciatore della zona. Ed è così che la G-Unit si ritrova a girare in lungo e in largo alla ricerca del loro bottino, affrontando avventure pericolose.

Un evento curioso relativo alla realizzazione del videogioco Blood on the Sand vede come protagonista il giovane figlio del rapper che all’epoca aveva sei o sette anni. Gli sviluppatori del progetto dovevano discutere con 50 Cent e il suo team della build del gioco, ma lui voleva che fosse il figlio ad avere l’ultima parola sulla supervisione.

Tralasciando il fatto che un bambino abbia giocato a due giochi vietati ai minori di 18 anni, l’obiettivo era quello di avere l’approvazione finale per la messa in vendita. Cosa che è avvenuta, ma il figlio pretendeva anche un livello con gli elicotteri. Gli sviluppatori hanno spiegato che il gioco era un third-person shooter e che gli elicotteri non erano previsti. Davanti alle insistenze del bambino, il noto rapper ha affermato – stando all’intervista di GamesRadar – che il livello con gli elicotteri ci sarebbe stato senza alcuna esitazione.

Musica e videogiochi: conclusioni

Da Omikron e Californication, prodromi di un fenomeno che nel ventennio successivo sarà destinato ad esplodere, a Travis Scott in Fortnite e Tha Supreme a X Factor in formato ologramma nei giorni nostri. Le barriere tra le arti sono ufficialmente cadute. Musicisti su Twitch e videogiochi al servizio della musica descrivono un rapporto che non è più semplice contatto occasionale, ma è ora vera e propria fusione.

E voi cosa ne pensate? Conoscete altri musicisti protagonisti nei videogiochi? Fateci sapere la vostra opinione, scriveteci (e seguiteci!) su Facebook, Instagram, Twitch, o su tutti gli altri canali Tech Princess che trovate in basso, nel footer.

 

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Roberta Maglie

Amante del cinema, serie tv, tecnologia e video games, mi piace approfondire la cultura pop attraverso il battere delle mie dita sulla tastiera del MacBook. La laurea in Comunicazione mi ha dato la spinta per buttarmi nel mondo del giornalismo, dandomi così l’opportunità di riflettere sui temi più disparati.

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