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Gli Editoriali di Tech PrincessRubriche

E se il Twitter di Musk diventasse semplicemente il passatempo di un miliardario eccentrico?

In queste ore non si fa che parlare del passaggio di Twitter nelle mani di Elon Musk, avvenuta dopo una serie di colpi di scena forse un po’ troppo telefonati.

Ad acquisizione data per scontata, i mass media si stanno concentrando su una serie di dichiarazioni dello stesso Musk. Alcune, in realtà, avvenute – per iscritto o tramite cinguettio – anche prima della decisione di rilevare la piattaforma.

Anche noi nelle scorse ore abbiamo dedicato un articolo alla presunta volontà del multimiliardario Musk di trasformare Twitter in un social libero, orizzontale, addirittura open source.

Ma, lettori carissimi, prendiamo una pausa e proviamo a vedere le cose con un po’ più di disincanto. Potremmo cominciare da una domanda tanto semplice quanto scomoda: perché mai Elon Musk dovrebbe trasformare Twitter in una sorta di Woodstock dei social media?

Musk e Twitter, la strana coppia

I successi imprenditoriali di Elon Musk parlano chiaro, al punto che l’uomo – oggi il più ricco del mondo – è stato eletto dal Time person of the year nel 2021.

Benissimo. Tuttavia, nel curriculum professionale e nella biografia di Musk non ci risultano grandi battaglie a favore della libertà, o di questioni fondamentali per il benessere dell’umanità o del pianeta.

Certo: a voler ben vedere, Tesla punta a farci sedere su automobili che si guideranno da sé, SpaceX vuole portarci su Marte e Neuralink vuole renderci più… non si sa bene cosa, tramite interfaccia neurali impiantabili. Ma attenzione: non stiamo parlando di ridurre la povertà o salvare la Terra dalla deforestazione. Sembrano, le mission delle grandi aziende di Musk, qualcosa in cui un eventuale desiderio di migliorare delle nostre condizioni di vita è mescolato in modo piuttosto confuso ad aspirazioni a metà tra scienza e fantascienza, condite da una dose non infinitesimale di narcisismo.

Difficile, dunque, pensare che improvvisamente – con l’acquisto di Twitter – Musk snaturi la sua indole eccentrica e visionaria e si impegni a offrire all’utenza media un luogo virtuale in cui l’informazione circoli libera e aperta a tutti.

twitter musk

La prova dei fatti

Proprio nelle scorse ore, peraltro, Musk è stato chiamato alla prova dei fatti da alcuni media cinesi. I quali, dopo aver sentito le dichiarazioni del Ceo di Tesla che si è autoeletto nuovo paladino della libertà di parola, gli hanno chiesto di esibire un minimo di coerenza. Se Musk con Twitter desidera davvero la libertà, hanno detto da Pechino, elimini le etichette che sulla piattaforma identificano questi media come “affiliati al governo cinese”, con sfumatura chiaramente denigratoria.

Le gaffe di Elon Musk

Spesso le dichiarazioni o i tweet di Elon Musk sono, a voler essere benevoli, criptici.

Musk nel 2020 ha detto prima che il Covid era un problema sopravvalutato, per poi affermare che i bambini sono pressoché immuni dalla malattia. Una rapida ricerca in Rete mostra una quantità piuttosto ampia di frasi poco felici e ritrattazioni altrettanto imbarazzanti.

Tra le ultime posizioni opinabili assunte dal miliardario, c’è l’appoggio alla protesta dei camionisti canadesi no vax. Con tanto di immancabile tweet (poi cancellato) in cui era apparso un non troppo velato paragone tra il premier canadese Justin Trudeau e Adolf Hitler.

Questo cosa c’entra con l’acquisizione di Twitter da parte di Trump?

La libertà: per gli altri o per sé?

La sensazione è che Musk, uomo tra i più potenti della Terra, utilizzi i social media con la rilassatezza di quando da studenti si scrivevano i temi sul foglio di brutta. Salvo poi che, a differenza degli accorti studenti che dovrebbero rileggere e correggere prima di riversare in bella, Musk pare pubblicare ogni suo pensiero in modo piuttosto spontaneo. Incurante, forse per senso di onnipotenza, delle conseguenze.

Sembra, insomma, che i social siano per Musk una specie di parco giochi virtuale, in cui dire ciò che piace o interessa, senza troppe autocensure.

E se vogliamo andare nel concreto, e agganciarci a una notizia recentissima, ecco un aggiornamento su un altro argomento caldo scaturito dal passaggio a Twitter nelle mani di Musk. Quello, cioè, di un’eventuale riammissione di Donald Trump, bannato dalla piattaforma dopo i fatti di Capitol Hill.

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Musk, Twitter e Trump

Con uno dei suoi immancabili tweet, Musk si è complimentato con Truth, la piattaforma di Trump, balzata inaspettatamente in cima alla classifica dei download di Apple Store, mentre Twitter è al secondo posto. Questo il breve testo del cinguettio: “Truth Social sta attualmente battendo Twitter e TikTok sull’Apple Store”.

Tuttavia, il tweet di Musk potrebbe violare una delle condizioni dell’accordo di vendita della piattaforma, che imporrebbe allo stesso Musk di non denigrare (“disparaging”) Twitter o i suoi rappresentanti.

Abbiamo dunque un tweet di una persona allo stesso tempo disattenta alle regole della società che ha appena acquisito, e che fornisce un assist all’ex presidente degli Usa, bannato dallo stesso Twitter. E che, aggiungiamo, non ha mai dato eccessiva dimostrazione di vicinanza alle cause della libertà di parola e della democrazia.

Non sono pochi, per concludere, gli elementi che portano a pensare al fatto che Twitter potrebbe diventare il passatempo nelle mani di un miliardario eccentrico e talvolta un po’… distratto.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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