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La recensione di Nothing Ear (2): la consacrazione del brand trasparente

Nel primo dispositivo di seconda generazione Nothing migliora tutto - peccato debba alzare il prezzo

Fra i brand tecnologici, Nothing risulta ancora una novità. Provando i dispositivi del brand di Carl Pei, spesso gli amici meno appassionati del mondo tech ci chiedono: “ma perché il tuo smartphone/auricolare è trasparente?”. Finora, anche fra gli esperti del settore Nothing ha avuto il vantaggio dell’essere “nuova”: ma gli auricolari Ear (2), che vi raccontiamo in questa recensione, hanno dovuto superare una sfida più complessa. Perché dopo il successo delle ottime Ear (1), non solo devono fare bene – devono fare meglio.

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Vi diciamo da subito che gli auricolari ci sono piaciuti, molto: soprattutto perché calzano le nostre orecchie perfettamente e perché l’ANC è solido. Ma anche che c’è una nota negativa: il prezzo rispetto al primo modello è aumentato. Ma Nothing, da compagnia trasparente non solo nel design, ci ha spiegato perché. Tuttavia, non possiamo negarlo: il salto di qualità c’è e dimostra che Nothing, da speranza del mondo tech, diventa una realtà solida.

La nostra recensione di Nothing Ear (2)

Nothing non è ancora un brand conosciuto dai meno esperti (specie da chi non acquista dispositivi senza mele sul retro). Ma gli appassionati di tecnologia stanno dando fiducia al brand lanciato da Carl Pei. Gli Ear (1) – che abbiamo recensito quihanno venduto oltre 600 unità. Per una buona ragione: erano ottime e costavano poco.

L’azienda ha poi lanciato sul mercato Nothing Phone (1), uno dei dispositivi con cui abbiamo testato anche le Ear (2) durante questa recensione. E poi gli Ear (stick), che pur avendo la custodia migliore che abbiamo mai testato su un paio di auricolari, mancano di alcune funzionalità come l’ANC e hanno un design half in-ear.

Le nuove Ear (2) entrano quindi a far parte di un’ecosistema con Phone (1) e l’app Nothing X, per gestire tutti i dispositivi connessi del brand. Inoltre, vanno a sostituire le Ear (1) e sono l’alternativa in-ear e con l’ANC alle Ear (stick). Insomma: l’azienda non è più una startup interessante, è un brand di tecnologia da prendere sul serio. E con uno stile proprio in tutto.

Stile vincente non si cambia

nothing ear 2 recensione

Nothing ha il suo stile. Non parliamo solo del design trasparente, ma anche per esempio del fatto che la confezione sia in cartone per assicurarsi che possiate riciclarla, come abbiamo visto anche per tutti gli altri prodotti del brand (cover e caricabatterie compresi).

Le prime cuffie del brand sono piaciute moltissimo e, almeno a livello di estetico, il design non cambia molto. La custodia è un quadrato trasparente, con la parte bianca che nasconde le componenti per la ricarica (anche wireless). Non manca il marchio “Nothing (case)”, dimostrando che l’azienda cura i dettagli del design.

Le cuffie hanno il rating IP54 per assicurare che resistano a pioggia leggera e sudore. Le abbiamo testate anche in una corsetta con ottimi risultati (audio, non atletici). La custodia invece è certificata IP55, per resistere ancora di più.

Grande comodità

Gli auricolari in sè restano simili, con un gambo corto (in totale misura 29,4 millimetri) trasparente che riporta la scritta Nothing Ear (2) e che mostra la componentistica interna. Intelligente il puntino rosso per l’auricolare destro e bianco per il sinistro, qualcosa che l’azienda conferma e che noi abbiamo trovato comodo.

dettaglio

La parte che entra nell’orecchio ha una pianta ovale bianca, piuttosto spessa. Noi abbiamo trovato che si incastri perfettamente nel nostro padiglione, con gli eartip in silicone che arrivano perfettamente nel canale auditivo. Nella confezione trovate diversi eartip per le varie misure e nell’app Nothing X ci sono dei test per valutare quali siano i migliori (anche se scegliete sempre in base alla comodità).

Con un peso di soli 4,5 grammi, li abbiamo trovati comodissimi da tenere indossati. Va detto che le orecchie non solo uguali per tutti, quindi questa valutazione è soggettiva. Ma per quanto riguarda le nostre di orecchie, abbiamo provato pochissimi prodotti altrettanto comodi.

Audio Hi-Res personalizzato

Se la comodità è l’elemento più importante per portare a lungo gli auricolari, la qualità audio è essenziale: è la ragione stessa per cui gli indossiamo. Nothing, come per le Ear (stick), ha creato in-house un driver dinamico per la riproduzione del suono. Si tratta di un driver da 11,6 millimetri con un diaframma personalizzato, che combina il poliuretano e il grafene.

Inoltre, ha introdotto la certificazione Hi-Res Audio e utilizza i code LHDC 5.0 (non tutti gli smartphone li utilizzano in automatico, quindi controllate). Questo permette di trasmettere audio fino a 24 bit/192 kHz e velocità fino a 1 Mbps. Qualcosa che non tutte le app di streaming o di riproduzione audio offrono, ma che è certamente un’aggiunta gradita.

Inoltre, l’app Nothing X ha un test personalizzato che permette di valutare il vostro udito e regolare l’audio di consequenza. Noi l’abbiamo fatto soprattutto per scrupolo nei test, ma dobbiamo dire che ci ha colpito: la regolazione è quella che avremo scelto dopo ore di prove – invece è bastato qualche minuto.

nuovi auricolari

Il risultato? L’audio risulta davvero ben dettagliato. Anche solo ascoltando dei podcast abbiamo potuto cogliere dettagli vocali che cuffie meno valenti o l’altoparlante ignorano. Ma ascoltando canzoni ricche di sfumature (l’ultimo album di Florence + The Machine per noi è stato un buon esempio) si sente come questi auricolari gestiscano bene tutte le frequenze.

I bassi non sono roboanti – anche se potete modificare il profilo audio con l’app Nothing X. Ma sono avvolgenti: in questo modo potete godervi anche l’hip-hop (soprattutto Kendrick Lamar e Childish Gambino nel nostro caso, con qualche ricordo di Biggie) senza perdere i dettagli negli alti e medi.

Aiutate anche dal “fit” perfetto con le nostre orecchie, l’audio ci ha veramente colpito. Ci sono auricolari per audiofili che sanno fare meglio, ma per un prodotto di “uso generale”, le Nothing Ear (2) hanno passato alla grande i test della nostra recensione).

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Recensione Nothing Ear (2): la cancellazione del rumore ANC

Le nuove Nothing Ear (2) offrono una cancellazione del rumore ANC che arriva fino a 40 dB. Quindi è più una riduzione che una cancellazione totale. Ma, forse anche qui per via del fatto che ci calzassero a pennello, dobbiamo dire che ci hanno stupito in positivo.

Potete regolare l’ANC su tre livelli, anche se noi abbiamo sempre utilizzato l’Adaptive Mode, che regola in automatico (anche in questo caso c’è un rapido test nell’app per testarlo).

recensione nothing case

Mentre il nostro robot aspirapolvere ci passava accanto in casa, abbiamo potuto continuare ad ascoltare le canzoni lo-fi che usiamo mentre scriviamo. In treno e in metropolitana abbiamo sentito i fischi e segnali acustici, mentre le conversazioni di chi ci stavano attorno sparivano nella musica. Ma ci ha soprattutto stupito in aereo: anche in atterraggio e decollo, siamo riusciti a seguire il nostro podcast preferito senza problemi. Il rumore si sente, ma è molto ovattato e non disturbo. Del bambino che piangeva due file davanti a noi ci siamo accorti solo mettendo in pausa.

Recensione Nothing Ear (2): qualità in chiamata

La tecnologia Clear Voice di Nothing sfrutta tre microfoni ad alta definizione su ciascun auricolare, che percepiscono sia i rumori esterni che la vostra voce. Un algoritmo di intelligenza artificiale riduce il rumore filtrando oltre 20 milioni di campioni sonori, stando a quando ci hanno spiegato da Nothing.

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E ci crediamo. Perché ce l’hanno spiegato in una videochiamata che abbiamo fatto durante una pausa di un evento stampa piuttosto affollato, ma la nostra voce era chiarissima dall’altra parte. Durante le chiamate si sentono solamente i vostri discorsi. Anche in bicicletta il vento non ha dato fastidio al nostro interlocutore, grazie a microfoni riposizionati rispetto alla scorsa generazione.

Tante funzionalità smart

Vi abbiamo già raccontato dell’ottimo rapporto che abbiamo avuto con l’app Nothing X, che abbiamo utilizzato per regolare l’audio e l’ANC a nostro piacere. Ma non è l’unica novità smart introdotta in questa generazione di auricolari.

Innanzitutto risulta comoda la Dual Connection, che permette di collegare a due dispositivi contemporaneamente le vostre Nothing Ear (2) – noi durante la recensione abbiamo provato diverse combinazioni (TV e smartphone, per esempio) – ma il caso più comune sarà laptop e smartphone. Se state ascoltando musica dal PC ma arriva una chiamata, le Ear (2) vi faranno rispondere con facilità. Potete cliccare il comando a pressione sia per rispondere che per terminare.

Il Bluetooth 5.3 risulta inoltre particolarmente forte, l’antenna all’interno è particolarmente capace: abbiamo fatto le pulizie di tutta casa ascoltando musica con le Nothing Ear (2) nelle orecchie e lo smartphone fermo in salotto.

Non mancano poi Google Fast Pair sui dispositivi Android e Microsoft Swift Pair su quelli Windows: abbiamo solo dovuto aprire la custodia perché sia smartphone che PC ci chiedessero di connettersi. Potete anche utilizzare la funzione Low Lag per i giochi, anche se noi abbiamo trovato la latenza bassa anche senza.

Controlli all’orecchio

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Abbiamo apprezzato il fatto che i controlli non siano touch, quanto “a pressione”, e che siano posizionati sul gambo degli auricolari. Quindi dovete pizzicare gli auricolari per gestire i comandi, qualcosa che troviamo più comoda rispetto ai comandi a sfioro, che in altri auricolari si attivano quando vi sistemate solamente le cuffie nelle orecchie.

Potete personalizzare le azioni da mettere in pratica su una, due o tre pressioni su entrambi gli auricolari, in modo da avere un controllo maggiore. Noi però abbiamo utilizzato soprattutto il play/pausa (un tocco solo di default, anche per rispondere alle chiamate) e l’attivazione dell’ANC con una pressione prolungata (anche se con l’ANC adattivo potete anche farne a meno).

Potete fermare le tracce togliendo gli auricolari dall’orecchio, una funzione che però durante i nostri test ha avuto un paio di incertezze.

Batteria e ricarica (anche wireless)

Gli auricolari hanno una batteria da 33 mAh, con la custodia che aggiunge 485 mAh. L’autonomia quindi non è stellare: durano circa 6 ore senza l’ANC e circa 4 ore con la riduzione del rumore. L’unico caso in cui poteva rischiare di essere un problema, nei nostri test, è stato durante un volo in cui abbiamo ascoltato musica con l’ANC per circa tre ore, contando anche il salire e scendere dall’aereo. Noi non abbiamo quindi davvero bisogno di maggior autonomia. Ma se per esempio siete abituati a lavorare tutto il tempo con le cuffie nelle orecchie senza pausa, potrebbe diventare un problema.

ricarica recensione nothing ear 2

Con la custodia si arriva a 36 ore di autonomia (22,5 con l’ANC), che non sono affatto male. Ma l’ottima notizia è la ricarica. Il Fast Charging aggiunge alla custodia 8 ore di autonomia con soli dieci minuti. E potete caricare con il cavo USB-C in dotazione o con la ricarica Wireless, anche se più lentamente (a 2,5W). Potete quindi utilizzare anche il reverse charging, magari con Phone (1).

Recensione Nothing Ear (2): vale la pena comprarle?

Potete acquistare i Nothing Ear (2) dal 22 marzo sul sito nothing.tech e dal 28 marzo anche su tutti gli altri canali online al prezzo di 149 euro.

Il prezzo è decisamente più alto rispetto al lancio delle Ear (1) due anni, che costavano solo 99 euro. Nothing giustifica l’aumento con diverse nuove tecnologie, che rendono gli auricolari più completi: un’ANC migliore, audio Hi-Res e un nuovo driver, una connessione Bluetooth più solida e diverse novità come la Dual Connection. Ma non nasconde anche che la situazione economica in generale è cambiata. Chi è appassionato di gadget audio avrà notato che tutto il settore ha alzato i prezzi.

Questo non cambia il fatto che, rispetto al passato, superiamo abbondantemente i 100 euro. Le Nothing Ear (2) valgono sicuramente il prezzo a cui sono vendute: sono ottimi auricolari e dopo questa recensione ci sentiamo di consigliarle senza timore. Ma non tutti sono disposti ad arrivare a tre cifre per questo genere di prodotto.

Quindi, vi chiediamo di domandarvi due cose: siete disposti a spendere 149 euro? Utilizzate spesso le cuffie per oltre quattro ore consecutive? Se la risposta è no a entrambe, Nothing Ear (2) è la risposta a tutte le vostre esigenze. E sono anche trasparenti, che per noi continua a essere un plus – anche nella seconda generazione di prodotti.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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