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DroniTech

I droni del futuro avranno i loro “nidi”

BARCELLONA – Avete mai sentito l’espressione “drone in a box“?
Letteralmente significa “drone in una scatola” e in realtà questo vi racconta già di che si tratta: un drone che risiede in un contenitore e che, all’occorrenza, può uscire, svolgere le sue mansioni e poi ritornare “a casa”.
Non sono una novità recente. In realtà è qualche anno che vengono prodotti ed utilizzati. Ad esempio, la polizia di Dubai può sfruttarli per monitorare il traffico ed eventuali incidenti, segnalando poi alla centrale quale sia la situazione e permettendo così un intervento più rapido – poiché sappiamo bene dove è avvenuto l’incidente – e preciso – perché sappiamo esattamente cosa è successo e quali mezzi servono per aiutare le persone o recuperare veicoli.

La maggior parte di questi sistemi però utilizza, appunto, una scatola. Un contenitore posizionato a terra che si occupa di proteggere il drone e ricaricarlo per tenerlo pronto per le missioni successive.
Dronus invece ha pensato di cambiare prospettiva: i loro droni hanno un nido che viene appeso in alto.

Chi è Dronus?

Ollo Store – Droni e Accessori

Dronus Riccardo Benedetti e Marco Ballerini
A sinistra Riccardo Benedetti, a destra Marco Ballerini

Dronus è un’azienda italiana che produce droni industriali.
E già questo di per sé è abbastanza incredibile.
Siamo di fronte ad un’azienda nata nel 2018 a Trieste, che produce droni industriali e che lo fa interamente in Italia.
Non solo: “Abbiamo avuto un’idea che è vincente: di farlo aereo, non terrestre”, ci spiega Marco Ballerini, CEO di Dronus.

Siamo al Mobile World Congress di Barcellona, in mezzo allo stand di Qualcomm che ospita Dronus e il suo drone. Accanto a noi Ballerini e Riccardo Benedetti, co-fondatore dell’azienda, che ci mostra un video sullo smartphone: “Qui eravamo a Piazza del Popolo, a Roma, per i 100 anni dell’Aereonautica. Ci avevano invitato per fare il monitoraggio aereo della situazione durante l’evento, quindi abbiamo installato la nostra base di ricarica che chiamiamo NEST (nido), senza troppa fantasia, su un palo. Dentro c’è il suo drone che esce quando deve fare la missione. È tutto automatizzato: chiude i portelli, all’interno della base abbiamo una temperatura controllata, può ricaricare la batteria, fare un’analisi dei video, eccetera.
Il drone parte, si fa il volo della piazza e manda in tempo reale i feed video diurno e termico a una centrale di comando o a un’app per smartphone, ad un PC… dove vuoi. E tu riesci a vedere quello che sta facendo. Quando ha finito la batteria oppure l’operatore decide che la missione è terminata, lui entra dentro la base, si riaggancia, si mette in ricarica e aspetta la prossima missione.”

Insomma, di base il funzionamento è analogo a quello di tutti gli altri drone in a box ma la parte vincente, che ci ha permesso di ricevere investimenti, è il fatto che sia aereo – mi spiega Ballerini – Cambia totalmente. Abbiamo brevettato la nostra docking station in tutto il mondo. Credo che sia l’unica docking station brevettata, con riconoscimento del brevetto, non è soltanto la presentazione, in Stati Uniti, tutta Europa, in Cina stiamo aspettando, Corea, India, Giappone, eccetera.”

Ollo Store – Droni e Accessori

La partnership con Qualcomm e il MWC 2024

Dronus ha catturato l’attenzione di diverse aziende, inclusa Qualcomm.
Una collaborazione che al momento ha permesso alla startup italiana di utilizzare i chip americani all’interno dei droni: Con i chip Qualcomm che stiamo installando on board già possiamo fare molte più elaborazioni in tempo reale. Quindi per applicazioni tipo smart city o sorveglianza lui è in grado di volare, fare delle elaborazioni da solo ed eventualmente modificare il suo piano di volo rispetto a quello che vede“, ci racconta Benedetti.

Ad esempio, nel caso della sorveglianza può riconoscere una persona e seguirla, riducendo i tempi perché il segnala non deve andare sul cloud, l’elaborazione non deve essere fatta dal server e non deve attendere di ricevere un riscontro. Chiaramente è una questione di pochi secondi ma secondi che possono fare la differenza e che vengono ridotti notevolmente dall’uso di un chip potente che sia in grado di supportare l’intelligenza artificiale e algoritmi complessi.

Dronus al MWC 2024 con Qualcomm

“Stiamo sperimentando con loro e Ericsson negli Stati Uniti la connettività 5G su rete privata, quindi i droni che sono connessi come data link utilizzando il 5G su private network”, conclude Riccardo Benedetti mentre estrae di nuovo lo smartphone per mostrarci un altro caso d’uso, quello all’interno di un magazzino.
Sì perché siamo soliti associare i droni alla sorveglianza ma in realtà possono svolgere altri compiti: “Questo è un sistema che utilizziamo per l’inventario di magazzino. Il sistema si sgancia, [..] va davanti ai pacchi, riconosce i barcode con la telecamera e poi con il laser legge il barcode; a quel punto lui localizzandosi con la mappa 3D che fa dell’ambiente riesce a posizionare ogni pacco in un determinato posto del magazzino e quindi ti fa una fotografia del tuo magazzino quotidianamente senza l’intervento di nessuno. Lui si fa il voletto e scatta foto, riconosce, conta le scatole, le posiziona…”.

Chiaramente sono prodotti diversi perché devono compiere compiti differenti ma il framework, la base di partenza, è lo stesso.

il drone di Dronus

Quindi videosorveglianza privata, inventario ma anche e soprattutto un occhio di riguardo per le smart city: L’idea vincente è quella del NEST aereo. Questo cosetto a bassissimo impatto logistico pesa 8 kg, mentre gli altri hanno fatto 150-160 kg. – specifica Marco Ballerini –  È più impattante, soprattutto se fai una smart city. Non metti la box per terra, la metti a modi lampione. Quindi il concetto nostro è molto più vicino alle smart city.”
Non serve quindi pensare a dove metterlo e come alimentarlo perché puoi agganciarlo fisicamente e da un punto di vista di alimentazione a qualcosa che già c’è, riducendo gli ingombri a terra.
Questi elementi stanno favorendo lo sviluppo di Dronus: “Abbiamo troppe richieste, non è possibile farcela”, continua Ballerini, che mi spiega come la maggior parte dell’interesse provenga dall’estero, anche se in Italia “abbiamo già montato i Nest. Ce li stanno chiedendo l’Aeronautica, l’Esercito, la Regione Campania. Nei parchi archeologici ci sono i nostri droni, a Ercolano e Bari.”

Ovviamente l’intenzione è quella di soddisfare le richieste di tutti e continuare lo sviluppo della tecnologia, ma per farlo servono fondi quindi Dronus è a caccia di investitori per riuscire a crescere, forte di un brevetto importante e di una tecnologia che sembra già a prova di futuro.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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