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Come sarà la pandemia nel 2022?

Ecco, tra previsioni e speranze, cosa sarà del Covid nel nuovo anno

Il Natale è alle porte, la variante Omicron dilaga e, dobbiamo dircelo con la massima sincerità, del Covid non ne possiamo proprio più.

Non ne può più chi ha sempre seguito ogni profilassi ma, avendo a che fare con parenti e amici fragili, teme per la loro incolumità. O chi, come l’estensore di queste righe, è genitore di un figlio in età scolare, e vede ogni giorno le naturali energie dei bambini limitate dalle (sacrosante) norme per il contenimento del virus.

Ma per quanto ancora avremmo a che fare con il Coronavirus? Come sarà la pandemia nel 2022? Ci saranno nuove varianti? E se sì, quanto saranno contagiose? Quando potremmo mettere la parola fine a questa situazione, ancora più assurda se pensiamo che sta avendo luogo in un mondo ipertecnologizzato?

Sono domande che ci siamo fatti tutti (alcuni di noi, anzi, come va di moda oggi hanno anche fornito le risposte, pur senza avere le competenze per farlo).

Ma cosa dicono gli esperti? Come evolverà, secondo loro, la pandemia nel 2022?

La pandemia nel 2022: le speranze dell’OMS

Oltre ai dati scientifici ci sono i sentimenti. E ci sono, per esempio, le recentissime dichiarazioni di Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Che in una conferenza stampa a Ginevra ha detto senza mezzi termini: “Il 2022 dovrà essere l’anno in cui metteremo fine alla pandemia”.

E ha ricordato tutte le norme da seguire fin da subito, perché il virus in tutte le sue varianti sia contenuto. In riferimento alle festività natalizie, poi, il direttore dell’OMS è stato altrettanto esplicito: “Un evento annullato è meglio di una vita di meno”.

Ma cosa dice la scienza riguardo a quello che accadrà alla pandemia nel 2022? E soprattutto: c’è uniformità di previsioni? Scopriamolo.

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La pandemia nel 2022: gli ottimisti

Abbiamo visto quanto sia imprevedibile fare previsioni sulla pandemia da Covid-19. Varianti sempre nuove e diverse nascono, e fanno in un certo senso ripartire da zero gli sforzi per la messa a punto dei vaccini.

È quindi normale che anche i punti di vista della comunità scientifica sul futuro prossimo della pandemia siano discordanti.

Un gruppo di scienziati americani rappresenta certamente l’ala più ottimistica. Secondo il loro punto di vista, reso noto in un articolo pubblicato dalla CNBC, “la fine dell’emergenza potrebbe essere all’orizzonte”.

La loro prospettiva sarebbe corroborata dallo studio dell’influenza spagnola del 1918-1920 e dell’influenza suina del 2009-2010, poi diventate endemiche.

Il Coronavirus dunque non scomparirà nel 2022. Ma, una volta endemico, si comporterà allo stesso modo dell’influenza. Causerà febbre, tosse e raffreddore. E, specie nei mesi invernali, la morte dei soggetti più fragili.

Gli scienziati americani ripongono inoltre grande fiducia nelle pillole antivirali, capaci con un’alta percentuale di successo di evitare le ospedalizzazioni di chi ha sintomi da infezione da Coronavirus.

La pandemia nel 2022: andrà bene perché è andata male

Sulla stessa falsariga degli scienziati americani si pone The Economist.

Anche se, in questo caso, le ragioni dell’ottimismo si fondano su dati non proprio confortanti. Infatti, secondo il quotidiano britannico, se è vero che probabilmente la pandemia diventerà endemica nel 2022, questo è dovuto ai numerosi errori di calcolo dei primi due anni di Covid. In sintesi, se molte persone saranno protette da eventuali varianti future, è perché sono già state infettate. Per colpa della sottovalutazione del problema da parte dei governi di diversi Paesi.

La pandemia nel 2022: gli scettici

Altri scienziati sono su posizioni più scettiche, e credono che la convivenza col virus durerà ancora a lungo.

Tra loro c’è Ilaria Capua, che intervistata dai colleghi di Repubblica fornisce risposte di grande buon senso.

Capua ricorda intanto che “l’unica cosa che possiamo fare è innalzare il muro di protezione con il vaccino e avere comportamenti prudenti e saggi. Si svilupperanno altre varianti, alcune dominanti. Più la gente si vaccina e meno saranno pericolose, sia per l’ospedalizzazione e la malattia grave, sia per il numero di infezioni e la catena dei contagi, che porta le persone in ospedale.”

Ma perché il virus durerà ancora a lungo? Perché, spiega Ilaria Capua, “questi sono macrocicli di centinaia o migliaia di anni, si endemizzerà. I virus emergenti fanno così: passano da una specie animale a un’altra, e quando hanno raggiunto un numero di infezioni sufficiente per l’endemizzazione non li fermi più. Come il morbillo, che sta con noi da oltre duemila anni.

Il Covid è solo l’ultimo di una serie di virus che passano dall’animale all’uomo. Come l’Hiv. È scomparso? No, ci conviviamo e convivremo, forse per millenni. Siamo solo all’inizio, ma metteremo anche il Covid nel suo recinto e ci farà meno paura perché farà meno danni.”

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Vaccinarsi è fondamentale

In fondo tutti i pareri convergono sul fatto che il Coronavirus diventerà endemico.

Ma solo Ilaria Capua sottolinea l’importantissimo concetto per cui, per poter convivere in maniera sufficientemente serena col Covid, occorre immunizzarsi. “Se non ti vaccini o non sei immune non ci convivi. Finisci in ospedale e fai danni a te, alla tua famiglia, e al sistema. Medici e infermieri scappano dagli ospedali pubblici perché hanno studiato per curare e guarire le persone, non per vederle morire come mosche. La scienza ha fatto la sua parte, dando gli strumenti per mettere in sicurezza il mondo. Però l’Homo sapiens, ma verrebbe da dire alcuni homo poco sapiens, si rifiutano di usarli. Se ci comporteremo così, invece di fare danni per tre anni, la pandemia continuerà a farne per 5, 7 o più. Dipende solo da noi”. 

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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