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I numeri del gioco online durante la pandemia

Diversi studi fanno il punto su quanto si è giocato, legalmente e non, nei mesi del Covid. Analisi di un settore che sta cambiando

La pandemia ha inciso anche sul rapporto col gioco online, legale o meno.

Ebbene sì: tra i tanti impatti del Covid-19 (e soprattutto del conseguente lockdown) sulle nostre vite e sulle nostre psicologie, c’è anche quello che riguarda giochi e scommesse fatti dai device.

A dirlo sono numerosi studi e report, che segnalano come una maggiore esposizione a computer, smartphone e altri dispositivi abbia modificato il nostro rapporto con l’azzardo. Di certo, ha avuto un ruolo decisivo la forzata solitudine a cui siamo stati sottoposti, e da lì la voglia di intrattenersi e di provare emozioni forti.

Pandemia e gioco online: i motivi psicologici

Prima di dare spazio ai dati, approfondiamo ancora per un istante i motivi profondi del boom del gioco online, soprattutto quello d’azzardo.

Durante i mesi della pandemia sono aumentati considerevolmente anche il consumo di alcolici e di sostanze psicotrope. È evidente che la causa è una protratta solitudine, e un abbassamento del tono dell’umore.

Uno studio pubblicato sul giornale online IEEE Transactions on Computational Social Systems, condotto dalla University of Technology Sydney (UTS) e dalla University of Essex, mostra ad esempio un’impennata di post, sui vari social, in cui si parla di ansia, stress, depressione e addirittura di pensieri suicidi.

Altri studi, non a caso, segnalano uno stretto legame tra l’aumentato consumo di alcol e la maggior frequentazione dei giochi d’azzardo online.

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Pandemia e gioco: l’azzardo online è aumentato di sei volte

Un report dell’Università di Bristol pubblicato sulla rivista Journal of Gambling Studies segnala che nei mesi della pandemia il gioco d’azzardo online è aumentato di ben sei volte.

Gli autori della ricerca hanno affermato che “una minoranza di giocatori ha aumentato significativamente il loro gioco d’azzardo e le scommesse online. Tra le tante ripercussioni della pandemia, le disuguaglianze sono state esacerbate. E così, gruppi particolarmente vulnerabili sono stati colpiti in modo più significativo”.

I ricercatori hanno aggiunto che “l’aumento della prevalenza del lavoro da casa è anche un aspetto importante per la definizione delle politiche future, poiché la tentazione di giocare d’azzardo online, amplificata da una pubblicità intelligente, è sempre più presente”.

Dalle sale da gioco allo schermo del device

Altre ricerche mostrano l’inevitabile crollo del fatturato del settore del gioco d’azzardo, per via delle chiusure forzate di casinò e sale slot. Il comparto ha subito un calo globale del 25% nel corso del 2020. E con il conseguente boom dell’azzardo online, si sono moltiplicate le truffe.

Assoutenti e il caso dell’Italia

Uno studio di Assoutenti dedicato all’Italia fa luce sul fenomeno con numeri e dati precisi.

Viene intanto confermato lo spostamento del gioco dai luoghi fisici all’online. Tra l’aprile e il maggio del 2020, infatti, ben il 23% dei giocatori ha smesso di giocare. Ma un terzo ha aumentato la frequenza del gioco online. E l’11,3% degli attuali giocatori ha iniziato ad appassionarsi all’azzardo online proprio nei mesi del primo confinamento.

“Negli ultimi anni aveva già iniziato a verificarsi, a livello globale, un passaggio dal gioco offline a quello online. In Italia, la spesa totale nel mercato in rete è passata da 823 milioni di euro nel 2015 a 1.854 milioni nel 2019”, spiega Assoutenti.

“La crescita del gioco a distanza è coerente con tutti gli altri settori economici, in cui il mercato online è in aumento con una rapidità senza precedenti. In Italia, le versioni online di poker, carte, bingo e giochi da casinò sono aumentate di popolarità in modo significativo durante il lockdown”.

E cresce anche il numero degli affetti da ludopatia, che in Italia sono più di 1,3 milioni.

gioco online

La pandemia e il gioco illegale

Il lockdown ha inoltre acuito il fenomeno delle bische clandestine online, con milioni di accesso all’anno e decine di migliaia di siti illegali chiusi.

A ciò si affianca il fenomeno delle vere e proprie sale clandestine: le inchieste di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno portato alla chiusura di 145 attività di gioco illegale in 416 giorni. E sono state denunciate più di mille persone.

Secondo la procura antimafia, solo in Italia il gioco illegale online muove un giro di affari di 20 miliardi di euro.

Ma la spesa complessiva è in calo

Un ulteriore dato, raccolto dall’Agenzia dei monopoli per i colleghi di Wired, fa riflettere.

La contrazione del gioco legale in Italia nel primo semestre del 2020 è stata del 38,5% rispetto all’anno precedente, pari a 4,2 miliardi di mancato guadagno (6,8 contro gli 11 del 2019).

In Italia, dunque, è ancora più ampio il divario tra il calo del gioco fisico e l’aumento di quello virtuale.

Ora che le limitazioni sono sempre meno severe e tutte le attività stanno riaprendo, si saprà se è stata la pandemia a spostare il gioco verso l’online, o se anche in questo settore stiamo progressivamente sostituendo l’esperienza in presenza con quella da remoto.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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