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Ok dell’Ema a Paxlovid, la pillola anti Covid di Pfizer

Autorizzato l’antivirale per via orale

La battaglia contro il Covid sembra aver trovato, fuor di metafora, nuove strade. Non ci si affiderà più solo all’inoculazione dei vaccini per via intramuscolare ma anche agli antivirali per via orale.

Il 4 gennaio scorso, con l’ok dell’Agenzia italiana del farmaco, si è dato il via alla distribuzione in Italia del Lagevrio, più noto come Molnupiravir. Si tratta della pillola anti Covid prodotta dalla società farmaceutica statunitense Merck & Co.

E ora tocca a un altro antivirale per bocca, composto da due nome ostici da memorizzare: PF-07321332 e ritonavir. Vi spiegheremo nel corso dell’articolo perché i nomi in questione sono due.

Per adesso è più importante sapere che il nome unico della pillola anti Covid prodotta da Pfizer è Paxlovid. E che il farmaco ha appena ottenuto il via libera dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. Ema che invece non ha ancora dato il suo ok a Molnupiravir.

Scopriamo tutto quello che finora sappiamo su questa nuova pillola anti Covid, presto disponibile anche in Italia.

Paxlovid, la pillola anti Covid di Pfizer

Con una nota apparsa sul suo sito ufficiale giovedì 27 gennaio, l’Ema ha dunque dato il via libera a Paxlovid, la pillola anti Covid di Pfizer.

Anzi ha “raccomandato di concedere l’autorizzazione all’immissione in commercio” del farmaco antivirale orale.

Ma quando è possibile usare Paxlovid e come si assume?

Paxlovid

Da farmaco d’emergenza a farmaco approvato

L’Agenzia europea per i medicinali spiega che la pillola anti Covid di Pfizer va utilizzata “per il trattamento del COVID-19 negli adulti che non necessitano di ossigeno supplementare e che hanno un aumentato rischio di aggravamento della malattia.”

Paxlovid era già stato raccomandato come farmaco d’emergenza in una decina di Paesi dell’Unione Europea.

Come funziona Paxlovid

Per capire il funzionamento della pillola anti Covid di Pfizer dobbiamo tornare ai due curiosi nomi citati all’inizio: PF-07321332 e ritonavir.

Il farmaco antivirale orale è composto infatti dalla combinazione di due principi attivi differenti. Occorre quindi assumere contemporaneamente, per due volte al giorno, due diverse compresse.

L’azione del PF-07321332 è quella di ridurre la capacità di replicazione del virus. Al ritonavir spetta invece il compito di prolungare l’efficacia del PF-07321332, che resterà più a lungo nell’organismo.

Quando assumere Paxlovid

La pillola anti Covid messa in commercio da Pfizer, dunque, previene l’aggravarsi dei sintomi bloccando la replicazione del Sars-CoV-2.

Il farmaco va assunto il prima possibile, e comunque entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi.

L’efficacia della pillola anti Covid di Pfizer

Già lo scorso novembre Pfizer aveva dichiarato che l’efficacia di Paxlovid si attesta intorno all’89%. Lo studio era stato effettuato su 2.246 pazienti.

Siamo decisamente su altri numeri rispetto a quelli di Molnupiravir. Il trail condotto su 1.433 pazienti aveva in quel caso fornito percentuali modeste e peggiorate nel tempo: da un’iniziale 50% di riduzione dei decessi e ricoveri si è scesi al 30%.

Una volta pubblicati i dati dello studio Albert Bourla, Ceo di Pfizer, aveva detto: “Ci stiamo muovendo il più rapidamente possibile nel nostro sforzo di portare questo potenziale trattamento nelle mani dei pazienti e non vediamo l’ora di lavorare con la Fda degli Stati Uniti sulla revisione della nostra applicazione”.

I costi

L’obiettivo di Pfizer è quello di mettere sul mercato 120 milioni di cicli di trattamento entro la fine del 2022.

L’idea dell’azienda è quella di garantire a tutti l’accesso alla terapia, modulando le tariffe del farmaco a seconda del reddito dei diversi Paesi.

Si ipotizza che il costo di Paxlovid non si discosterà di molto da quello di Molnupiravir. Che negli Stati Uniti costa 700 dollari, mentre In Italia è coperto dal sistema sanitario nazionale (ed è arrivato in un primo stock di 12.000 cicli lo scorso 4 gennaio).

L’interazione del ritonavir con altri farmaci

La commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, ha detto che Paxlovid “ha il potenziale per fare davvero la differenza per le persone ad alto rischio di progressione verso il Covid grave. La pillola anti Covid di Pfizer è il primo antivirale orale per uso domestico nel nostro portafoglio e abbiamo avuto prove incoraggianti della sua efficacia contro Omicron e altre varianti”.

Per adesso sembra ci sia solo un fattore limitante. Il ritonavir, che serve per prolungare l’efficacia del PF-07321332, è usato anche contro l’Hiv. E, si legge nella nota dell’Ema, “è noto che ritonavir influenza l’azione di molti altri medicinali”. Perciò sono stati “inclusi consigli e avvertenze nelle informazioni sul prodotto di Paxlovid. L’azienda ha anche fornito uno strumento sul proprio sito web a cui è possibile accedere tramite un Qr code incluso nelle informazioni sul prodotto e sulla confezione esterna”.

Verrà poi inviata “una lettera alle organizzazioni degli operatori sanitari competenti per ricordare loro ulteriormente il problema.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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