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Rock Trading, piattaforma italiana di criptovalute, si ferma per problemi di liquidità

L’ansia dei risparmiatori

Spesso le criptovalute hanno mostrato, nel bene e nel male, la loro instabilità.

Enormi guadagni in un brevissimo lasso di tempo ma anche fallimenti clamorosi altrettanto repentini. Fallimenti individuali ma non solo: si pensi allo scandalo della società Nft, New Financial Technology, con sede a Silea, in provincia di Treviso.

O a quello, più recente e clamoroso, di FTX, di cui ci siamo occupati in diversi articoli.

Ora a essere messi in allarme sono gli investitori di Rock Trading, storica piattaforma di exchange (compravendita) di criptovalute italiana, fondata nel 2011. Vediamo cos’è accaduto.

Rock Trading interrompe le attività

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La notizia arriva direttamente dalla home page del sito ufficiale di Rock Trading.

Dove possiamo leggere una nota datata 17 febbraio, il cui titolo è inequivocabile: “Comunicazione di interruzione dell’operatività della piattaforma”.

La nota recita: “The Rock Trading comunica che si è reso necessario interrompere l’operatività della propria piattaforma a partire dalla data odierna, in ragione di difficoltà riscontrate nella gestione della liquidità.

La società sta conducendo verifiche interne per individuare le cause del problema e valutando l’adozione di tutte le iniziative opportune o necessarie per tutelare la clientela e gli altri stakeholders.

Ulteriori comunicazioni di aggiornamento sulle misure intraprese saranno fornite in tempi rapidi.”

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Le difficoltà prima dell’annuncio ufficiale

Analoga nota è stata riportata anche sul canale Telegram ufficiale dell’azienda.

Ma in realtà, difficoltà nei prelievi su Rock Trading erano state segnalate anche nelle scorse settimane.

E per arginare le prime ansie e perplessità dei risparmiatori, esplicitate proprio su Telegram, era arrivata una risposta. “Stiamo facendo una revisione della situazione in corso che sta provocando questi disagi. Appena terminata provvederemo a fornirvi un comunicato ufficiale.”

Si era già verificata una prima interruzione dei servizi nel 2021, durata in realtà solo qualche giorno. Ma allora si era trattato di un attacco Ddos, risolto in 48 ore.

La sensazione è che i problemi attuali siano meno transitori. Sia per il contenuto della nota ufficiale, sia per il fatto che Rock Trading ha modificato la sua banca di appoggio, passando dall’italiana Banca Sella a un istituto irlandese, Modulr.

Gli investitori

Non è noto il numero di investitori che hanno puntato su Rock Trading, piattaforma sinora considerata stabile e seria. E che, si legge sul sito, “opera nel pieno rispetto delle direttive e dei regolamenti Europei.”

Ciò che è certo è che il canale Telegram conta circa 5.400 iscritti e, com’era facilmente prevedibile, ora si è trasformato in una sorta di forum di investitori che si sentono raggirati.

C’è chi, ad esempio, lamenta un prelievo di 35.000 euro effettuato lo scorso 3 febbraio, mai intascato, il cui importo si ignora che fine abbia fatto.

L’azienda non solo non ha risposto alle lamentele, ma ha bannato diversi profili rei, pare, di aver ingenerato ansie tra i risparmiatori. E ha invitato a spostare le conversazioni sui problemi di liquidità nella chat non ufficiale.

Nel frattempo proprio il 17 febbraio, giorno dell’annuncio ufficiale dei problemi di liquidità di Rock Trading, su Telegram è stato creato un nuovo canale. Si chiama “The Rock Trading Tutela Legale” e ha l’obiettivo di raccogliere “iniziative da assumere per tutelare gli interessi dei clienti di The Rock Trading”.

In poche ore più di 600 consumatori si sono iscritti al canale.

Rock Trading

La piattaforma Rock Trading è stata fondata nel 2011 da Andrea Medri e Davide Barbieri.

Ai due, l’idea di fondare un luogo virtuale di scambio di Bitcoin e altre criptovalute è venuta “frequentando” Second Life, una delle versioni primitive del metaverso.

Il video “profetico”

I colleghi del Corriere della Sera hanno intercettato un video dello scorso novembre, in cui uno dei fondatori, Andrea Medri, parla del crac FTX.

E, alla luce di quanto sta accadendo a Rock Trading, dice parole mestamente profetiche: “Noi da sempre, quindi da undici anni a questa parte, continuiamo a suggerire ai nostri clienti di tenere su qualsiasi piattaforma solo gli asset in crypto strettamente necessari per l’attività di trading. Perché c’è un errore comune da parte di tantissime persone che ci considerano banche. Ma noi banche non siamo, non possiamo fare da custodi.

La gente deve imparare a gestirsi i suoi asset in proprio.  Perché poi, in un malaugurato incidente di un hacker, di una truffa o di qualsiasi situazione, i fondi sono persi”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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