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La recensione di PICO 4 – un visore VR che ha un sacco di cose da far vedere

Qualche mese fa è arrivato sul mercato il PICO 4, di cui parleremo in questa recensione. Si tratta forse del primo vero antagonista per Oculus Quest 2, che si è già creato una reputazione molto solida tra gli utenti. A noi, il PICO 4 è sembrato da subito una buona alternativa al prodotto di Meta. Ma, esattamente, che cosa può offrirci per la nostra esperienza virtuale un PICO 4?

La recensione di PICO 4

Ammettiamo subito che questa, del PICO 4, non è stata una recensione semplice. Non per via del visore, che, lo diciamo subito, ci è piaciuto non poco, ma per via del mercato. Questo è un momento in cui, grazie anche alla molla del metaverso, molte aziende stanno proponendo i loro visori per la realtà virtuale. Tutti questi prodotti, necessariamente, esperimentano nuove funzionalità (qualche volta sulla nostra pelle) per portare innovazione e provare a battere la concorrenza. Quando c’è un brand già affermato alle spalle si può essere abbastanza conservativi; diversamente, c’è bisogno di rischiare un po’ di più. La difficoltà, in questo caso, è quella di riuscire a distinguere tra l’innovazione per creare hype e quella che effettivamente porta vantaggio all’utente. PICO, in tutta onestà, ha dimostrato di collocarsi nel secondo caso.

PICO XR non è l’ultima arrivata; infatti, il visore che vediamo in questa recensione, non è il primo modello che l’azienda propone al pubblico. E già questo, almeno per alcuni, è già rassicurante. Sono state fatte una serie di scelte tecniche secondo noi molto interessanti, e, a nostro parere, sul mercato il prodotto si colloca bene. Chiaramente il competitor principale con cui PICO 4 si confronta è Oculus Quest 2, e la cosa è ben evidente. Tuttavia, anche se in questo momento tutti lo considerano la principale minaccia sul mercato per il prodotto di Meta, è secondo noi ancora un po’ presto per tirare le somme. Ci sono molte variabili che concorrono al successo di un dispositivo, e la sua dotazione tecnologica è solo una di queste. Pertanto, gran parte della storia deve ancora essere scritta.

Nel frattempo, aspettando di vedere che cosa succederà, quello che possiamo fare è capire che tipo di dispositivo è il PICO 4, per decidere se è quello che fa per noi oppure no.

Le caratteristiche tecniche

Quando si ha a che fare con questo tipo di dispositivi, sul piano dell’hardware ce la si gioca fondamentalmente su due fronti: la qualità dell’ottica e la sensoristica del movimento. Il resto dell’hardware è tecnologia che tutto sommato troviamo anche altrove, e poi c’è il software. Il software può sempre essere migliorato o aggiustato, ma se vediamo male o non riusciamo a interagire bene con l’ambiente c’è poco da fare.

Su entrambi i fronti, il PICO 4 cerca di alzare l’asticella rispetto a quanto già disponibile.

pico 4 ottica

Ottica

Dal punto di vista visivo abbiamo un display con una risoluzione di 4320 x 2160 (ovvero 2160 x 2160 per occhio), con una frequenza di refresh fino a 90 Hz. Tecnicamente meglio della concorrenza, anche se, in tutta onestà, con le applicazioni disponibili oggi, serve un occhio abbastanza allenato per vedere il miglioramento. Per quanto riguarda l’ottica, le lenti davanti al pannello sono di tipo Pancake (bombate), anziché le più comuni di tipo Fresnel (zigrinate a cerchi concentrici). Questo dovrebbe permettere, tecnicamente, di allargare il campo visivo e di ridurre le aberrazioni cromatiche. Il campo visivo del PICO 4, infatti, è di circa 15 gradi più ampio del suo predecessore e del Quest 2.

Detto questo, però, in termini più pratici, come si vede all’interno? A noi va di dire molto bene; abbiamo trovato le immagini molto nitide e i singoli pixel diventano visibili solo in condizioni un po’ estreme, come nel caso di linee diagonali molto sottili ed estremamente contrastate. Dobbiamo segnalare qualche piccola aberrazione prospettica in periferia, ma nulla che possa rovinare l’esperienza dell’utente. La cosa di cui, purtroppo, siamo rimasti un po’ dispiaciuti è che i colori pare abbiamo una tendenza a scurirsi e desaturare leggermente. In generale, abbiamo notato delle scene un po’ scure rispetto ad altri visori, ma non sappiamo se ricondurle al pannello o alla diversa forma della lente.

pico 4 recensione sensori

Sensori

Il PICO 4 è dotato di sensori di ultima generazione di tipo 6DoF, che in inglese è l’acronimo di “sei gradi di libertà”. Un sistema di posizionamento a infrarossi permette di determinare la posizione e l’inclinazione del visore, nonché posizioni e inclinazioni relative dei due controller rispetto al visore.

All’uso, questi sensori si sono dimostrati estremamente precisi e affidabili, al punto che siamo riusciti a manipolare oggetti con estrema precisione.

Tecnicamente, i sensori del visore sono in grado di tenere traccia anche delle mani nude, senza usare i controller. Diciamo tecnicamente per due motivi. Il primo è che il tracciamento delle mani va attivato da un menu per gli sviluppatori. Il secondo è che, per quanto ne sappiamo e nel momento in cui scriviamo questa recensione di PICO 4, nessuna applicazione del market pare supportare il tracking diretto delle mani. Abilitata l’opzione, comunque, abbiamo sperimentato che è una funzionalità ancora in via di sviluppo per cui, per ora, ancora poco precisa. Tuttavia, aspettiamo con ansia la versione finale, perché farà fare a questo visore un netto salto di qualità.

Ergonomia e usabilità

Il materiale del visore e dei controller, basta prenderli in mano, è di ottima qualità. Anche dal punto di vista della solidità strutturale siamo stati soddisfatti. Seppure tutto quanto sia tenuto insieme dalle sole bande laterali, non abbiamo mai avuto paura che si danneggiasse.

Indossare il visore, però, è una esperienza un po’ mista. Nel senso che abbiamo osservato aspetti sia piacevoli che non. Numericamente, i primi sono in maggioranza, ma è anche vero che la loro importanza relativa è una cosa molto personale.

Cosa abbiamo trovato comodo

Il visore è generalmente confortevole da indossare e le imbottiture non ci hanno dato fastidio alla pelle. Addirittura, e questo non ce lo aspettavamo, si adatta bene anche a teste molto grosse; e senza neppure il bisogno di essere teso al massimo. L’audio (stereo) è ricavato direttamente all’interno delle aste di supporto; lo abbiamo trovato di buona qualità, anche per quanto riguarda l’effetto 3D di spazializzazione. Da notare, il suono viene percepito anche da chi sta attorno a noi, per cui qualcuno potrebbe preferire delle cuffie Bluetooth, che si possono associare direttamente dall’interno del visore.

Un dettaglio che ci è piaciuto tantissimo, comunque, è la presenza di una piccola ventola di aerazione posizionata nella zona frontale. In pratica, c’è un leggero flusso di aria fresca che ci viene gentilmente mandato poco sopra il naso. Questa aria ha due funzioni. Da una parte, evita che si appannino le lenti e/o gli occhiali durante l’uso; dall’altra, aiuta a tenere un po’ più sotto controllo la motion sickness (cinetosi). Infatti, tra i vari consigli dati a chi soffre fortemente di motion sickness, c’è quello di puntarsi addosso un ventilatore durante le sessioni di gioco. Questa piccola ventola ha fatto per alcuni della redazione una gran bella differenza.

pico 4 landscape
Schermata da “Shores of Loci”. Un puzzle game 3D dallo store di PICO.

Cosa abbiamo trovato scomodo

Per quella che è stata la nostra esperienza, abbiamo trovato un po’ scomoda la camera oculare per due motivi. Il primo è che la parte inferiore dell’imbottitura non aderisce particolarmente bene al naso. Questo è evidentemente voluto per permettere la circolazione dell’aria all’interno del visore; però, il prezzo da pagare è che filtra un po’ di luce dal basso. Per questo motivo, a volte, si rovina l’effetto immersivo. Il problema è comunque di facile soluzione, perché basta abbassare le luci della stanza. Il secondo aspetto che ci ha lasciati un po’ più perplessi, è che non c’è molto spazio tra occhio e lente; per cui, i portatori di occhiali potrebbero trovare la cosa scomoda. Per essere sicuri di non graffiare nulla, alla fine, noi abbiamo optato per usare il PICO 4 senza occhiali e, almeno con i nostri difetti visivi, l’esperienza è stata lo stesso piacevole.

Autonomia

Il visore si carica con un qualunque alimentatore da 5 Volt facendo uso di un cavo USB-C. Una ricarica completa impiega circa un paio d’ore. L’autonomia nell’uso varia ovviamente a secondo di cosa facciamo durante la sessione di gioco, ma la media che abbiamo osservato noi è di circa tre ore. Qualche volta anche tre ore e mezza.

Cuffie VR all-in-one PICO 4 da 256 GB
  • Super leggero per giocare a lungo, il design della lente pancake ha reso PICO 4 molto leggero, con il suo peso inferiore...
  • Una super visione con il display 4K+, PICO 4 è dotato di due schermi Fast-LCD da 2,56 pollici, che offrono una visione...
  • Regolazione motorizzata della distanza inter-pupillare, PICO 4 supporta la regolazione della distanza inter-pupillare...

Anche su questo aspetto, però, c’è qualcosa che ci ha lasciato un po’ perplessi: il visore è ricaricabile, ma i controller usano pile stilo. Non siamo riusciti a capire molto bene questa scelta. Sicuramente, avere tre oggetti da ricaricare contemporaneamente può essere complesso perché servono tre alimentatori, o uno multiplo, e tre cavi. Però, con tutti i discorsi che fanno oggi relativamente a sostenibilità e riduzione dell’inquinamento, non sarebbe stata male una soluzione diversa.

pico 4 marketplace

Il catalogo software

Il market di PICO risente ovviamente del fatto di essere ancora piuttosto giovane. Sarebbe però secondo noi scorretto confrontarlo con uno degli altri marketplace, che vengono alimentati già da anni con giochi e applicazioni. Quello che ci sentiamo di osservare è che il marketplace di PICO potrà non avere ancora un catalogo enorme, ma i titoli che ci abbiamo trovato sono tutti abbastanza interessanti e, in alcuni casi, anche porting di cose di successo, come ad esempio Moss. Pertanto, forse non è ancora sviluppato come altri, ma ci vediamo delle ottime potenzialità.

Non disperiamoci però, perché PICO 4 supporta SteamVR streaming.

SteamVR streaming

SteamVR, in estrema sintesi, è un sistema di Valve con il quale è possibile eseguire un gioco in VR di Steam sul nostro PC e poi mandare il risultato in streaming al visore. In quel modo, attendere il marketplace di PICO diventa più semplice perché, nel frattempo, possiamo intrattenerci con la nostra libreria di Steam.

Lo streaming di SteamVR funziona sia via wireless che attraverso cavo USB-C. Tuttavia, vi segnaliamo che per usufruirne via wireless è meglio avere un router Wi-Fi 6 configurato direttamente. Pertanto, il nostro consiglio è quello di usare il cavo. Certo, si perde la comodità di avere un visore completamente senza fili, ma è per un buon motivo.

PICO non è Facebook

Anche questo è un discorso molto personale, tuttavia ci sembra giusto affrontarlo.

Oculus, per funzionare, ci obbliga a doverci autenticare con il nostro profilo Facebook. Fondamentalmente, le nostre credenziali su Facebook diventano il ponte per collegare il dispositivo al nostro profilo online e gestire i nostri acquisti sul marketplace. Pertanto, l’autenticazione è un’operazione necessaria; il fatto che ci sia anche un social network alle spalle potremmo definirlo quasi un dettaglio. Sta di fatto, però, che a molti va giù un po’ storto il fatto di essere profilati anche per il tempo che passiamo nel metaverso.

PICO, lato suo, esattamente per gli stessi motivi, ci chiede di fare una registrazione. L’unica differenza evidente è che non viene inserito un social network nell’equazione. Attenzione però, perché questo non vuol dire che non saremo profilati. Solo, lo saremo senza tenere conto anche delle foto delle nostre vacanze degli ultimi anni. E questo, per qualcuno, potrebbe anche risultare un valore aggiunto.

Quindi, facendo un ragionamento molto asettico, l’unica vera discriminante è che in un caso i nostri profili finiscono in un’azienda americana, e nell’altro in una cinese. Noi della redazione non l’abbiamo trovata una differenza tremendamente significativa.

La recensione di PICO 4 in sitesi

Il PICO 4, quello che tutti considerano il contendente principale di Oculus Quest 2, è sicuramente un prodotto che ha molto da offrire dal punto di vista tecnico. Per alcuni aspetti, infatti, è preferibile alla controparte. Lo abbiamo trovato buono come sistema di visualizzazione e molto buono come precisione di rilevazione del movimento. Il visore è comodo anche se lascia poco spazio a chi usa gli occhiali, ma in cambio fornisce un sistema di ventilazione che previene di appannare le lenti. Dal punto di vista software non abbiamo riscontrato problemi, anche se il marketplace ha ancora spazio per crescere.

Per rispondere alla domanda se PICO 4, che abbiamo visto in questa recensione, arriverà a insidiare il mercato di Oculus, secondo noi, è ancora un po’ presto. Il problema è che il confronto si deciderà anche in base a tutto l’ecosistema che gira attorno ai dispositivi. L’avere il visore tecnicamente migliore deve essere accompagnato anche da un buon catalogo di applicazioni, da un’assistenza e un supporto efficienti, da una community estesa e da molto altro. Tutte cose che PICO ci sembra stia costruendo con grande energia, ma che è ancora un po’ troppo presto per valutare.

Se state valutando l’acquisto di un dispositivo VR, allora vi consigliamo assolutamente di tenere PICO 4 nel vostro radar.

Cuffie VR all-in-one PICO 4 da 256 GB
  • Super leggero per giocare a lungo, il design della lente pancake ha reso PICO 4 molto leggero, con il suo peso inferiore...
  • Una super visione con il display 4K+, PICO 4 è dotato di due schermi Fast-LCD da 2,56 pollici, che offrono una visione...
  • Regolazione motorizzata della distanza inter-pupillare, PICO 4 supporta la regolazione della distanza inter-pupillare...

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Dario Maggiorini

Un boomer con la passione dei videogiochi fin dai tempi di rogue e nethack. Alla fine sono riuscito a farne un lavoro sospeso tra Techprincess e l'accademia. Ho speso gran parte della mia vita a giocare, il resto l'ho sprecato.

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