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La strana storia del troll benefattore

Uno scherzo della community tecnologica di Twitter si è trasformato in un'iniziativa benefica

A fine giugno è successo qualcosa di molto particolare nell’ambiente tech su Twitter. Tre simboli hanno iniziato a diffondersi sui profili di diverse persone parte di aziende nel campo dell’innovazione, apparentemente senza significato. Questo ha generato una grande attenzione, con molti che si chiedevano se si trattasse di un nuovo prodotto, da avere a ogni costo. E invece era solo uno scherzo, che tuttavia si è rapidamente trasformato in un’iniziativa di beneficenza.

Come fare uno scherzo per beneficenza

Tutto è partito quando alcuni giovani dipendenti di aziende tecnologiche (soprattutto nel settore dei social media) hanno cambiato i propri nomi su Twitter. Prendendo spunto da un trend presente su TikTok, hanno inserito nelle descrizioni le emoji ???, ‘traducibili’ con “Le cose stanno così“, apparentemente senza motivo.

Questa improvvisa invasione dei tre simboli ha catturato l’attenzione della community. Subito si è pensato a un nuovo prodotto o servizio o più in generale a una sorta di campagna di marketing virale. Tutti volevano a ogni costo sapere di più su questa misteriosa novità, per avere un pezzo della torta. Addirittura sono nati articoli che speculavano su questo nuovo trend e su cosa potesse significare. Un esempio perfetto della cosiddetta fear of missing out, la paura di restare indietro.

La realtà però è che questo prodotto affascinante e segreto non esisteva. Si trattava semplicemente di una burla, che è rapidamente diventata più grande di quanto gli ideatori potessero pensare all’inizio. Piano piano, chi aggiungeva ??? al proprio username entrava in una chat di gruppo sempre più ampia. Qui tutti erano informati dell’effettivo significato dei tre simboli (nessuno, appunto). Soprattutto però all’interno della discussione si ragionava su come sfruttare al meglio questo interesse nato in maniera artificiale. E da lì la decisione di trasformare quel semplice scherzo in una grande iniziativa di beneficenza.

Un’accelerazione sempre più rapida

Una volta visti gli effetti di questo hype crescente, il membro del gruppo David Bui ha preparato un sito web dedicato a questo ‘prodotto’. Il design ricordava quello di un tipico accesso anticipato a un prodotto in beta, sebbene non facesse promesse specifiche. A questo punto è intervenuto Reggie James lanciando l’idea di una raccolta di investimenti per il progetto. Per velocizzarla, ha annunciato su Twitter che questa ipotetica startup aveva già ricevuto una valutazione da 40 milioni di dollari e ben 4 milioni di fondi.

Da lì la situazione è accelerata sempre più, con oltre 30.000 persone che hanno inserito il proprio indirizzo e-mail sul sito, sperando di avere l’accesso alla beta (di un prodotto che, ricordiamolo ancora, non esiste). Addirittura qualcuno avrebbe fatto delle proposte concrete di investimento ai vari ragazzi e ragazze. A questo punto quindi il gruppo ha fatto circolare la voce che chi avesse fatto donazioni in beneficenza avrebbe avuto più possibilità di saperne di più.

Non è stato difficile scegliere verso quale causa indirizzare le persone. Vista la rilevanza attuale del movimento Black Lives Matter, particolarmente sentito dai ragazzi anche in prima persona, si è optato per tre associazioni che lavorano per la cosiddetta racial justice: Loveland Foundation Therapy Fund,The Okra Project,The Innocence Project.

In meno di 36 ore la cifra raccolta ha superato i 50.000$, per poi raggiungere i 65.000$, almeno secondo quanto il gruppo è riuscito a tracciare. Due donatori anonimi hanno poi deciso di raddoppiare questa cifra, portando il totale di fondi raccolti a oltre 200.000$. Un risultato che aiuterà sicuramente le associazioni di beneficenza sopracitate, impensabile per una cosa partita come un semplice scherzo.

Ha reso la beneficenza uno scherzo?

Dopo la grande rivelazione di cosa effettivamente fosse ???, pubblicata direttamente sul sito sopracitato, ci sono state diverse discussioni in merito. Qualcuno ha sollevato dubbi su quanto tutta questa iniziativa fosse rispettosa nei confronti delle comunità afroamericane e in generale del mondo della beneficenza. Il movimento Black Lives Matter e le proteste di questi giorni sono una questione estremamente seria e non tutti hanno apprezzato la scelta dei ragazzi.

D’altro canto però questo evento ha messo in luce come pochi altri alcune criticità dell’ambiente tecnologico attuale, dominato dal desiderio di avere subito il giocattolino nuovo e alimentato dalla sopracitata fear of missing out. Questo senza contare che ha permesso di raccogliere decine di migliaia di dollari per una buona causa, che potranno avere un effetto positivo.

Al di là delle discussioni etiche però, quello che resta è sicuramente una storia incredibile da raccontare. Una testimonianza di quanto Internet, la tecnologia e il mondo dei social media si siano evoluti anche in direzioni così bizzarre. E chissà che non possa in futuro essere uno spunto interessante per una campagna marketing (per un prodotto vero questa volta).

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