Se non avete mai comprato e/o venduto prodotti di seconda mano, sappiate che avete fatto male, molto male. Vi spiego subito perché.
Secondo "Second Hand Effect", uno studio condotto da Subito (società del gruppo Schibsted Media Group) insieme a Doxa (società che si occupa di ricerche statistiche e sondaggi d'opinione), la circular economy (ovvero economia circolare) è il miglior modello economico da applicare ai nostri tempi.
Che cos'è la Circular Economy?
L’economia circolare è un modello economico caratterizzato dalla non linearità del classico percorso di produzione-distribuzione-consumo-rifiuto. Gli oggetti, giunti alla fine della loro vita, vengono riciclati o riutilizzati (ad esempio venduti) seguendo un circolo virtuoso che evita l’inquinamento derivante dalla dismissione di oggetti ancora utilizzabili e l’utilizzo eccessivo di materie prime per la produzione di nuovi oggetti.
Gli oggetti di seconda mano quindi sono la chiave per un'economia più sostenibile: al posto di essere gettati via, tramutandosi in rifiuti, gli oggetti si possono rivendere per mettersi qualche soldo in tasca ma non solo.
Circular economy vs Sharing economy: le differenze
La circular economy non è da confondere con la sharing economy. Mentre la prima prevedere un passaggio di proprietà di un bene da un utilizzatore ad un altro, la seconda invece fa si che un oggetto venga condiviso fra diversi utilizzatori.
I siti di annunci come Subito agevolano la vendita di prodotti non più desiderati rendendo di fatto possibile la circular economy, mentre i servizi di sharing come Car2Go, Blablacar o Airbnb aiutano a condividere i beni di un singolo proprietario. Capite bene che ci troviamo di fronte a due modelli economici ben distinti.
La Second Hand Economy
A causa dell'obsolescenza programmata (vi consiglio di guardare il documentario "Il Complotto della lampadina" perché vi aprirà un modo sconosciuto) il nostro modo di vivere gli oggetti si è tramutato in una modello decisamente consumistico. Non siamo più abituati a riparare gli oggetti o a tenerli per più di un anno. Spesso ci ritroviamo a comprare solo per impulso e non perché qualcosa ci serva realmente.
Quando però ci accorgiamo che un tal oggetto non ci serve più, la prima reazione – quella più facile e senza "sbattimenti" – è di accompagnare l'oggetto dritto nel cestino della spazzatura o in discarica, contribuendo così ad innalzare il tasso d'inquinamento.
Alcuni prodotti infatti sono difficilissimi da smaltire, come ad esempio i rifiuti elettronici.
Lo sapete che il Ghana è una vera e propria discarica in qui vengono abbandonati milioni e milioni di rifiuti elettronici? Guardate bene, lì in mezzo potrebbe esservi anche un vostro monitor o un vostro PC.
Il Ghana è la discarica mondiale dei rifiuti elettroniciPer evitare quindi un disastro ecologico e rimettersi in tasca qualche soldino, qualora il prodotto sia ancora funzionante, la migliore opzione è farlo diventare un oggetto di seconda mano, ridandogli vita rivendendolo a qualcuno che potrebbe ancora donargli dell'amore.
Vendere oggetti di seconda mano però non è stato facile in passato: ci si affidava alle bacheche fisiche di annunci, quelle dove i fogli si accumulavano uno sopra l'altro. Con il passare degli anni, e l'avvento di internet, sono nati i primi siti di annunci, siti in grado di agevolare tantissimo la vita a coloro che vogliono praticare la circular economy. Il più popolare in Italia è Subito..
Second hand effect: il giro d'affari
L’Osservatorio 2016 Second Hand Economy, condotto da DOXA per Subito, svela un mercato che coinvolge il 47% della popolazione italiana che vende e acquista oggetti usati e che genera un volume di affari pari a 19 miliardi di euro, ovvero l’1,1% del PIL italiano.
Questa “forma di mercato rinnovata” ha un impatto rilevante in Italia anche grazie alla tecnologia, in quanto il 38% del volume d’affari, ovvero 6.8 miliardi di euro, passa attraverso l’online e permette di guadagnare fino a 900 Euro.
Se quindi avete comprato un paio di scarpe del numero sbagliato oppure avete una lampada che non vi piace più, sapete che "fine" fargli fare.
I beni usati più acquistati e venduti su Subito sono le automobili (61%), seguite da oggetti di arredamento (43%), accessori e elettronica (entrambi 34%) e articoli sportivi (32%). Insomma, un'ampissima gamma di prodotti in grado di soddisfare chiunque. Provare per credere.
Sempre dalla ricerca "Second Hand Economy" emerge che 3 italiani su 5 credono nell'usato come un modo intelligente di fare economia e di liberarsi degli oggetti superflui.
Second hand effect: ambiente e inquinamento
La pratica di rimettere in circolo oggetti di cui non abbiamo più bisogno, oltre a creare un ritorno economico, fa si che ogni anno si possano risparmiare svariate tonnellate di emissioni di CO2, per gli amici diossido di carbonio, ritenuto essere uno dei principali fattori di inquinamento terrestre.
Ogni mese più di 8 milioni di utenti unici visitano Subito e ogni anno migliaia di beni trovano una nuova casa. Nel 2016 tutti questi utenti hanno permesso un risparmio potenziale di 6,1 milioni di tonnellate di CO2 con i loro acquisti di oggetti usati. Una quantità equivalente a tutto il traffico di Roma per 18 mesi o a quello di Milano per 42 mesi. Il rispetto per l’ambiente rappresenta una spinta per comprare e vendere oggetti usati e questo report può dimostrare gli effettivi vantaggi che ne derivano per il clima – il “Second Hand Effect” riduce davvero la nostra impronta di carbonio (carbon footprint).
Se volete approfondire l'argomento, vi consiglio di visitare il mini-sito interamente dedicato allo studio "Second Hand Effect" in cui troverete molti altri interessanti dati.
Allora, vi ho convinti a non buttare più gli oggetti inutilizzati? Magari riuscirete a trovargli una nuova casa consapevoli del fatto di essere riusciti a mettere dei soldi in tasca e di aver contribuito a rendere il nostro Pianeta un posto migliore.
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