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Sir Gawain e il Cavaliere Verde: com’è il film con Dev Patel

Sir Gawain e il Cavaliere Verde è disponibile su Amazon Prime Video.

Il poema cavalleresco torna a vivere sul piccolo schermo grazie ad Amazon Prime Video, che pochi giorni fa ha distribuito sulla propria piattaforma Sir Gawain e il Cavaliere Verde, attesissimo film di David Lowery tratto dall’omonimo romanzo. Un’opera diventata già un piccolo cult, che è sicuramente una delle visioni più bizzarre a cui prestarsi in questo periodo e che conferma l’abilità del regista statunitense nell’attraversare e riscrivere i generi, dopo il fantastico Il drago invisibile, la ghost story Storia di un fantasma e il gangster movie poliziesco Old Man & the Gun.

David Lowery stavolta si cimenta col fantasy, e in particolare con un caposaldo del ciclo arturiano, declinando in maniera sorprendente il suo cinema fatto di tempi dilatati, immagini stordenti e scenari suggestivi. La storia, nota ai più, vede per protagonista il nipote di Re Artù Sir Gawain (Dev Patel), che si offre volontario per infliggere un colpo fatale al misterioso Cavaliere Verde, col patto di ricevere però l’anno successivo la medesima penitenza, cioè la decapitazione. In bilico fra racconto di formazione, riflessione sull’onore e poema visionario, Sir Gawain e il Cavaliere Verde segue la lunga attesa del protagonista e il suo viaggio verso uno spaventoso destino, pieno di pericoli e personaggi tanto sinistri quanto affascinanti.

Sir Gawain e il Cavaliere Verde: l’epica cavalleresca rivive in un’opera visionaria

È sempre più raro imbattersi in lavori come Sir Gawain e il Cavaliere Verde, che fanno dell’immaginazione dello spettatore un vero e proprio assistente alla sceneggiatura, delle atmosfere rarefatte una precisa scelta stilistica e dell’ambiguità narrativa un perno su cui impostare un racconto estremamente difficile da incasellare. Il risultato è un’opera che contiene molti stilemi dell’epica, figlia soprattutto dell’Excalibur di John Boorman, ma che allo stesso tempo si discosta dai canoni e dallo stesso testo originale, scegliendo un attore di evidenti origini indiane per un ruolo fondamentale per la narrativa inglese e suggerendo che la madre del protagonista possa essere la leggendaria Morgana, invece della sorella Morgause. Ambiguità che Lowery sfrutta per imbastire un tormentato rapporto fra madre e figlio, con possibili risvolti sulle interpretazioni del suggestivo finale.

Con lo stile arthouse tipico della A24, il regista mette in scena un’esperienza visiva ed emozionale, che rifiuta categoricamente il didascalismo e affonda le proprie radici nell’autorialità più spinta e priva di compromessi, strizzando addirittura l’occhio ad alcune inquadrature di Barry Lyndon di Stanley Kubrick e ad Antichrist di Lars von Trier e alla sua indimenticabile volpe parlante. Un’impostazione potenzialmente sfiancante per lo spettatore in cerca di risposte nette e di precise dinamiche di causa-effetto, sacrificate in nome di stordenti sequenze oniriche, orge di colori e spiazzanti dilatazioni temporali, con i dialoghi ridotti al minimo sindacale.

Fascinazione e mistero

La recitazione dello stesso Dev Patel riflette lo stato d’animo dello spettatore, perso nei meandri di una storia sempre più tortuosa e in contemplazione di una natura severa e indifferente, che non lascia spazio alla speranza. Il mito del cavaliere errante rivive così una declinazione moderna e originale, capace di attraversare generi e registri differenti e di ragionare su temi sempreverdi come il conflitto fra l’onore e l’istinto di sopravvivenza e il viaggio come percorso di crescita spirituale. Nota di merito anche per il resto del cast e in particolare per Alicia Vikander e Joel Edgerton, impegnati in ruoli piccoli ma fondamentali per i tanti richiami al tema del doppio che Lowery propone.

Sir Gawain e il Cavaliere Verde è un’opera fortemente simbolica e ricca di idee visive, che avrebbe sicuramente meritato la magia della sala. Ci dobbiamo accontentare invece di una distribuzione in streaming, abbastanza in sordina, che non deve però scoraggiare dalla visione gli spettatori in cerca di un cinema di fascinazione e mistero, lontano dalla convenzionalità a cui ci siamo purtroppo abituati.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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