Bassifondi, com’è il film di Trash Secco scritto dai Fratelli d’Innocenzo

Brulicanti, vedovili, pestilenziali, disadorni, emarginati. Bassifondi fotografa la condizione di due senzatetto, e il mondo che li circonda orbita attorno a loro come uno spettatore distratto, come un oggetto inanimato, che cammina a passo selvaggio nelle strade delle città. Come uno spettatore che cancella dal suo sguardo le visioni di ogni giorno, quelle infauste, scomode, che discutono la sua etica.

Presentato nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma, Bassifondi è un film diretto da Trash Secco, scritto dai fratelli D’Innocenzo e interpretato da Gabriele Silli e Romano Talevi.

Bassifondi, la recensione del film di Trash Secco

Romeo e Callisto sono due pezzi di carne viva che abitano agli argini del Tevere. Fisicamente e caratterialmente opposti, vivono di espedienti quotidiani, ma i loro modi distruttivi e ostili verso la società “al di sopra” del fiume creano situazioni di costante conflitto. Immersi in una spirale discendente di follia, il loro rapporto cambia quando Romeo si ammala e Callisto lo accudisce dimostrando il suo profondo affetto.

Quel che si staglia dinanzi ai nostri occhi è una visione disturbante, respingente, ma allo stesso modo detonante; quello di Trash Secco è un cinema che indaga le ombre, che misura lo spessore della vita di strada, con le sue abitudini, le sue fissità, e la consuetudine di chi deve sopravvivere tutti i giorni al tempo che trascorre e che si deposita sul volto.

I due protagonisti sono circondati da rughe esplicite, quasi curate dalla vita dura ed emarginata, due anime salve a cui la povertà ha messo in disordine il viso, un disordine permanente, perpetuo, che ha dipinto rughe laddove ci si immagina non possano mai diffondersi, crearsi. E quei segni mai lavati via, mai spazzati, mai indagati, mai sciacquati, restano in bilico tra l’espressione e la vecchiaia, tra il colore del vissuto e lo scarabocchio del tempo.

Bassifondi è un film di carne, di corpo, dove si sperimenta la conquista e la perdita

Trash Secco e i fratelli D’Innocenzo scelgono di abitare lo spazio filmico con un cinema feroce, pulsante, tragico, un cinema che discute i parametri con cui si sta al mondo, e se c’è un luogo che può confutare tutto questo, che interroga lo status quo, e che lo arpiona e lo sconvolge, è la strada, la miseria, i Bassifondi che Trash Secco guarda, sceglie e dirige, i Bassifondi che i fratelli D’Innocenzo fotografano, raccontano e cantano con la loro lirica.

Bassifondi è qualcosa di magmatico, qualcosa di diverso. C’è tutto l’orrore del mondo, ma a sedimentare nello sguardo è l’amicizia di Romeo e Callisto, tenera e fraterna, repulsiva e ossessiva, anche grazie all’insistenza della regia di concentrarsi unicamente su di loro. Dettagli su dettagli del loro volto, lacerato, bruciato, imbrunito, dei loro vestiti, delle mani disposte verso la carità, ma che carità non è, del suono delle loro voci che urlano “spiccetto” ai passanti, dettagli della cura che hanno l’uno per l’altro, dello spazio che vivono e dividono, dettagli sulle parole, sugli sguardi, sulla sfiducia, sulla salvezza, su quel modo di vivere la miseria senza il desiderio di nulla: “Nun c’ho un cazzo, ma nun me manca niente”

Bassifondi è un film di carne, di corpo, quel luogo dove si sperimenta la conquista e la perdita.

America Latina

• Rivestimento Standard
• Damiano D'Innocenzo ; Fabio D'Innocenzo (Direttore)

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