Il noto produttore di soluzioni per la sicurezza di reti, sistemi e dati Stormshield, visto l’aumento nell’utilizzo delle piattaforme di streaming illegale, ha voluto descrivere tutti i rischi informatici alla base di questa pratica.
Un fenomeno in aumento
Prima di descrivere i rischi nascosti dietro allo streaming illegale bisogna effettuare un chiarimento: lo streaming di per sé, ovvero la possibilità di guardare e ascoltare programmi online senza doverli scaricare non è illegale.
A basarsi su questa modalità di fruizione dei contenuti sono infatti molte piattaforme come YouTube, Deezer e Netflix che, però, vengono affiancate da altre – numerosissime – versioni IPTV desiderose di offrire al pubblico programmi, film e serie TV senza alcuna autorizzazione.
A partire da questa base ha inizio la pirateria audiovisiva, un fenomeno che, stando all’ultimo rapporto Fapav (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali), è stato scelto da almeno due internauti su tre!
Streaming illegale e malware
La fruizione di contenuti online in versione illegale porta, come conseguenza più evidente, ad una semplice multa. Ciò che preoccupa di più, però, sono quegli effetti che passano inosservati.
I siti di streaming illegali rappresentano infatti dei veri e propri avamposti dell’illegalità, fungendo da esca per i malcapitati: l’utente viene attratto dai loro contenuti, e questo lo porta a sviluppare una maggiore probabilità, rispetto ad altri, di scaricare inavvertitamente virus e malware!
La minaccia ha delle ripercussioni ancora maggiori quando l’utente, per lo streaming illegale, sfrutta Pc o notebook aziendali, rendendo molto più semplice l’accesso alla rete della società da parte di eventuali malware.
Attacchi di varia natura
Le tecniche sfruttate dai cybercriminali per la diffusione di malware tramite siti di streaming illegale sono numerosissime: a partire dal classico phishing per passare a forme molto più complesse e difficili da individuare, come installazioni di applicazioni contenenti malware o software per il criptomining.
Molto più subdoli sono i rischi connessi all’utilizzo dell’estremamente vulnerabile lettore multimediale Flash Player, o derivanti dai messaggi fasulli che spingono l’utente a cliccare su un pop-up che invita a scaricare un software di sicurezza.
Ulteriore rischio può essere rappresentato dalla tendenza sempre maggiore delle piattaforme di streaming di spingere gli utenti non alla visione in contemporanea, ma al download dei contenuti.
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Una volta compresi i rischi connessi allo streaming illegale come è possibile proteggersi? A fornire la propria visione a riguardo è Marco Genovese, Product Manager Network Security di Stormshield.
Genovese consiglia, come primo passo, di sfruttare i firewall UTM (Unified Threat Management). Questi ultimi fungono integrano infatti dei filtri web capaci di bloccare i siti di streaming, e assicurare un ulteriore livello di protezione con funzioni come il sandboxing o l’IP reputation.
Altro strumento utile sono gli HIPS (Host Based Intrusion Prevention System) che, come afferma lo stesso Genovese, sono strumenti che identificano in maniera affidabile comportamenti anomali che agli occhi degli utenti risultano del tutto normali.
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