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I profili fake che seguono la Venere influencer: la campagna del ministero del Turismo è sempre più flop

“Italia: open to meraviglia”, cronaca di un insuccesso annunciato

Cari giovani lettori di Tech Princess che ambite a diventare pubblicitari, prendete appunti.

Perché da qualche giorno è stata lanciata una campagna pubblicitaria che contiene tutti gli errori di impostazione possibili. Fate il contrario e avrete un futuro professionale radioso davanti a voi.

E dire che, scherzi a parte, la campagna è stata approntata dal gruppo pubblicitario Armando Testa, tra i più prestigiosi del nostro Paese.

Stiamo parlando di Italia: open to meraviglia, realizzata da Ministero del Turismo ed Enit con il contributo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio. Il cui obiettivo sarebbe quello di promuovere le bellezze del nostro Paese nel mondo.

Non a caso è stata scelta la Venere del Botticelli, che – opportunamente ritoccata – è diventata la Venere influencer.

Da lì sono cominciati i dolori, a cui – in queste ultime ore – si aggiunge un piccolo scandalo.

Facciamo così: partiamo proprio dalla notizia più recente, per riassumere poi i principali aspetti non proprio confortanti di questa campagna pubblicitaria.

Venere Botticelli meme

Gli account fake che seguono la Venere influencer

Negli ultimi giorni è finita nel mirino delle critiche l’account Instagram della cosiddetta Venere influencer.

In realtà, i primi dubbi erano stati sollevati un paio di settimane fa dal consigliere regionale della Toscana Iacopo Melio. E ora sono stati rinfocolati da altri.

Molti dei commenti positivi alla campagna (per lodare la quale, in effetti, occorre un certo coraggio) sembrano provenire da account sospetti, e assai simili da loro.

Una grande percentuale di essi appartiene a giovani uomini dal bell’aspetto fisico, che non hanno all’attivo praticamente nessun post né follower.

Fin qui, certo, sono solo illazioni, benché certe caratteristiche comuni si fatica a pensare che siano solo frutto del caso.

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Una sintassi quasi identica

Il sospetto non viene certo dissipato se si leggono in sequenza alcuni di questi commenti.

Che non solo hanno la tipica caratteristica rinvenibile anche nelle false recensioni, ovvero quella di incensare senza mezzi termini il tale prodotto o servizio. Ma hanno tutti una matrice sintattica assai simile: “La campagna pubblicitaria ha saputo mostrare”, per esempio, è un attacco che compare identico in diversi commenti di altrettanti utenti. Casualità?

Altre formule sintattiche apparse in differenti commenti sono pressoché sovrapponibili.

La Venere influencer, povera lei

Ma questo è solo l’ultimo, intendiamo in ordine di tempo, dei problemi che stanno affliggendo una campagna nata sotto una cattiva stella.

A partire dal nome, ben poco attraente: Italia: open to meraviglia.

Per continuare con la scelta, non troppo felice, di prendere uno dei quadri più celebri del nostro Rinascimento, e di modernizzarne la protagonista, con esiti non proprio esaltanti.

Non a caso, poco dopo il lancio della campagna avevamo pubblicato un articolo che raccoglieva alcuni dei meme che hanno fatto il giro della rete. E che avevano come protagonista la Venere influencer, o meglio la travel blogger, non troppo convincente né dal punto di vista estetico né da quello simbolico.

Ma i guai non finiscono qui. Al punto che, se la titolare del dicastero, Daniela Santanchè, minimizza il problema, altri suoi colleghi non sono dello stesso avviso. E Pierantonio Zanettini, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia del Senato, ha presentato nientemeno che un’interrogazione parlamentare contro la povera Venere influencer, accusata di aver arrecato un danno d’immagine al nostro Paese.

Ma cos’altro è successo?

Tra errori e gaffe

Gli scivoloni della campagna Italia: open to meraviglia sono tali e tanti che, per motivi di spazio, ci limiteremo a citare i più marchiani.

Intanto, si è venuto a sapere che il dominio della campagna, che non era mai stato registrato dal ministero, è stato acquistato in fretta e per pochi euro da un’agenzia di marketing.

Poi, non fa un bell’effetto il fatto che, sul sito del Governo, nella pagina dedicata all’iniziativa il video sia stato cancellato.

Curioso (e poco felice), inoltre, il fatto che il medesimo video, promozionale del Made in Italy, sia stato girato in… Slovenia, con set esterni spacciati per angoli del nostro Paese.

Non mancano, poi, grossolani errori di carattere storico o geografico, o traduzioni maccheroniche. Ogni giorno se ne segnalano di nuovi.

La banalizzazione dell’Italia

Ma più in generale, la Venere influencer che – ad esempio – addenta una fetta di pizza, dà dell’Italia un’immagine quanto mai stereotipata e superficiale.

Come ha ricordato Dario Nardella, sindaco di Firenze, sul proprio profilo Facebook. Dove ha scritto: “La Venere di Botticelli è unica. È uno dei simboli della bellezza dell’Italia e testimonianza della grandezza del Rinascimento fiorentino. Usarla con una maglietta addosso mentre mangia una pizza per pubblicizzare l’Italia nel mondo credo sia una scelta infelice e ingiusta per la nostra cultura.

Perché banalizzare così l’Italia? Perché ridicolizzare le nostre opere d’arte? Tutto questo riduce l’Italia al solito banale luogo comune e non porta un turismo consapevole e di qualità. Di questo passo arriveremo al David di Michelangelo con un mandolino in mano”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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