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Recensione The Last of Us 2: il colossal che vuole prendersi tutto

L'opera mastodontica targata Naughty Dog sta per arrivare sulle vostre console. Un titolo controverso, dalle tematiche forti e crude che vi faranno vacillare, sotto tanti punti di vista. Ecco la nostra recensione.

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The Last of Us 2, l’ultima fatica del team californiano Naughty Dog, è in arrivo su PlayStation 4 il prossimo 19 giugno 2020.
Ebbene si, sei lunghi anni dopo l’uscita del primo capitolo – e con un capolavoro come Uncharted 4 come intermezzo – Naughty Dog ha dato forma a un’opera interattiva molto complessa, variegata, mastodontica, tecnicamente eccelsa e artisticamente appagante. Noi lo abbiamo giocato in anteprima, lo abbiamo concluso e lo abbiamo faticosamente elaborato nella nostra testa. Perché un’opera così colossale e articolata come The Last Of Us Part II è capace di fagocitarti, masticarti e sputarti fuori senza lasciare via di scampo. Ma a noi le sfide piacciono ed è per questo che ci tuffiamo a capofitto in questa recensione totalmente spoiler free.

Una trama che ti acchiappa e ti fagocita

La trama di The Last of Us 2 ti acchiappa e ti fagocita (e questo non è necessariamente un bene). Negli ultimi giorni, ho visto gente tremare dal godimento al solo sentirmi affermare “sto giocando con The Last Of Us Part II“. Perché si, il primo capitolo di questo videogioco survival targato Naughty Dog, che ha coronato la fine di Playstation 3 nel 2013, è stato vissuto dal grande pubblico con un trasporto emotivo senza pari. Tutto questo è stato possibile grazie al talento narrativo di Bruce Straley e Neil Druckmann, i due fautori del primo capolavoro, e a un team di sviluppo meticoloso e ben affiatato.

the last of us 2

La trama del precedente capitolo ruotava attorno alla figura di Joel, un padre disilluso e amaramente segnato dalla perdita della figlia, e di Ellie, una ragazzina tredicenne che potrebbe rappresentare il futuro dell’umanità intera. Peccato che nessuno dei due lo sappia.

Ci troviamo immersi nel 2033, da oltre vent’anni gli Stati Uniti sono flagellati da una pandemia che trasforma gli esseri umani infetti in creature mostruose senza vista ma dall’udito fine a acuto.
Ellie è un “pacco” che Joel dovrà consegnare a una fazione ribelle chiamata le Luci. Joel non nutre interesse in Ellie: per lui, che di mestiere fa il contrabbandiere, è  solo un lavoro. Peccato che gli esseri umani tendano spesso e volentieri a empatizzare con i propri simili ed è grazie ad una strana alchimia che, al progredire dell’avventura, Ellie smette di essere una semplice consegna e prende progressivamente il posto di sua figlia, perduta anni addietro.

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The Last of Us, una scena tratta dal primo capitolo, uscito nel 2013.

Il primo The Last of Us non è quindi un consueto videogioco survival con gli zombie (qui definiti clicker) come potrebbe essere volgarmente definito ma diventa un’opera complessa, che racconta una storia semplice quanto potente: la relazione che si instaura tra due estranei costretti a vivere qualcosa di più grande di loro. Non vi spoilero la fine del primo capitolo anche se, a distanza sei anni, avreste già dovuto godervi capolavoro come questo. Ed è proprio ripercorrendo l’indimenticabile fine del primo episodio che ha inizio il secondo.

Nell’imperdonabile caso ve lo siate perso, vi lascio qui un bel link per poter riempire le vostre lacune:

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the last of us 2La trama di The Last of Us 2 si sviluppa 5 anni dopo i fatti accaduti nel primo capitolo. Ellie è ormai adulta, ha 19 anni, è segnata da tutti gli accadimenti del passato; avventure che sta cercando timidamente di cancellare, di nascondere “sotto al tappeto” della sua anima. Ora vive a Jackson, in Wyoming, all’interno di una piccola comunità pacifica che dà rifugio ai sopravvissuti alla pandemia. Una comunità rurale, sofferta, che vive con quel poco che ha, una comunità dal grilletto facile, una comunità in cui si balla sulle note della musica country e che non vede di buon l’omosessualità.

Fuori da questo luogo pseudo-idilliaco, gli infetti e altri umani mossi dalla disperazione, minacciano la stabilità del villaggio. La pace instaurata a Jackson viene scossa da un evento violento quanto brutale che, per ovvie ragioni, non vi rivelerò. Le fragili certezze di Ellie vacillano fino a spingerla ad intraprendere un altro lungo viaggio alla ricerca di… cosa esattamente? Giustizia? Vendetta? Verità? Forse tutte insieme, in un mix esplosivo che vi farà saltare le cervella come accade a ogni Clicker che si rispetti. the last of us 2

E fin qui tutto regolare. Le premesse sono ottime e anche lo sviluppo dei personaggi è davvero da paura, complice anche la performance degli attori che contribuiscono a rendere reali i personaggi.

Con il proseguio della narrazione scopriremo che le Luci non esistono più e che ci sono diverse “fazioni” di nemici. La prima è il WLF (Washington Liberazion Front), detti anche “i Lupi”, una milizia ben organizzata, armata fino ai denti e che si è fatta strada con la violenza. La seconda è quella dei Serafiti (le Iene), una setta fondamentalista, un culto dal credo molto radicato e che difficilmente perdona chi si ribella. Ovviamente non mancano i nostri amici mostri: infetti di ogni forma, dimensione e disgustosità.

Capite bene che le premesse per un gioco violento ci sono tutte e le aspettative verranno ben mantenute lungo tutto il gioco. Una violenza che vi farà ribrezzo e forse vi darà fastidio ma che alla fine si farà accettare e ricordare: l’essere umano è emozionale, si ricorda ciò che lo fa piangere oppure ciò che lo spaventa.

Se nel primo capitolo di questo videogioco, la narrazione era lineare quanto potente (la relazione tra Joel e Ellie), in The Last of Us 2 vi è un deciso cambio di rotta. Oltre a Ellie, ci saranno altri personaggi giocabili grazie ai quali la narrazione subirà capovolgimenti che porteranno il videogiocatore ad attaccare (fisicamente) i propri affetti. Cosa significa questo? Semplice. Alcuni punti della trama verranno “vissuti” due volte: una volta dalla parte dei buoni e una volta dalla parte dei cattivi.

the last of us 2Ma siamo sicuri che i buoni e i cattivi siano davvero buoni o cattivi? Insomma, con The Last of Us 2 sarete costretti a ridefinire la vostra concezione di bene o male, di giusto e sbagliato. Perché che decidiate di stare da una o dall’altra parte, capirete comunque che le zone d’ombra, i punti grigi, sono davvero moltissimi.

Ad essere sincera durante le prime ore, il gioco fatica a ingranare, risulta un po’ lento e sembra non riuscire ad  esprimere appieno la sua forza. Le prime fasi esplorative sono molto rilassate, anche se forse è un espediente utilizzato dal team di sviluppo per farvi addentrare nel gioco con gradualità.

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Poi a un certo punto l’esplosione, il colpo di scena che fa ingranare la macchina del gigantesco colossal che è The Last of Us 2. Più andrete avanti, durante le 25 ore circa di gioco totali, più vi accorgerete che la trama è stratificata e coraggiosamente sceglie di affontare tematiche controverse, difficilmente incontrate sino ad ora nel mondo dei videogiochi. E a complicare ulteriormente la storia, non mancano i flashback, a dare colore e movimento al tutto.

Sarà un paragone strambo, ma a mio avviso la narrazione di The Last of Us 2 assomiglia a una delle palle del videogioco giapponese Katamari Damacy. Inizia facendo rotolare una pallina piccola e più va avanti e più “vuole prendersi tutto” facendo leva su diversi temi: l’esplicita omosessualità di Ellie, la religione fondamentalista, la violenza estrema di alcuni personaggi (Ellie compresa), l’omofobia, i tradimenti, il dolore fisico, la monogamia, il terrore, l’egoismo e l’etica.

C’è dentro davvero di tutto nel secondo capitolo di The Last Of Us: una pluralità di temi talmente vasta da rappresentare contemporaneamente sia il punto di forza e  che la possibile debolezza di un’opera colossale come questa.

Un gameplay evoluto e maturo

Ok, abbiamo capito che la trama è complessa, intricata e a tratti controversa. Ma com’è alla fine il gioco? Beh, le meccaniche che abbiamo già incontrato nel primo capitolo rimangono dei punti fermi. Le armi sono difficoltose da usare perché sono mezze arrugginite, rinvenute chissà dove. Le risorse sparse per la mappa di gioco non sono moltissime e vi serviranno per potenziare le armi, costruire le molotov e le bombe artigianali.

Fa la sua comparsa un curioso metodo per aumentare le abilità: vi basterà trovare dei manuali di addestramento per poter sbloccare nuovi rami del vostro “albero delle abilità”. Ecco, sappiate che il gioco non vi obbliga ad esplorare ma se non lo fate rischiate di non trovare questi manuali, rendendo così l’avanzamento nel gioco alquanto ostico.the last of us 2

La mappa di gioco riesce a sembrare incredibilmente estesa anche se in realtà, se ci fate caso, tenderà a condurvi alla medesima destinazione qualunque sia il vostro percorso. Un espediente ottimamente gestito dal punto di vista tecnico che farà credere al giocatore di avere più libertà di quanta ve ne sia davvero.

Anche questa volta, non esiste una mappa di gioco consultabile se non in alcuni punti della storia. Imparerete a muovervi per l’area di gioco non solo in orizzontale ma anche in verticale. Come raccontavo durante l’anteprima di The Last of Us 2, pubblicata settimana scorsa su queste pagine, finalmente possiamo darci anche all’esplorazione verticale degli edifici. Il gioco non cerca di ricalcare le assurde peripezie di Nathan Drake nella serie Uncharted. Qui la verticalità è difficile da raggiungere (con corde e rialzi) così come accade nella vita vera.
L’aggiunta della nuova dimensione non snatura quindi il gameplay visto nel primo capitolo ma lo arricchisce di nuove variabili.

Carina anche l’introduzione di un nuovo mezzo di trasporto: una barchetta a motore – che diventerà iconica, ma anche qui non posso svelarvi il perché – e che potrà accompagnarvi lungo impervi corsi d’acqua.

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Per quanto riguarda i combattimenti, questi sono affrontabili in due diverse modalità: stealth con uccisioni silenziose oppure in modalità “entra-e-spara-finché-non-li-avrai-fatti-fuori-tutti”. Anche in questo caso sarete portati a credere di poter scegliere come affrontare i nemici ma in realtà il gioco vi obbliga a taluni approcci. Risorse e munizioni infatti non sono infinite: è proprio questa contingenza che vi obbligherà a nascondervi e attuare eliminazioni silenziose finché vi sarà possibile. Solo alla fine, quando vi trovate di fronte ad un impasse, inizierete a sparare alla grande.   the last of us 2

Come ultima risorsa, naturalmente, potrete avvalervi di disperati e violentissimi combattimenti corpo a corpo. Ogni volta che Ellie o uno dei nemici prenderà un pugno o una coltellata sarà come se vi venisse inferta in prima persona, complice anche il realismo e la cura nel dettaglio nella realizzazione.

Ci sono infine delle rare occasioni in cui il gioco vi obbliga a delle “infinite run”, delle corse folli in cui affrontare i nemici è impossibile. Ci sarà una sola cosa da fare: darsela a gambe levate. Ma anche in questo caso, non sarà una vostra scelta.

Tirando le somme, il gameplay è molto fluido, dinamico anche se a volte ingannevole: avrete la percezione di poter scegliere dove andare e come approcciare i combattimenti, quando invece saranno gli amici di Naughty Dog a prendere la decisione per voi, senza che nemmeno ve ne accorgiate.

the last of us 2Tecnica impeccabile

Dal punto di vista tecnico, il team di Naughty Dog mantiene alte le aspettative, con un comparto grafico e tecnico che lascia davvero a bocca a aperta per la qualità estrema di quello che vedrete a schermo. Non la banalizzerei con un “ha un grafica pazzesca” perché così sarebbe riduttivo.

the last of us 2Uscire con un nuovo titolo a fine vita di una console, significa conoscerne ogni caratteristica più remota, significa essere consapevoli e padroni di tutte le potenzialità di PlayStation 4. È proprio questo ciò che ha permesso a Naughty Dog di raggiungere uno standard qualitativo così elevato da rappresentare il massimo che Playstation 4 possa offrire.

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Che il team di Santa Monica sia maniacale nella cura del dettaglio lo aveva già dimostrato, ma qui si passa a un livello superiore. Non solo per il livello di realizzazione ma anche per l’impegno che il team di artisti ha dimostrato nell’offrire una varietà di ambienti molto diversi tra loro ma soprattutto finemente realizzati.

Montagne innevate, cottage sperduti, foreste lussureggianti, edifici sventrati da esplosioni e infestati di infetti, fogne putride, tunnel della metropolitana illuminati solo da fumogeni rossi, o ambienti oscuri in cui l’unica vostra guida sarà una traballante e malandata torcia.

Un’altra caratteristiche che vi lascerà a bocca aperta è la cura con cui è stata realizzata la distruzione degli ambienti. Sembra una banalità da raccontare ma in verità è difficile ricreare il caos delle ambientazioni che vi troverete ad esplorare meticolosamente.

Ottimo anche il lavoro anche dei light designer i quali sono riusciti a dare vita alle ambientazioni e creare emozioni contrastanti solo attraverso l’utilizzo della luce.

Impeccabile infine il lavoro eseguito sulle animazioni dei volti e dei movimenti che rendono i personaggi inquietantemente realistici.

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Colossale ma non per tutti

E adesso arriva la parte difficile, quella in cui sono chiamata a dare un giudizio a un’opera estremamente complessa come The Last of Us 2, un videogioco la cui realizzazione ha necessitato di un’incubazione di 6 lunghi anni. Anni in cui sono cambiate le persone del team, anni in cui la sua storia è stata scritta e riscritta.

The Last of Us part II è un’opera colossale che porta a vivere sentimenti altamente contrastanti. Inizi il gioco con delle aspettative e ti ritrovi travolto da qualcosa di simile e insieme completamente diverso da ciò che ricordavi. Quella semplicità che caratterizzava il precedente capitolo è stata spazzata via in nome di un progetto più ambizioso e ingombrante.

Ci sono molti personaggi, molti intrecci, molti espedienti narrativi e anche i flashback. È un videogioco la cui regia e la cui fotografia sono degni di un film di Hollywood ma quel “voler prendersi tutto” di cui scrivevo all’inizio di questa recensione si fa notare con prepotenza. Il gioco ti travolge e spesso non ti lascia il tempo di pensare a cosa hai appena visto, a cosa hai appena vissuto che subito ti catapulta da qualche altra parte. Non fraintendetemi, The Last of Us Parte 2 è bello, è pazzescamente “ricamato”, ma forse il troppo ha tolto qualcosa a quella semplice quanto riuscita alchimia del primo episodio.

È adatto a tutti i giocatori? Non lo so. Se lo aspettate con tanta ansia e hype, prendetelo, giocatevelo con calma e assaporatevi ogni angolo della mappa, guardate ovunque, prendete tutto quello che vi capita e leggete ogni lettera che troverete perché sarà un’esperienza appagante. Forse avrete bisogno di tempo per metabolizzare tutto quello che avrete visto ma sono sicura che alla fine direte “va beh, alla fine mi è piaciuto”.

Se siete dei novellini e state cercando un gioco leggero, un passatempo come tanti, lasciate perdere. La violenza inaudita, le tematiche molto crude e forti potrebbero finire per non farvi dormire la notte.

Brava Naughty Dog, le aspettative erano alte e siete stati capaci di non deluderle, senza mai smentirvi.

Anche se a volte il troppo stroppia.

Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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