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Acquistare online per fare del bene

La proposta di TrustMeUp per un nuovo modello di e-commerce che si incrocia con la beneficenza

Il 2020, tra le altre cose, ha insegnato agli italiani ad acquistare online. I dati hanno spesso registrato una crescita nelle vendite sul web in tantissimi settori. Una necessità, sia per i consumatori che per i venditori, legata alle restrizioni anti-contagio, che però non è scomparsa insieme alle riaperture dei negozi fisici. Si tratta di un’abitudine consolidata e sempre più in crescita quindi e allora, perché non trovare il modo di usarla anche per fare del bene? Questa è l’idea su cui si basa TrustMeUp, iniziativa presentata a Milano.

TrustMeUp, la nuova piattaforma di e-commerce che fa del bene

Carlo Carmine, Presidente di TrustMeUp, ha raccontato come nasce il progetto. Nel 2013, a Barcellona, sentiva il bisogno di far parte di una comunità e così scelse di abbonarsi allo stadio. Fu lì che scoprì che la squadra è al 100% di proprietà dei tifosi. Cercò quindi di riportare in Italia quel concetto, ma non funzionò: non era il momento giusto.

Cinque anni dopo, nel 2018, in un volo di ritorno dagli Stati Uniti, dall’unione tra le competenze sui trust e sulla blockchain di Angelo Fasola, si posero le basi per l’ambizioso progetto che è TrustMeUp. Un’idea complessa, che da subito si è orientata al mondo del charity. Un concept che punta in alto, fino a raddoppiare il numero di donazioni in tutto il mondo.

Come si può dare vita a questa vision? Beh, proprio tramite l’acquisto online, che come dicevamo in apertura è continuato a crescere anche nel 2021. Si parla infatti di uno sviluppo superiore al 20% rispetto all’anno precedente, solamente nell’ambito per i privati. Nel mondo del Non Profit invece si registra nella quasi totalità un calo o una stagnazione della raccolta fondi, con solo un 17% delle organizzazioni in crescita.

TrustMeUp offre quindi la possibilità di combinare questi due trend in maniera virtuosa, utilizzando le possibilità offerte dal primo per riportare in ascesa il secondo. Vediamo quindi nel dettaglio qual è la proposta.

Come funziona TrustMeUp?

Sono due le vie con cui questa piattaforma si propone di favorire le donazioni, unendole all’e-commerce. Innanzitutto tramite gli acquisti diretti. Grazie alla funzione di DonaComprando, acquistando dei prodotti dai partner della compagnia presenti nella Galleria Commerciale, si potrà destinare una parte del pagamento (in media il 15%) alla propria organizzazione Non Profit preferita.

Ma non finisce qui. La funzionalità Dona-Ricevi-Compra offre delle ricompense a chiunque effetti una donazione. L’intero importo versato a un’organizzazione o a una campagna specifica infatti sarà rimborsato, tramite crediti da riutilizzare su TrustMeUp. Un modo quindi per offrire un incentivo concreto a fare beneficenza e quindi realizzare la vision della piattaforma di cui parlavamo più sopra.

Due idee quindi semplici, ma che combinate insieme possono portare a grandi risultati. Ogni nostro acquisto potrebbe contribuire a fare del bene, in tanti modi differenti, dando supporto a piccole e grandi organizzazioni che ogni giorno si impegnano concretamente in battaglie sociali di rilievo. Il tutto con il supporto della tecnologia blockchain, che rende l’intero processo sicuro e trasparente.

Insomma, si crea una struttura win-win, anzi win-win-win. Le organizzazioni Non Profit hanno la possibilità di ottenere sempre più fondi, i consumatori possono dare supporto ai progetti che sostengono mentre fanno i propri acquisti, ottenendo un ritorno diretto come ‘cashback fiscale’ di circa il 5%, detraendo la somma donata, e i venditori hanno modo di ottenere una visibilità maggiore e in maniera semplice. Il tutto naturalmente con la consapevolezza di fare del bene e migliorare, nel proprio piccolo, il mondo.

trustmeup-donazioni-online-acquisti

Le voci delle parti in causa

Nel corso della presentazione sono intervenuti diversi ospiti, legati al progetto. Mario Bagliani, Senior Partner NETCOMM, ha così commentato l’idea di TrustMeUp:

L’offerta dei merchant online è cambiata. Non c’è un’azienda, piccola o grande che sia, che non abbia capito di dover modificare il proprio modello e durante la pandemia questo fenomeno ha accelerato fino a coinvolgere anche i piccoli negozi che hanno capito di poter sfruttare il commercio online a un prezzo accessibile. Oggi siamo pieni di casi di successo, anche tra i piccoli negozi di Milano. Questo vale anche per il B2B, un mercato sei volte maggiore e che ha tassi di crescita fino al +200%. Dall’altro lato i consumatori abituali di e-commerce sono attenti ai temi sostenibili, pertanto un’iniziativa come quella presentata questa mattina, che va in un’ottica anche di CSR, può rappresentare un’ottima opportunità per i merchant“.

A lui si è aggiunto Nicola Ciano, Fundraising Director per Emergency:

Nonostante l’attenzione mediatica sia calata, in Afghanistan noi continuiamo a vedere uno scenario senza soluzione di continuità. I nostri ospedali continuano a lavorare: pochi giorni fa un attentato ha portato 21 feriti nel nostro centro per le vittime di guerra. Soltanto grazie alle donazioni possiamo offrire cure gratuite. Durante la pandemia, i trend sono cambiati. Abbiamo visto un’accelerazione delle transazioni digitali. Noi siamo curiosi di scoprire nuove modalità e piattaforme che possano dare la possibilità a più persone di donare. Un altro trend è rappresentato dal fenomeno della disintermediazione: i cittadini avviano in maniera spontanea le raccolte fondi. Io credo che le ONG debbano trovare un ruolo in questo contesto“.

Anche l’organizzazione Telethon, celeberrima nel mondo Non Profit, è intervenuta tramite Pietro Cau, Responsabile Corporate Fundraising:

l format televisivo della maratona Telethon, nata negli Usa e poi esportata anche in Italia, ci ha permesso di raggiungere un ampio pubblico, di ottenere credibilità e di finanziare progetti sulle malattie genetiche rare. Siamo dunque nati in televisione, ma oggi siamo multichannel: il web è oggi tra i canali più importante, dove stiamo concentrando tutti i nostri sforzi. Vogliamo studiare questo mondo per poter offrire proposte innovative, farci conoscere meglio ed entrare in contatto con target diversi“.

Per Angelo Fasola, CEO di TrustMeUp, è importante evidenziare le possibilità offerte da questo progetto per le parti coinvolte:

I dati dimostrano che il mondo degli e-commerce è in una fase di espansione, mentre il Non Profit deve trovare nuovi modelli operativi. Noi abbiamo costruito il primo ecosistema digitale capace di far incontrare in maniera vincente questi due mondi. I negozi online avranno l’occasione di acquisire nuovi clienti attenti al sociale, incrementare le vendite e migliorare la Corporate Social Responsibility legata al loro brand. Dall’altro lato, le Associazioni possono incrementare la raccolta fondi grazie ai nuovi donatori incentivati dal sistema di ricompensa. Nasce così il modello B2D: Business to Donor“.

Chiosa infine Carlo Carmine, Presidente di TrustMeUp:

Il primo incentivo per donare con TrustMeUp è dato dalla possibilità di poter supportare più progetti a costo zero. Vogliamo però distinguerci anche per la tracciabilità e la trasparenza che siamo capaci di garantire grazie alla tecnologia blockchain. Quando si parla di donazioni online spesso l’utente è frenato da fake o truffe: sulla nostra piattaforma si ha la sicurezza che la somma arrivi a destinazione“.

Per maggiori informazioni, vi invitiamo a visitare il sito ufficiale di TrustMeUp.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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