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Twister, il gioco per contorsionisti. La macchina del tempo

Esiste dal 1966 e furoreggia ancora oggi

Un tormentone è in voga da qualche tempo, quando ci viene sottoposto (specie su Internet) qualcosa di particolarmente rischioso o difficile, che riesce solo perché chi ci mostra quel determinato gesto è un professionista o un cultore della materia. E il tormentone è: “Non fatelo a casa”.

Frase che nel nostro caso – cioè nel caso del mitico gioco Twister, di cui parleremo oggi – non si può dire, perché di solito ci si gioca proprio tra le mura domestiche.

Eppure, per quanto all’apparenza innocente, Twister è un gioco che piano piano mostra tutte le nostre lacune atletiche, e ci fa inevitabilmente finire col sedere a terra.

Ricordiamo anzitutto, per i pochissimi che non lo sapessero, cosa è Twister, il gioco che andrebbe vietato ai non contorsionisti.

Twister

Cos’è Twister

Twister è un gioco semplicissimo, composto da tre elementi. Il primo è un tappeto in plastica con quattro file di sei cerchi colorati l’una, un colore per fila: rosso, giallo, blu e verde. Poi c’è una tabella con una lancetta che gira, e che finirà su uno dei quattro quarti, raffiguranti piede destro, piede sinistro, mano destra e mano sinistra. Ogni quarto a sua volta è diviso in quattro colori. Per cui di volta in volta la lancetta indicherà una combinazione di arto e colore: ad esempio, se la combinazione è “mano sinistra, verde”, i giocatori dovranno spostare la loro mano sinistra su un cerchio verde.

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Non ci siamo dimenticati del terzo elemento: il sadismo, indispensabile per garantire avvincenti sfide al gioco Twister.

Scopo del gioco

Il vero scopo del gioco Twister, è l’ora di dirlo, non lo conosce quasi nessuno. Ma giuriamo che esiste: vince chi rimane per ultimo sul terreno di gioco.

Perché in realtà il vero obiettivo di Twister è quello di sbellicarsi dalle risate quando la lancetta ci chiede di spostare il piede destro su un cerchio che nessun essere umano sarebbe mai in grado di raggiungere, e a questo punto possono succedere diverse cose.

Le due più frequenti sono che si cade miseramente al suolo, oppure si cerca di corrompere un altro concorrente chiedendo di sollevare per un istante una gamba in modo da agevolarci la mossa.

Il concorrente, è ovvio, va subito a spifferare all’arbitro (colui o colei che gira la lancetta) il nostro gesto inqualificabile. E così si viene squalificati per settimane.

Non a caso, su svariate edizioni del gioco (compreso quella in nostro possesso) sotto il nome “Twitter” campeggia la scritta: “Il classico gioco che vi attorciglia gli uni con gli altri!”

Storia e successo di Twister

Twister è stato inventato dalla MB, che in questa rubrica abbiamo spesso chiamato in causa, addirittura nel 1966.

Il successo è stato immediato, perché nella puntata di Tonight Show andata in onda il 3 maggio dello stesso anno, Eva Gabor e Johnny Carson hanno giocato proprio a Twister. Nel primo anno, per dare un’idea, la Milton Bradley ne ha venduto più di tre milioni di copie.

Per la semplicità delle regole e le situazioni buffe che il gioco crea, Twister ha avuto un successo pressoché costante, e ancora oggi viene venduto (dalla Hasbro, azienda che ha assorbito la MB) in edizioni sempre nuove. Inoltre si organizzano campionati e partite speciali su tappeti giganti (anche per più di 2000 partecipanti) o della durata di svariate ore.

Come dicevamo per altri giochi della Milton Bradley, anche Twister è destinato a un successo imperituro. Perché si basa su concetti elementari, quasi archetipici, come nel caso di Forza 4 (evoluzione del tris) o di Affonda la flotta (discendente della battaglia navale).

Ma nel caso d Twitter c’è una peculiarità.

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Il corpo, finalmente

Che Twister fosse un gioco a sé, il mondo lo ha scoperto proprio con la già citata esibizione di Eva Gabor e Johnny Carson.

Infatti dopo quella puntata di Tonight Show, assieme all’immediato successo sono arrivate le prime e feroci critiche.

Ma come, un gioco in cui i corpi si sfiorano? La MB era stata addirittura accusata di “vendere sesso in scatola”.

Già: i giochi da fare in casa, diciamolo pure, di solito mortificano il corpo. Ci si siede attorno a un tavolo (non si chiamano “giochi da tavolo” per niente), e si rimane ore a fare le proprie mosse, sino a ingobbirsi o a sentire gli arti scricchiolare. D’altronde, se ci si vuole dimenare si va ai giardini pubblici.

Twister, invece, nello spazio di una qualunque cameretta permetteva (e permette) di muoversi, ridere del corpo proprio e di quello altrui, condividere insomma tutti i limiti della fisicità.

E se a giocare a Twitter sono concorrenti un po’ più grandicelli, e tra una mossa e l’altra ci si sfiora, che male c’è? Lasciamo la sessuofobia e la pruderie al passato, e lunga vita a Twister!

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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