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Ecco come funziona Recommendations, il sistema di YouTube che consiglia i video

L’evoluzione del servizio: dai video più popolari ai gusti di ogni singolo utente

Sera, ore 22.30, camera da letto di un qualunque appartamento urbano. Un adulto, prima di addormentarsi, vuole verificare quali siano gli ingredienti della ricetta del cappon magro. Cerca la ricetta su YouTube e dopo venti minuti si ritrova a seguire con trasporto lo storico Alessandro Barbero che sta parlando del processo a Maria Stuarda.

Scherzi a parte, chi di noi – in un momento di svago – dopo aver cliccato su un video di suo interesse, non si è lasciato irretire dalla colonna di destra di YouTube, dove sono proposti i video correlati a quello appena guardato? E poi, di video in video, ecco che ci si allontana sempre di più dall’argomento del primo.

Non c’è che dire: i suggerimenti della piattaforma attraggono, e spesso ci permettono di scoprire chicche di cui ignoravamo l’esistenza. O rispolverare vecchi filmati che non vedevano da decenni.

Ma come funziona il sistema che prende il nome di YouTube Recommendations, e che appunto suggerisce i video agli utenti?

YouTube Recommendations: cos’è

YouTube Recommendations nasce con l’obiettivo che tutti i siti e le piattaforme hanno: quello di trattenere il più possibile gli utenti.

Va da sé che più un utente utilizza il social, più YouTube Recommendations è in grado di elaborare suggerimenti calibrati sui suoi gusti. Anche se, come molti di voi lettori si saranno accorti, non sempre i consigli di YouTube Recommendations hanno una stretta correlazione logica con il video che si sta guardando.

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Come funziona YouTube Recommendations

Come funziona dunque YouTube Recommendations?

I video suggeriti, oltre ad apparire nella home page del social una volta che vi si accede, sono visibili nella già citata colonna di destra durante la riproduzione di un filmato. In più, compaiono come “Prossimi video” alla fine di ogni visione.

Il sistema si basa sull’analisi dell’attività degli utenti, e suggerisce i video che più probabilmente saranno guardati con interesse.

Spiega qualcosa in più sul sistema Cristos Goodrow, che in YouTube è proprio a capo del dipartimento Recommendations, creato nel 2008.

L’evoluzione del sistema Recommendations

Intervistato dai colleghi del Corriere della Sera, Cristos Goodrow racconta l’evoluzione del servizio YouTube Recommendations.

“All’inizio Recommendations si basava sui video più popolari, che riscuotevano i più alti numeri di visualizzazione sulla piattaforma”.

La svolta è del 2011, quando il focus si è spostato. E i consigli hanno iniziato a basarsi sui gusti del singolo utente: “Il nostro principale obiettivo è far sì che le persone trovino quello che vogliono vedere su YouTube, in modo da aggiungere valore al tempo che spendono sulla piattaforma e quindi anche alla loro vita.

All’epoca il sistema usava i clic come metrica principale, ma poi abbiamo capito che non tutti i clic hanno valore per gli utenti. Notavamo, per esempio, che a volte le persone cliccavano su qualcosa, ma dopo 15 secondi lasciavano il video perché non era quello che cercavano o volevano vedere”.

Si è dunque passati dal clic al tempo di permanenza su un video, ma non era abbastanza. Spiega Goodrow: “A volte si guardano cose per noia, per abitudine, e poi ci si pente di aver perso il tempo così. Abbiamo capito che le persone avevano modi diversi di trascorrere il tempo e abbiamo iniziato a chiedere se quell’esperienza era stata di valore, con un voto da 1 a 5 stelle, considerando di livello solo le risposte che davano 4 o 5 stelle. In quel momento, abbiamo fronteggiato un vero calo sulla piattaforma”.

Gli attuali parametri di YouTube Recommendations

Ecco che si arriva ai parametri adottati attualmente. Peraltro oggi, sottolinea Goodrow, è anche importante bloccare i contenuti di odio e la disinformazione. “Abbiamo deciso di promuovere tra i video consigliati prima i contenuti che provengono da fonti accreditate, come i giornalisti o le testate registrate, e di limitare quelli che provengono da fonti non accreditate.

Oggi cerchiamo di trovare modi nuovi per aggiungere valore al tempo speso su YouTube dagli utenti. E per farlo, vogliamo sapere la motivazione che li ha spinti a guardare un determinato contenuto: chiediamo, a chi dà 5 stelle, se quel video li abbia ispirati, se abbia cambiato in meglio la loro vita. E se la risposta è affermativa cerchiamo di fare in modo che quei video vengano raccomandati più degli altri”.

YouTube Recommendations e la disinformazione

Tutti i social (basti pensare al grande scandalo dei Facebook Papers) sono ormai nell’occhio del ciclone per quanto riguarda la disinformazione, argomento nei confronti del quale non è più possibile non prendere contromisure.

Cristos Goodrow riassume così la posizione di YouTube Recommendations in questo senso: “Quando si tratta di informazione, politica, scienza, noi promuoviamo nei consigliati solo fonti accreditate e combattiamo i contenuti che vengono da fonti non accreditate. Questo serve per limitare le bolle: ci sono persone che magari ricevono per email un video di quel genere, lo guardano sulla piattaforma ma al termine del filmato non ricevono consigliati su quel tema da profili non sicuri, ma da fonti reali”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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