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2020: l’unica cosa che ci ricordiamo è Morgan

Sono passati solo due anni eppure ci sembra un’eternità: la pandemia era lontana e la nostra unica preoccupazione era la ricerca all’enigmatica domanda “Dov’è Bugo?”. Eppure Sanremo 2020 non è stato proprio tutto da dimenticare, anche se l’unica cosa di cui ci ricordiamo è quanto avvenuto tra Morgan e Bugo.

Morgan e Bugo a Sanremo 2020: l’ultimo sorriso prima del pianto

C’è stato un momento in cui siamo stati veramente spensierati. Potevamo abbracciare gente per strada e le mascherine FFP2 proprio non avevamo idea di cosa fossero. La vita scorreva lenta tra un meme sul Papa strattonato da una fedele cinese e l’assoluzione di Donald Trump al processo per impeachment. Insomma erano i primi mesi del 2020. Negli stessi giorni in cui veniva siglata la storica tregua tra americani e talebani, all’Ariston, andava in scena la settantesima edizione del Festival di Sanremo. Sono passati solo due anni, eppure i ricordi appaiono sfocati, se non per un singolo episodio: Bugo abbandona il palco dopo la lite con Morgan. Quel momento lì lo ricordiamo tutti, e credo che ognuno di noi riesca a ricordare dov’era e con chi in quel preciso istante.

Sarà quella l’ultima risata prima dell’arrivo del Covid e delle tragiche conseguenze della pandemia sull’intero Paese. Ma Sanremo 2020 è stato davvero solo quel momento? In realtà no, anzi!

Tanta musica: il resto scompare (anche il passo indietro di Amadeus)

Il Festival del 2020, il primo di Amadeus con l’amico Fiorello, arrivava carico di novità e speranze per la musica italiana. L’inattesa vittoria di Mahmood l’anno precedente aveva riportato lustro e freschezza ad una kermesse da molti vista come antiquata. Amadeus lo sa bene e quindi, da direttore artistico, stila un elenco di big estremamente variegato. Si ai ritorni di Irene Grandi, Marco Masini, Rita Pavone e Michele Zarrillo per gli amanti della Canzone all’Italiana, ma dentro anche Anastasio (vincitore di XFactor 2018), Achille Lauro (che aveva sconvolto tutti l’anno precedente con Rolls Royce) e Junior Cally (la cui partecipazione è stata costellata da polemiche per presunti testi controversi). E poi l’incredibile voce di Tosca (con Ho amato tutto), Piero Pelù (con Gigante, un bellissimo brano dedicato al diventare nonni), Elodie e l’esordiente Elettra Lamborghini. C’è tanta musica: il resto scompare.

Il Festival però non era cominciato benissimo per Amadeus, attaccato su tutti i fronti dai media per un’uscita infelice in conferenza stampa. Nel parlare di Francesca Sofia Novello, una delle co-conduttrici di quell’edizione nonché fidanzata di Valentino Rossi, il conduttore disse “Una donna che sa stare sempre un passo indietro rispetto ad un grande uomo”.

La serata cover ci mostra tutta l’eleganza di Lauro

Esordiscono anche I Pinguini Tattici Nucleari, da quella stessa Bergamo che sarà la città che più di tutte pagherà in vite umane la diffusione del virus solo qualche mese dopo. I bergamaschi però a febbraio erano sereni, e potevano sostenere i Pinguini, una delle realtà musicali più interessanti provenienti da quella terra. La band si presenta sul palco con un pezzo bellissimo, ricco di citazioni musicali e liriche, chiamato Ringo Starr. Durante la serata delle cover i PTN decidono di eseguire un medley pazzo – operazione alla Elio e Le Storie Tese – ripercorrendo la storia della canzone italiana, cominciando con Papaveri e Papere e terminando con Rolls Royce, passando per Rino Gaetano, Max Gazzè e Daniele Silvestri.

La serata duetti è uno spettacolo: il giovane Riki ospita la giovanissima cantante spagnola Ana Mena (in gara al festival di quest’anno) mentre Michele Zarrillo riporta all’Ariston Fausto Leali. Due esempi estremi, che però sono il perfetto manifesto dell’eterogeneità di quell’edizione. Elettra Lamborghini, in duetto con Myss Keta, canta Non succederà più di Claudia Mori, con tanto di bacio saffico: la performance è più che dimenticabile, il momento invece iconico.

Molto emozionante anche il duetto tra Rita Pavone-Amedeo Minghi, che cantano 1950 dello stesso Minghi, probabilmente dei brani più sottovalutati della musica italiana. I momenti più alti della serata però sono due: Anastasio che si esibisce con una PFM in forma smagliante e Achille Lauro con Annalisa. Quest’ultima esibizione è da brividi: i due cantano Gli uomini non cambiano di Mia Martini, e Lauro dimostra tutta la propria eleganza lasciando Annalisa in primo piano e facendo, simbolicamente, un passo indietro.

Si accende la miccia tra Bugo e Morgan

Nel frattempo, giudicata all’unanimità da pubblico e Orchestra come peggior performance, Bugo e Morgan si piazzano ultimi rovinando un capolavoro come Canzone per te di Sergio Endrigo. La tensione tra i due si taglia con una bacchetta di batteria, complici anche alcune esternazioni pubbliche di Morgan (che aveva minacciato di non apparire all’Ariston se non gli fosse stato concesso di dirigere l’orchestra). E poi le polemiche: l’ex Bluvertigo è costantemente in ritardo alle prove e l’Orchestra rigetta i suoi spartiti per l’arrangiamento di Endrigo (ritenuti dagli orchestrali insuonabili). Ad ogni modo il momento dell’esibizione arriva ma la situazione è surreale. Bugo se ne sta seduto e non guarda mai il collega. Durante l’esecuzione stona l’impossibile e canta anche le parti di Morgan, visibilmente imbronciato. La bomba scoppierà la serata successiva.

Il dopofestival di Savino lancia Valerio Lundini al grande pubblico

Il cambiamento dell’edizione 2020 passa anche attraverso una scelta radicale: addio al classico appuntamento del Dopo Festival in TV. Il format viene totalmente ripensato in chiave digitale, in onda su RaiPlay, e si chiama L’Altro Festival, affidato a Nicola Savino. Il risultato è un successo nonostante gli orari improponibili. Lo show è quasi totalmente improvvisato, con i protagonisti dell’Ariston che arrivano e formano collaborazioni assurde, suonando cover dei pezzi che più amano. I Pinguini Tattici Nucleari omaggiano i Beatles, Morgan e Bugo suonano Video Killed The Radio Star dei The Buggles e gli Eugenio In Via Di Gioia cantano Celentano.

Piccole perle che resteranno esclusiva della piattaforma streaming di mamma Rai. Il buon Savino è in ottima compagnia: Myss Keta come co-conduttrice e una serie di personaggi che ben si sposano col format de L’Altro Festival. Tra gli ospiti fissi anche Valerio Lundini, già noto al pubblico Rai, che si afferma come uomo di punta della nuova generazione di comici/conduttori di Viale Mazzini.

Che succede?

Siamo alla serata che tutti ricorderemo. Un video backstage ci mostra gli attimi prima di salire sul palco, con un Morgan che insulta pesantemente Bugo mentre i due si preparano a scendere la celebre scalinata dell’Ariston. Quello che avviene pochi attimi dopo lo sappiamo tutti: l’ex Bluvertigo cambia il testo del brano scatenando i meme di quell’anno con “le brutte intenzioni, la maleducazione”. A metà della prima strofa Bugo lascia il palco – è la prima volta nella storia di Sanremo – e Morgan pronuncia le famosissime parole: “Che succede? Dov’è Bugo?”. Imbarazzo totale. Nessuno capisce bene cosa stia accadendo. Si tratta di uno show o è tutto reale? Nemmeno Amadeus riesce a capirci poi molto, ma per fortuna al suo fianco che Fiorello, uno showman che con l’improvvisazione ci esce a cena ogni sera.

I due verranno ufficialmente squalificati per aver cambiato il testo del brano e per aver abbandonato il palco. Memorabile sarà la reazione di Elettra Lamborghini, felice di non essere più destinata all’ultimo posto (in realtà la classifica finale le farà guadagnare una posizione in più superando anche Riki) . La serata finale se la giocano Diodato (reduce da mesi di successo con l’ottima Fino a farci scomparire) con Fai Rumore e Francesco Gabbani con la super radiofonica Viceversa. Alla fine trionfa Diodato mentre il podio lo chiudono i Pinguini Tattici Nucleari. Particolarmente simbolica la conferenza stampa successiva alla premiazione, in cui Gabbani si congratula con Diodato. Un evento in totale controtendenza rispetto all’anno precedente, quando Ultimo, preso dal nervosismo, non gestì in modo propriamente ottimale la sala stampa.

Insomma nessuno può sapere come sarà la nostra percezione futura del 2020. Però possiamo dire che quell’anno disastroso è cominciato con un Festival di Sanremo che merita di essere ricordato anche per altro, e non solo per il momento tra Bugo e Morgan. Quel che sarebbe successo poi, poche settimane dopo, sarebbe stato solo l’inizio del baratro.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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