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Sanremo Story: I 5 vincitori che nessuno si sarebbe mai aspettato

Immaginiamoci la scena: siamo in gara all’Ariston in mezzo a 20 nomi di rilievo. Tra questi, 3 o 4 sono i favoritissimi, e nessuno neanche osa associare il nostro nome a quello dei papabili finalisti. Poi, d’improvviso, ci ritroviamo in finale e veniamo annunciati come vincitori di Sanremo. Sarebbe o non sarebbe un’emozione e una soddisfazione ancor più incredibile? Beh è successo: ecco i vincitori di Sanremo che nessuno, ma proprio nessuno, si aspettava.

5 vincitori totalmente inaspettati di Sanremo

Mahmood – Soldi (2019)

Quella di Mahmood a Sanremo 2019 è una favola bellissima. Per quell’edizione i due vincitori di Sanremo Giovani (che si tenne a dicembre 2018) sarebbero entrati di diritto come partecipanti tra i big del festival. A vincere la competizione di dicembre sono due sconosciuti ai più: Mahmood ed Einar, che si guadagnano così un posto in gara all’Ariston.

L’edizione 2019 era una vera bolgia di arte a 360 gradi: Achille Lauro sconvolgeva il grande pubblico per la prima volta con Rolls Royce, i Zen Circus rappresentano l’indie italiano con un brano bellissimo (L’Amore è una dittatura) e un giovanissimo Ultimo è dato da tutti come favorito assoluto: sarebbe la conferma definitiva dell’astro nascente della musica italiana.

E poi la leva cantautorale raffinata di Silvestri, il ritorno di Cristicchi e la hit di Ghemon (Rose Viola) destinata a restare appollaiata lì in alto nelle classifiche di quell’anno. Insomma il livello è altissimo e del brano di Mahmood, Soldi, non è che si parli troppo, se non per la trovata simpatica dei claps nel ritornello.

Però come nelle migliori favole, non si sa come, arriva il colpo di scena. Durante la serata finale a classifica viene letta a ritroso, dall’ultimo posto fino tre finalisti, e il suo nome non viene annunciato mai. Ad un certo punto qualcuno arriva a twittare “ma si sono dimenticati?”. E invece no: con un brano totalmente lontano dai canoni sanremesi, l’esordiente è arrivato tra i primi tre. Ma oramai è finita, pensano i più, non si va oltre il terzo posto. Infatti Mahmood per vincere deve giocarsela con Ultimo, favoritissimo assoluto, e Il Volo (tipico esempio di ciò che Sanremo vuole e premia). Impossibile pensarono in molti. Ciò che accadde poi ce lo racconta la storia.

Avion Travel – Sentimento (2000)

Che volete che vi dica, per me gli Avion Travel a Sanremo rappresentano uno dei momenti più alti della televisione italiana. Piccola Orchestra Avion Travel è un progetto capitanato da Peppe Servillo (che ha un fratello più grande che è un attore niente male, si fa chiamare Toni) che mescola sapientemente cantautorato, jazz, pop e interpretazioni teatrali. Insomma un progetto particolarissimo che ha però due peculiarità: la prima è l’incredibile capacità espressiva di Peppe Servillo, la seconda è la delicatezza e la sofisticatezza degli arrangiamenti.

Peraltro la Piccola Orchestra Avion Travel aveva già partecipato a Sanremo due anni prima, nel 1998, con Dormi e sogna conquistando un premio della giuria e molti elogi dalla critica. Ma poi la classifica parlò chiaro: 13esimo su 17 brani. Insomma il progetto piace agli addetti ai lavori e agli appassionati, ma il pubblico mainstream e televisivo non è che lo apprezzi troppo.

Ed è proprio per questo che quando si presentarono con Sentimento all’edizione del 2000 vennero snobbati dai più. I favoriti per quell’edizione erano infatti Irene Grandi e Gianni Morandi, con due canzoni perfettamente in linea con la tradizione dell’Ariston. Il brano degli Avion Travel però è bello, romantico, sognante e delicato. Parla dell’amore come di una barchetta in mezzo al Golfo di Castellammare, pronta ad essere ribaltata dalla gelosia: un mostro marino in grado di sconvolgere l’apparente serenità di una relazione. Inaspettatamente il brano vince, e oggi, 22 anni dopo, possiamo considerare questa vittoria come rivoluzionaria.

Jalisse – Fiumi di Parole (1997)

Tra i grandi misteri, spesso citati e decisamente troppo dicussi, della storia del Festival: i Jalisse che nel 1997 si aggiudicano Sanremo con Fiumi di Parole. Il brano in effetti era orecchiabile e decisamente in linea con i trend della musica leggera del 1997. I Jalisse però erano letteralmente sconosciuti al pubblico. 

Il regolamento, che verrà cambiato l’anno successivo, prevedeva infatti che i finalisti non vincitori della sezione Nuove Proposte dell’anno precedente fossero inseriti tra i big dell’anno seguente. Ecco quindi che il duo si ritrova dal nulla tra un Fausto Leali e una Patty Pravo e, tra enormi polemiche – si parla soprattutto di un presunto plagio del brano Listen to your heart dei Roxette – Fiumi di parole riesce ad aggiudicarsi il primo posto. La storia però sarà meno clemente con i Jalisse: proveranno a ripresentarsi a Sanremo per ben 25 anni consecutivi, senza mai essere presi in considerazione.

Giò Di Tonno e Lola Ponce – Colpo di Fulmine (2008)

L’edizione 2008 di Sanremo non è decisamente tra le più memorabili. Gli ascolti furono bassi e la musica italiana era in quel periodo buio in cui persino Anna Tatangelo vendeva dischi (scherziamo). Il Festival però ebbe dei momenti davvero alti: Tricarico si presenta sul palco stonando l’impossibile con Una vita tranquilla ma poco importa l’intonazione: è una delle esibizioni più intense e sincere della storia del Festival. Per il resto sul palco la lista degli artisti ce la dice lunga sullo stato di salute della musica italiana dell’epoca: Finley, Sonohra e Paolo Meneguzzi giusto per citare alcuni dei favoriti. A vincere però, in modo del tutto inaspettato, saranno Giò Di Tonno e Lola Ponce con un brano scritto da Gianna Nannini: Colpo di Fulmine. Secondo posto per Anna Tatangelo con una canzone scritta da Gigi D’Alessio. Andiamo avanti và.

Maneskin – Zitti e buoni (2021)

Hey Hey, my my rock n roll will never die” cantava il buon Neil Young. A ripensarci oggi, un anno dopo, ci sembra assurdo definirla vittoria inaspettata, ma in realtà fu così. I Maneskin, oggi fenomeno globale, un anno fa erano ancora percepiti come un gruppo di ragazzi usciti da un talent show. Inoltre la loro attitudine musicale (criticato per presunto ma mai comprovato plagio) poco aiutava la band ad essere presa seriamente in considerazione dai bookmakers.  

Il mercato musicale italiano era infatti, appena uscito dal fenomeno ITPop di Calcutta e TheGiornalisti, ed era alla ricerca di nuove sonorità. In questo contesto per Sanremo c’era una favorita assoluta: Madame, mentre le aspettative dei più conservatori erano riposte in Ermal Meta. E poi c’erano Fedez e Francesca Michelin, che si presentano in due con un brano molto orecchiabile e forti delle dinamiche social; Colapesce e Dimartino che tirano fuori dal cilindro una hit assurda e addirittura Orietta Berti, con un pezzo da Sanremo che più da Sanremo non si può.

Insomma nel quadro i Maneskin c’entravano ben poco: ma i ragazzi sono forti, hanno l’attitudine dal mi mangio il palco e hanno una fanbase molto consolidata. Inutile che vi dica come andrà a finire: Zitti e buoni è ancora oggi la risposta che molti fan riservano agli haters della band che da Roma, passando per Sanremo, è oggi alla conquista del mondo.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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