Pneumatici, gomme, copertoni. Chiamateli come volete, ma ognuno di noi almeno una volta nella vita è andato dal gommista per cambiarli, molto spesso con poco interesse. “Tanto sono tutti uguali, cosa cambia?” è una frase che ho sentito fin troppo spesso.
Moltissimi li sottovalutano ma, se si pensa che sono l’unico componente dell’intera auto a contatto con il terreno (no, la marmitta cadente non conta), li si vede in un’ottica un po’ diversa. Da qui la necessità di fare una scelta consapevole.
Questa scelta non può essere fatta solo guardandoli e scegliendo il più bellino. Dal 2012, infatti, tutti i produttori di pneumatici sono obbligati ad applicare su ogni modello un adesivo con i punteggi ottenuti dal prodotto in vari test che vanno dalla A (ottimo) alla F (torna a settembre). Questo è stato un grande passo avanti per aumentare la consapevolezza del consumatore sulla scelta del treno di gomme nuovo, e la sua successiva sicurezza su strada.
E quando si hanno pneumatici usati?
Michelin, però, ha trovato una falla in questo sistema.
Infatti, il celebre produttore francese fa notare come questi test siano svolti solamente con pneumatici nuovi con 0 km sulle spalle, situazione che per il consumatore è pressochè impossibile da replicare se non nel tragitto gommista-casa. Il 100% del parco circolante di conseguenza ha pneumatici usati, con vari livelli di usura, su cui ci sono pochissimi dati, sempre che ci siano.
La Casa dell’Omino Bibendum, inoltre, fa notare come esista il limite di legge per quanto riguarda l’usura del battistrada, fissato a 1,6mm di spessore, ma nulla vieta ai produttori di commercializzare pneumatici che perdano gran parte delle loro caratteristiche con l’usura, creando due problemi.
Il primo, l’assenza di dati certi sul comportamento degli pneumatici usati.
Il secondo, un consumo eccessivo che porta l’automobilista a sostituire prima del limite di legge gli pneumatici, con ripercussioni su costi e impatto ambientale.
LLP – Long Lasting Performance
Gli automobilisti si pongono due domande riguardo alle proprie gomme:
- I miei pneumatici sono sicuri?
- Quando devo cambiarli per essere sicuro di viaggiare in sicurezza?
A queste due domande, però, in assenza di test oggettivi effettuati sugli pneumatici usati, non si possono dare risposte certe.
Michelin ritiene che ognuno di noi “abbia il diritto di esigere pneumatici sicuri dal primo all’ultimo chilometro”. Proprio per questo motivo, in collaborazione con lo Stato francese, si fa portavoce di un nuovo approccio, definito LLP – Long Lasting Performance (Presazioni a lunga durata). Questo si impone di proporre all’Unione Europea di utilizzare lo stesso iter di test per l’omologazione degli pneumatici nuovi anche per testare gli pneumatici usati. Questa visione viene portata avanti per poter garantire un livello minimo di prestazioni di tutti gli pneumatici in commercio.
Il test: qual è e quali sono i suoi vantaggi
Michelin propone di utilizzare per testare le performance degli pneumatici usati il test di frenata da 80 a 20 km/h con asfalto standard e 1mm di acqua al suolo.
Non propone di replicare i test di resistenza al rotolamento e di rumorosità, visto che questi due aspetti con il passare del tempo e dell’usura migliorano.
Questo test è considerato dagli esperti il più utile per capire le capacità di uno pneumatico, e risponde alle reali condizioni di rischio che un automobilista può incontrare su strada.
1 millimetro può sembrare poco, ma secondo uno studio dell’Università di Münster il 99% delle condizioni di guida in Germania è su asfalto asciutto, umido o con 1mm di acqua a terra. Tra l’altro, quando le precipitazioni sono più importanti, la velocità cala dagli 80 km/h tra i 15 e i 40 km/h, sopratutto per la scarsa visibilità. Il millimetro, di conseguenza, è più che sufficiente.
Inoltre, sempre secondo degli studi tedeschi il 90%degli incidenti su strada bagnata è avvenuto a velocità inferiore agli 80 km/h, e il 65% degli incidenti totali avviene in aree urbane e solo il 10% sulle autostrade.
La dimostrazione di Michelin
Gli obiettivi e gli sviluppi futuri
Michelin ha tre obiettivi principali a favore delle performance degli pneumatici usati fatti per durare.
- Migliorare la sicurezza dei clienti fornendo loro informazioni sulle performance degli pneumatici usati, ad oggi assenti. Michelin per migliorare le prestazioni degli pneumatici durante l’intero ciclo di vita spende più di 600 milioni di euro in R&D. Impiega inoltre più di 6000 ingegneri per sostenere lo sviluppo di nuovi modelli e tecnologie per la sicurezza.
- Migliorare l’impatto ambientale di tutta l’industria degli pneumatici, per ridurre la produzione inutile e le emissioni di CO2 fino a 6,6 milioni di tonnellate.
- Migliorare il potere d’acquisto dei consumatori, con un risparmio per gli automobilisti fino a 6,9 miliardi di euro ogni anno.
Questo grande impegno di Michelin e dello Stato francese ha già portato grandi risultati. Infatti, a Marzo 2019 le istituzioni Europee hanno introdotto il principio di “test sugli pneumatici usati” all’interno della normativa Europea (la General Vehicle Safety Regulation) che sarà adottata dall’autunno di quest’anno.
Sicuramente questo impegno da parte di Michelin è fondamentale per la sicurezza e anche per l’ambiente. Inoltre porterà ancora più consapevolezza nell’utente al momento dell’acquisto di uno pneumatico potendo sapere il suo comportamento durante il suo intero ciclo di vita.
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