Google ha raggiunto un patteggiamento con un gruppo di utenti che li aveva accusati di non aver fornito informazioni complete riguardo al presunto tracciamento in modalità Incognito del suo browser Chrome. Questo accordo chiuderà la causa legale pendente, assumendo la giudice confermi l’intesa il prossimo febbraio.
Google patteggia per il presunto tracciamento in Incognito di Chrome
La disputa legale, avviata nel 2020 dai querelanti, verteva sulle affermazioni secondo cui Google avrebbe pubblicizzato in modo fuorviante la funzione Incognito di Chrome. Nonostante la modalità Incognito non conservi localmente informazioni come cookie o cronologia, la controversia ruotava attorno al fatto che tale modalità non impedisce il tracciamento dell’utente da parte dei siti web o dei servizi di Google, come l’utilizzo di Analytics.
La richiesta di risarcimento complessivo ammontava a un considerevole 5 miliardi di dollari, 5.000 dollari per ciascun utente coinvolto. Tuttavia, i dettagli finanziari dell’accordo raggiunto rimangono attualmente sconosciuti: non sappiamo per quanto Google abbia patteggiato.
La giudice Yvonne Gonzalez Rogers, lo scorso agosto, aveva respinto la richiesta di Google di porre fine alla causa. Secondo lei, i querelanti avevano presentato prove sufficienti a sollevare dubbi sul modo in cui Google comunicava le funzioni della modalità Incognito.
I querelanti sostenevano che il nome e il marketing di Google facevano credere erroneamente navigare in Incognito avrebbe migliorato la propria privacy online. Inoltre, hanno presentato prove documentali e email che indicavano come Google utilizzasse i dati degli utenti raccolti durante la navigazione in modalità Incognito per scopi di pubblicità personalizzata.
Questo accordo potrebbe rappresentare un momento cruciale nel dibattito sulla privacy online, spingendo le aziende a essere più chiare e oneste riguardo alle reali implicazioni delle funzionalità offerte. Secondo la denuncia, il problema non stava nel tracciamento in sé, ma nella trasparenza.
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