Sono oramai passati più di cinque anni da quando Instagram ha deciso di passare da un Feed cronologico ad uno algoritmico, ma molti utenti ed aziende continuano ad avere nostalgia dei bei tempi andati. Nonostante questo, la piattaforma non sembra in alcun modo intenzionata a tornare indietro. Anche se l’algoritmo di Instagram continua ad essere uno dei più grandi misteri del mondo social. Perchè il Feed ci mostra un contenuto piuttosto che un altro? E sulla base di cosa un post ottiene più visualizzazioni di altri? A queste e a molte altre domande ha risposto Adam Mosseri, CEO di Instagram, che ha inaugurato sul blog della piattaforma una serie di articoli volti a chiarirne l’utilizzo. Andiamo allora insieme alla scoperta dei segreti del misterioso algoritmo.
Algoritmo di Instagram: cos’è e come funziona?
L’algoritmo, questo sconosciuto. Potremmo definire così una delle caratteristiche di Instagram che più incuriosisce gli utenti e fa dannare i creator. Fortunatamente, Adam Mosseri ci dà alcune interessanti informazioni al riguardo, a partire dal fatto che non esiste un unico algoritmo che sovrintende a quello che gli utenti vedono e non vedono sulla piattaforma. Per garantire un’esperienza ottimale delle persone, infatti, ogni sezione dell’App – Feed, Esplora, Reels – utilizza un suo algoritmo. Generalmente gli utenti amano visualizzare le Stories di chi gli è più caro (o dei creator che amano), ma vogliono scoprire contenuti sempre nuovi nella sezione Esplora. Un unico algoritmo, quindi, non avrebbe senso di esistere. Ecco perchè la piattaforma ne ha pensato una per ognuna delle sue funzioni, in modo da rispondere al meglio alle richieste degli utenti.
Feed e Stories
Adam Mosseri definisce Feed e Stories come i “luoghi in cui le persone vogliono vedere i contenuti dei loro amici, della famiglia e di coloro a cui sono più vicini“. In queste sezioni, infatti, l’algoritmo di Instagram si trova a scandagliare per lo più i contenuti condivisi dalle persone che seguite. Da questi la piattaforma estrae una serie di informazioni utili, definite come “segnali”, che vanno ad influenzare la visualizzazione dei post da parte degli utenti. Tra i “segnali” che l’algoritmo prende in considerazione per Feed e Stories ci sono sia quelli riguardanti i post, di cui la popolarità sembra essere il più rilevante, sia quelli riguardanti gli utenti che li condividono. E non solo. Instagram monitora anche la vostra attività sulla piattaforma e la cronologia dell’interazione con le altre persone.
Raccogliendo tutte queste informazioni, l’algoritmo elabora la probabilità che un utente possa dedicare “qualche secondo a un post, commentarlo, mettere mi piace, salvarlo e toccare la foto del profilo“. In questo modo, più è probabile che voi eseguiate una di queste azioni, e più vedrete in alto il post. Così facendo, la piattaforma punta a dare rilevanza a quello che interessa davvero agli utenti. Chiaramente, questa modalità di agire ha le sue eccezioni. Come nel caso delle Stories ricondivise dal Feed: “fino a poco tempo, abbiamo valutato meno queste Storie, perché abbiamo sentito costantemente che le persone sono più interessate a vedere Storie originali“, così commenta Mosseri. “Ma vediamo un’ondata di post ricondivisi nei momenti importanti– tutto, dalla Coppa del Mondo ai disordini sociali – e in questi momenti le persone si aspettavano che le loro storie raggiungessero più utenti, quindi ci siamo fermati“.
Esplora
La sezione “Esplora” è stata pensata per aiutare gli utenti a “scoprire cose nuove“. La griglia, quindi, è composta da consigli, e questo la rende molto diversa da Feed e Stories. E così, per definire i contenuti che potrebbero interessare agli utenti, l’algoritmo di Instagram esamina “segnali come i post che vi sono piaciuti, salvati e commentati in passato“. Questo significa che gli appassionati dei ravioli avranno una buona probabilità di vedere contenuti di argomenti correlati, come gyoza e dim sum. E al pari di quanto accade per le sezioni sopraelencate, anche in questo caso la piattaforma valuta la probabilità che voi interagiate in qualche modo con il post. In particolare, le azioni previste per “Esplora” sono “Mi piace, salvataggi e condivisioni“. Più l’algoritmo prevede che possiate fare una di queste cose, e più aumenta la possibilità che vi venga suggerito un determinato contenuto.
Reels
Reels è una funzionalità chiaramente pensata per intrattenere gli utenti. E, al pari di “Esplora”, anche qui vi troverete a visualizzare contenuti di persone che non seguite. Come funziona allora l’algoritmo di Instagram in questo caso? Prima seleziona una serie di Reels che potrebbero essere di vostro gradimento, e poi le ordina in base a quanto possano essere interessanti per voi. In questo caso, la piattaforma si concentra “specificamente su ciò che potrebbe intrattenervi“. “Esaminiamo le persone e chiediamo se trovano un particolare reel divertente, e impariamo dal feedback per migliorare nel capire cosa farà divertire le persone, con un occhio ai creator più piccoli“, così riferisce Mosseri.
Anche in questo caso, quindi, l’algoritmo si sforza di prevedere quali sono i contenuti che gli utenti visualizzano per intero, oppure quali sono quelli che reputano più divertenti e accattivanti. Analizzando quindi una serie di segnali affini a quelli di Feed e Stories, Instagram è in grado di elaborare quali sono i Reels più adatti ad un utente. E poi di mostrarglieli. A questo punto, non ha quasi più senso chiedersi perchè vediamo un contenuto rispetto ad un altro. La risposta di Mosseri quasi ci mette con le spalle al muro: vediamo quello che davvero vogliamo vedere. O almeno quello che lasciamo intendere che ci piaccia.
A tal proposito, Adam Mosseri è intervenuto anche sul fenomeno dello “shadowbanning“. Moltissimi utenti, infatti, si sono lamentati di vedere i propri post rimossi senza sapere davvero il perchè. Dal canto suo, il CEO ha dichiarato che la piattaforma sta cercando di assumere un comportamento più trasparente, con l’obiettivo di lanciare a breve una notifica in-App che avverta gli utenti del motivo per cui un contenuto è stato eliminato. Un ulteriore passo per garantire un’esperienza ottimale sulla piattaforma: un obiettivo che sembra essere comune a Mosseri e all’algoritmo.
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