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Il viaggio tech del tuo pacco di Amazon

Siamo stati a Torrazza Piemonte per scoprire cosa accade quando ordiniamo qualcosa su Amazon: dal click sino alla consegna.

C’è un pacco di Amazon sullo zerbino fuori dalla porta di casa. Ti è arrivato poco fa, e avrebbe una storia bellissima da raccontarti. Purtroppo, però, quel pacco non sa parlare e questa storia te la raccontiamo noi di Tech Princess.

C’era una volta la fantascienza, quella buona, quella che non parlava di invasioni aliene ma di un futuro in cui la macchina avrebbe lasciato all’uomo la possibilità di dedicarsi alla sua piena realizzazione, risparmiandogli i compiti più faticosi o noiosi. Immaginiamolo per un istante, questo futuro in cui i robot dalle forme più strane lavorano all’unisono a supporto delle persone, in una perfetta sintonia sincronizzata ed efficiente. Lo abbiamo visto tante volte in tv e sul grande schermo. Ma siamo sicuri che tutto questo appartenga al futuro?

No.  Siamo stati a Torrazza Piemonte, nei pressi di Torino, a visitare uno dei cinque centri italiani di Amazon dotati della tecnologia Amazon Robotics, dove l’innovazione al servizio dell’uomo. E abbiamo scoperto con piacere che il futuro è già arrivato.

Perché qui non si muovono i dipendenti ma gli scaffali.

Dentro un Centro di Distribuzione di Amazon

La sicurezza prima di tutto

Consegnati i documenti ed espletati i doverosi controlli, tra cui il green pass, siamo entrati nell’enorme complesso, una sorta di insospettabile cattedrale tecnologica.

La mascherina non si toglie, mai. E pure si mantengono le dovute distanze tra i partecipanti mentre si cammina lungo i percorsi tracciati a terra.

Quello di Torrazza Piemonte è uno dei 5 centri robotici attualmente presenti in Italia, il secondo ad essere stato aperto. Oltre a questi complessi altamente tecnologici troviamo anche i centri deputati alla gestione di prodotti di grandi dimensioni che vengono stoccati attraverso scaffalature che si sviluppano in altezza, fino a 10 metri.

Più grande di così? È difficile da immaginare considerando che TRN1 – il nome in codice del Centro di Distribuzione in cui ci troviamo – è già immenso. Sono 60.000 mq. Praticamente l’equivalente di una decina di campi da calcio in cui lavorano oltre 1.500 dipendenti assunti a tempo indeterminato.

Dal vostro ordine alla spedizione

Entrati siamo entrati. Ma i protagonisti questa volta non siamo noi ma il nostro amico pacco. Insomma, ordiniamo qualcosa su amazon.it e poi cosa succede?

Beh, prima di tutto – ci racconta Federica, la nostra guida all’interno di TRN1 – le sorti del nostro ordine sono decise da algoritmi proprietari estremamente avanzati capaci di fare le scelte migliori perché il nostro pacco arrivi nel modo più efficiente possibile. Curiosamente, infatti, non è detto che sia scelto il centro di distribuzione più vicino a casa ma quello che ci metterà meno tempo. Insomma, anche se abitate a Torino non è detto che il vostro pacco arrivi dal luogo dove ci troviamo.

La RSP: il cuore pulsante del Centro di Distribuzione

Ma supponiamo che sia TRN1 il centro più adatto alla gestione del vostro ordine.
Il primo passo è semplice: dobbiamo recuperare l’oggetto ordinato.
Questa operazione viene effettuata in un’area chiamata RSP, Robotic Storage Platform.

Ed è proprio qui che sembra di venire catapultati nel futuro. In una sorta di magica danza, elegante, ordinata e anche ipnotica, qui gli scaffali, chiamati pod, si spostano da soli.
Non è magia, sia chiaro. È tutta tecnologia. Amazon infatti ha adottato un sistema che si basa sull’uso di robottini robustissimi che si posizionano sotto i pod, li sollevano e li portano direttamente alle postazioni dei dipendenti seguendo percorsi tracciati tramite una serie di QR code incollati al pavimento.

Una volta che il pod giunge a destinazione i dipendenti addetti al prelevamento verificano, tramite un monitor, cosa prelevare dai bin, ovvero gli scompartimenti sui ripiani dei pod,
L’operazione dura pochissimi secondi grazie al principio con cui sono stati precedentemente stoccati gli articoli: la casualità.

Per spiegarvelo facciamo un esempio pratico.
Immaginate di dover recuperare un libro. Se il libro si trova in mezzo ad altri libri impiegate più tempo perché dovete trovare quello giusto. Ma se quel libro fosse sullo stesso scaffale di un giocattolo, delle matite colorate e di un paio di cuffiette ci mettereste davvero poco a identificarlo.
Ecco, il principio dello stoccaggio casuale è esattamente questo.

Un metodo davvero intelligente che abbandona la classica divisione per categorie che pur rendendo tutto più facile e intuitivo richiede di comprenderne la logica. Ed è per questo che il personale segue appositi corsi di formazione per svolgere la mansione in sicurezza e in modo efficiente.
Sappiate che non parliamo di prodotti enormi: TRN1 gestisce solo piccoli oggetti ed è per questo che i bin, gli scompartimenti, , misurano dai 6 ai 18,5 pollici. Tradotto in soldoni significa che il prodotto più grande che trovate qui dentro ha più o meno le dimensioni di una macchinetta del caffè che usa le cialde.

Imballaggio e spedizione: la privacy è vitale

Una volta recuperato l’oggetto, il vostro ordine deve essere impacchettato. La scelta dell’involucro non è casuale. Anche in questo caso è il sistema di Amazon  che suggerisce all’operatore quale imballaggio utilizzare in base alle dimensioni dell’oggetto da impacchettare. Anche per privilegiare il risparmio di spazio e lo spreco di cartone. Gli spazi vuoti all’interno della confezione sono riempiti usando carta riciclata per evitare che il prodotto abbia troppo gioco.
Una volta pronto, sul pacco viene applicata un’etichetta chiamata SP00 (che si legge come in inglese: “spu”) con un codice composto unicamente di numeri e lettere. Si tratta di una sorta di carta di identità di quello specifico imballaggio e contiene tutte le informazioni sul vostro ordine.
E no, non è un codice che i dipendenti possono leggere o scansionare. Questo significa che nessuno sa a chi andrà quello specifico prodotto, così da garantire la vostra privacy.

Insomma, se dovessimo per caso ordinare una palla di vetro con la neve, nessun dipendente Amazon saprebbe associarla a noi. 

L’etichetta con l’indirizzo di destinazione viene apposta in seguito, da un macchinario chiamato SLAM. La SLAM legge prima l’etichetta SP00, soppesa il pacchetto per capire se il peso è congruo con l’oggetto che dovrebbe contenere e nel giro di 4-5 secondi stampa e incolla le informazioni necessarie alla spedizione.
Dopo l’intervento della SLAM il pacco non potrà essere aperto da nessun dipendente Amazon per garantire, ancora una volta, la privacy dei clienti. Gli unici autorizzati ad eseguire questa operazione siete voi.

Riuscirai ancora a guardare il tuo pacco allo stesso modo?

Bene, questo è tutto ciò che è accaduto in un solo giorno a quel pacco, il tuo pacco, appoggiato sullo zerbino di casa.

Solo tu sai che al suo interno vi è una palla di vetro con la neve, che non sei riuscito a trattenerti dall’acquistare. Ma non importa, perché per Amazon è importante mantenere la promessa di consegna.

Volete vivere anche voi la stessa esperienza? Beh, potete fare un tour virtuale dei centri distribuzione Amazon. La procedura non è affatto complicata: basta registrarsi sulla pagina dedicata per vivere un’esperienza divertente e istruttiva.

Volevamo raccontarti questa storia non solo per sfatare vecchi luoghi comuni ma anche per farti capire che cosa possa davvero fare oggi la tecnologia. Perché, in fondo, siamo o non siamo Tech Princess?

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